Poesie d'Autore


Scritta da: Jocondola
in Poesie (Poesie d'Autore)
Fiaccata dai tuoi lunghi sguardi,
io stessa ho appreso a far soffrire.
Creata da una tua costola,
come posso non amarti?

Esserti tenera sorella
è il legato di un fato antico,
ed io sono diventata l'astuta, avida,
dolcissima tua schiava.

Ma quando, mite, mi abbandono
sul tuo petto più bianco della neve,
come esulta e si fa saggio il tuo cuore,
sole della mia patria!
Composta martedì 30 novembre 1920
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    Scritta da: Antonio Prencipe
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Memorie di una vita sporcata

    Potrai sbattermi a terra,
    vedere il sangue colare dalle rughe,
    dalle mie labbra spaccate che un giorno
    baciavi e dicevi ti amo.
    Potrai prendere a pugni i miei occhi,
    strapparli assieme alle pupille
    e gettarli lontano dove la mia saliva
    non potrà più sfiorarli.
    Potrai squartarmi la pelle,
    bruciarla, stuprarla come solo tu sai fare,
    spingere forte il tuo membro dentro me
    mentre il mio odio prende il volo
    e ti ucciderà piano amore mio.
    Tutto il mio odio non lo troverai,
    a pezzi sulle tue ossa bianche lo vedrai
    apparire e ti vedrò urlare,
    urlare mentre muori e sarò felice
    di vedere i tuoi ultimi respiri
    sfiorare quel cuore che non ho più,
    che hai mangiato e sputato avidamente.
    Fammi a pezzi ancora mentre ti sorrido!
    Fammi a pezzi perché io voglio ucciderti,
    calpestami il cranio e ti vedrò ridere ancora.
    Pensi che mi faccia male?
    Un giorno capirai cosa significa
    non avere la forza nemmeno di morire.
    Tutti i miei angeli sono morti,
    sepolti assieme al mio ricordo
    di vita ma non dimenticheranno
    mai quanto odiamo il mondo.
    Sporcami ancora il ventre con il tuo sperma,
    sporcami il viso ancora con la tua lurida
    e fiera autostima,
    sei così orgoglioso nel vedere la mia lingua
    aperta che lecca il pavimento mentre piangi
    di piacere e sorridi ancora,
    ti prendi gioco di me e non sai ancora
    di essere soltanto uno scheletro sconfitto
    dal mio odio che un giorno quando tu sarai
    debole come lo sono ora io ti sbatterà a terra
    e ti ucciderà piano mentre stai urlando.
    Adesso guardami e ricordati di me
    quando la pietà non sarà più tua amica
    e ti vedrò a terra a implorare Dio
    di salvare la tua miserabile e sporca vita.
    Voglio farti piangere, ucciderti e stuprarti
    come tu hai fatto con me,
    premerò il grilletto e tu sarai giù,
    giù, giù dove il mare allatta la notte
    e la luna si prende gioco di te.
    Composta mercoledì 17 aprile 2013
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      Scritta da: Gabriella Stigliano
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Infrapensieri la notte

      Il sonno, il nero fiume -
      v'immerge la sua tempra
      per il fuoco dell'aurora
      che lo avvamperà, lo spera,
      l'indomani -
      Sono oscuri
      il turchese ed il carminio
      nei vasi e nelle ciotole,
      li prende
      la notte nel suo grembo,
      li accomuna a tutta la materia.
      Saranno - il pensiero lo tortura
      un attimo, lo allarma -
      pronti alla chiamata
      quando ai vetri si presenta
      in avanscoperta l'alba e, dopo,
      quando irrompe
      e sfolgora sotto la navata
      il pieno giorno -
      hanno
      incerta come lui la sorte
      i colori o il risveglio
      per loro non è in forse,
      la luce non li inganna,
      non li tradisce? E stanno
      nella materia
      o sono
      nell'anima i colori? -
      divaga
      o entra nel vivo
      la sua mente
      nella pausa
      della notte che comincia -
      smarrisce
      e ritrova i filamenti
      dell'arte, della giornata...
      Esce
      insieme ai lapislazzuli
      l'oro dal suo forziere, sì,
      ma incerto
      il miracolo ritarda,
      la sua trasmutazione
      in luce, in radiosità
      gli sarà data piena? Avrà
      lui grazia sufficiente
      a quella spiritualissima alchimia?
      Si addorme,
      s'inabissa,
      è sciocco,
      lo sente,
      quel pensiero, è perfida quell'ansia.
      Chi è lui? Tutto gioca con tutto
      nella universale danza.
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        Scritta da: Gabriella Stigliano
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Alla vita

        Amici ci aspetta una barca e dondola
        nella luce ove il cielo s'inarca
        e tocca il mare, volano creature pazze ad amare
        il viso d'Iddio caldo di speranza
        in alto in basso cercando
        affetto in ogni occulta distanza
        e piangono: noi siamo in terra
        ma ci potremo un giorno librare
        esilmente piegare sul seno divino
        come rose dai muri nelle strade odorose
        sul bimbo che le chiede senza voce.

        Amici dalla barca si vede il mondo
        e in lui una verità che precede
        intrepida, un sospiro profondo
        dalle foci alle sorgenti;
        la Madonna dagli occhi trasparenti
        scende adagio incontro ai morenti,
        raccoglie il cumulo della vita, i dolori
        le voglie segrete da anni sulla faccia inumidita.
        Le ragazze alla finestra annerita
        con lo sguardo verso i monti
        non sanno finire d'aspettare l'avvenire.

        Nelle stanze la voce materna
        senza origine, senza profondità s'alterna
        col silenzio della terra, è bella
        e tutto par nato da quella.
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          Scritta da: puerlongaevus
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Turbine bianco

          Forse il ritmo della neve
          ti prendeva
          dentro
          a tessere emozioni

          certo un vento freddo
          stringeva addosso
          quelle fila
          in fondo alla strada
          fitte
          che più non vedevi

          così ho sentito
          solo il tuo brivido
          d'un battito
          a labbra tese
          sulle mie

          poi
          dentro un turbine bianco
          di vicoli a perdifiato
          correvo
          in scia di baci
          noi
          gelati d'amore
          in viso

          e so che verrai
          ancora
          soffice
          stasera
          lungo il tempo che rimane
          a stampare le tue orme
          dietro
          sulle mie.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Il dolce dell'orgoglio

            Fai finta di detestarmi,
            storci il naso
            annusando le mie reazioni.
            Annaffi piantagioni di ripicche amorose
            ma poi torni sui miei passi
            e percorri insieme a me
            quello che avevi in mente di esplorare,
            sentieri di passione
            e baci fragorosi.
            Sento che mi irretisci,
            sento che desideri avermi sul tuo trono
            circondato dai fiori più belli del reame.
            Togli la tua maschera
            e guardami,
            ascoltami,
            fai in modo che io possa vedere la tua vera identità,
            la tua nuda verità,
            i cristalli nella tua finta perfidia.
            Composta lunedì 5 dicembre 2005
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