in Poesie (Poesie d'Autore)
Dix Power
Un fiore sul collo
Una rosa di Maggio
Ma quanto coraggio
Nel ridere alla vita
Seduti sull'erba bagnata
A salutare ridendo
Il cornuto orgoglio.
Composta domenica 28 ottobre 2012
Un fiore sul collo
Una rosa di Maggio
Ma quanto coraggio
Nel ridere alla vita
Seduti sull'erba bagnata
A salutare ridendo
Il cornuto orgoglio.
Che tu ci sia o non ci sia
ormai è la stessa cosa,
comunque sia io ho la nostalgia.
Tu te ne vai e mentre te ne vai
mi dici "Mi dispiace".
Pensi così di darmi un po' di pace.
Mi prometti un pensiero costante struggente
quando sei sola e anche tra la gente.
Mi dici "Amore mio mi mancherai.
E in questi giorni tu cosa farai?
Io ti rispondo" Ti avrò sempre presente,
avrò il pensiero pieno del tuo niente".
Al di là di tutto e di tutti
al di là dei momenti belli e brutti
io voglio restare per sempre scolpito
nella memoria di chi mi ha partorito
nell'anima di chi mi ha inventato
nella lingua di chi mi ha baciato
nei sogni di chi mi ha fantasticato
nel cuore di chi mi ha amato
nell'occhio di chi mi ha investigato
nella coscienza di chi mi ha creduto
nel sangue di chi mi ha bevuto
nel denaro di chi mi ha venduto
nella carne di chi mi ha goduto
nelle lacrime di chi mi ha perduto
nel passato, nel presente e nel futuro di questo mondo da noi tutti vissuto.
Egli aspetta,
fluttuante nel vento come un trapezista
nella notte.
Egli aspetta,
di danzare da stella a stella,
come se fossero ruderi di case vecchie.
Paziente di vita in vita
attende la sua luna.
Pensatore verso un amabile destino,
conosce l'uomo ed infine l'impersona.
Il suo spirito vaga come un eco
nel tempo.
Arde la natura in lui,
pura e selvaggia d'una passione innata.
L'universo riflette in lui i suoi segreti,
con occhi di porpora e sangue
dipinge la notte d'una luce
che secerna dall'anima.
Come una prostituta si scambia di notte in notte,
di luna in luna
e ruba l'emozione che traspare dal buio,
imprigiona l'ignoto mistero della notte.
Ho compreso
Sono stata
un momento
dentro un censimento.
Codardo
vestito di coraggio
Appesi i tuoi trofei
ostenti quello che non sei
Attiri nella fossa
dentro al cappio
Atterri senza contatto
Esponi la vittoria
per mostrarti impavido
ma ti sai
codardo.
Non mi sei mai
appartenuto
se non nel tempo
che ti ho posseduto.
Fantasma di plasma
Vento vuoto sulla pelle
Morto che dorme su una collina
Mare infermo. Cuore pulito.
Libera dalle colline
Libera dalle campane
Libera dai prati...
Fantasma di plasma
vento vuoto sulla pelle
Libera da Montesalice
Libera dalle tue parole
Che mi hanno solo illuso.
Tace il tempo
si ferma il suono.
Tra le spighe attente
in verticale posa,
pensieri caldi
germogliano
e vulcaneggiano
zampillanti chicchi
di felicità.
Mi copro di questo mare erboso
diventando aratro
di fertili zolle.
Io stessa seme di seme.
Non io, ma noi.