Poesie d'Autore


Scritta da: Salvatore Orefice
in Poesie (Poesie d'Autore)

Orizzonti infiniti

Ad un tratto quel mare
che un bel tempo ci vide
mi soffermo a guardare
il mio cuore  sorride  

Al ricordo lontano
nostalgia si risveglia
desiderio assai vano
che m'assale, mi piglia  

Lungo spiaggie dorate
ti portavo a bramare
nelle calde giornate
una vita d'amare  

I tramonti rubati
a quell'estive sere
stretti forte abbracciati
un'amore da bere  

I trascorsi momenti
che tornano a colpire
tramutasi in lamenti
non voglio qui soffrire  

Allor guardar mi piace
orizzonti infiniti
cercare un po di pace
scordare amor sopiti.
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    Scritta da: Salvatore Orefice
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Crisi

    Vuote le strade del vecchio quartiere, 
    nessuno s'aggira per i palazzi 
    solo, provo mestizia. 
    Inutilmente fan luce i lampioni, 
    il sole del crepuscolo si spegne 
    annunciando la notte. 

    Un senso d'impotenza tra la gente, 
    che come la volpe resta intanata 
    aspettando il momento, 
    chiusa tra disperazione e speranza 
    al tenue calore del focolare, 
    aspettando il domani.
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      Scritta da: Anna De Santis
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Quel velo

      Sulla luce, mettevi sempre un velo, una luce soffusa
      per nascondere la voglia sempre più confusa
      e chiudevi gli occhi per non guardarlo in viso
      ed il pensiero dove andava, quando ti sfiorava
      Scivolava sulla pelle e tu come fosse niente
      evitavi di pronunciarne il nome
      e quel suo chiamarti amore, ma tu sempre assente.
      Riconoscevi al tatto il suo corpo e non era quello che desideravi
      eppure senza mai respingerlo, continuavi.
      Più che un piacere, era una sorta di tormento
      che volevi infliggere ai tuoi sensi con un certo compiacimento
      perche non trovavi mai il coraggio in quel momento
      di dirgli in faccia: basta, non ti sento.
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        Scritta da: Damiano Villi
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        L'amore

        Non ci sono parole per descrivere l'amore
        è un intreccio di emozioni che porti nel tuo cuore
        emozioni che vagano in te insicure
        una bella malattia per cui non vuoi cure
        è un sogno bellissimo da cui non ti vuoi svegliare
        una splendida canzone che continui a cantare
        è un ritornello che lascia in te la sua melodia
        non è altro che pura e semplice magia.
        Composta martedì 27 novembre 2012
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          Scritta da: Bramante
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          L'Abbraccio

          Corre il pensiero a quel tenero abbraccio,
          al caldo tempio di quel corpo amato,
          mistica offerta antica ad un passato
          che oggi stringe in gola come un laccio.

          la mente tua vorrebbe imprigionare
          quel suo respiro tenero e avvolgente
          che ancora tiene in vita, dolcemente
          quell'emozione che ti fa vibrare.

          Ma il tempo è più spietato di un cecchino;
          colpisce in petto con il suo presente:
          e se il ricordo sazia cuore mente,
          una lacrima abbraccia il tuo cuscino.
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            Scritta da: Damiano Villi
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Dedicato a te

            Quello che scrivo è dedicato a te
            a te che in ogni istante ti prendi cura di me
            tu che sei entrata nella mia esistenza
            dando alla mia vita un po' di coerenza
            in questo giorno ti scrivo questo mio pensiero
            che di te mi rende sempre più fiero
            insieme a te ogni mio sogno voglio realizzare
            gli stessi che prima di te potevo solo sognare
            ti prego non lasciarmi vivere senza di te
            senza di te che ormai sei parte di me.
            Composta venerdì 16 novembre 2012
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              Scritta da: Marta Emme
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              L'attesa fiduciosa

              Sul mondo ero affacciata
              mentre una palla rotolava
              e la mente divagava.
              A quel bimbo somigliava
              che contento la incalzava,
              finché quella corsa spensierata
              col vento dirottava
              e in una buca la palla
              si fermava.
              La mano premurosa
              che riparava tale cosa
              diventava contagiosa
              e sentivo più preziosa
              la giornata laboriosa.
              Perché basta poco a volte
              ad attirar la mala sorte
              quando il vento soffia forte
              e le cose dritte diventan storte.
              Come la rugiada
              non si posa sui fossi
              se gli steli vengon mossi,
              così quieta voglio stare
              il vostro parere ad aspettare
              su ciò che ha prodotto
              il mio daffare.
              E se è vero che
              il tempo porta consiglio
              verrete a me con
              un tenero giglio perché
              ho creato un vero gioiello
              e mi direte quanto è bello.
              È la freschezza della rugiada
              a guidar lungo la strada,
              quando non sono le parole
              a mostrar delle cose
              il giusto valore.
              Composta sabato 10 novembre 2012
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                Scritta da: Domenico De Rosa
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                'A paura mia

                Tengo nemice? Faccio'o paro e sparo...
                'E ttengo mente e dico: "Stongo ccà!"
                E nun tremmo si sent''e dì: "Te sparo!"
                Chillo c''o ddice, '0 ddice, nun'0 ffà.
                Si è p''o buciardo, nun me movo, aspetto.
                ('A buscia corre assaie, ma campa poco).
                'O vuò vedè? '0 canusce comm''o "sette",
                va pè parlà', se fa una lamp''e fuoco.
                'A calunnia? E chella è un venticello,
                dico vicin'a'o viento: "Nun sciuscià?"
                Quann'ha fatt''a sfucata vene'o bello,
                allor'accuminciamm'a raggiunà.
                E manco'a morte, si me tene mente,
                me fa paura. 'A morte è generale.
                Ll'uommene sò rumanze differente,
                ma tenen'una chiusa, unu finale.
                M'arrobbano? Arreduco mmiez''a via?...
                Ì fatico e addevento chillu stesso,
                ma, quanto voglio bene a mamma mia,
                a mme me fa paura sul''o fesso!

                TRADUZIONE (per quanto possibile, rispettosa del testo in napoletano):
                Ho nemici? Faccio il "pari e dispari",
                li tengo a mente e dico: "sto qua!"
                E non tremo se sento dire "ti sparo!"
                Colui che lo dice, lo dice ma non lo fa.
                Quanto al bugiardo, io non mi muovo, io aspetto.
                (La bugia corre molto, ma vive poco).
                Lo vuoi vedere? Lo riconosci come il "sette",
                appena fa per parlare, si fa rosso come una vampata di fuoco.
                La calunnia? E quella è un venticello,
                dico al vento: "non soffiare"?
                Quando ha finito di scatenarsi, viene il bel tempo,
                allora cominciamo a ragionare.
                E nemmeno la morte, se mi tiene a mente,
                mi fa paura. La morte è generale.
                Gli uomini sono romanzi differenti
                ma hanno una identica conclusione, un unico finale.
                Mi derubano? Mi riducono in mezzo ad una strada?
                Io lavoro e ridivento lo stesso di prima;
                ma, per quanto voglio bene a mamma mia,
                a me fa paura solo il fesso!
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