Poesie d'Autore


Scritta da: underdog
in Poesie (Poesie d'Autore)

Metamorfosi

Lei trovò il coraggio e affrontò il cielo.
riempi il nome di Dio della sua bocca
e volle il miracolo.
un angelo maschio incarnato
scese sulla terra
gli sottomise il corpo, e
nel suo ventre piantò un seme.

le porse uno specchio,
vide l'immagine curva,
l'ombelico rotondo.
le mostrò che esisteva un inferno,
e che i sogni sono concepiti
fuori dal mondo.

piantò una lama in mezzo al suo corpo,
lo saturò di sangue;
le sfilò nido e seme
e in assassino converti il suo nome.
lei maledì quel miracolo concesso
senza alcuna pietà.

ombra,
grida,
silenzio.

ora giace, testa bassa come appesa
un pipistrello;
non seppe difendere il bozzolo, il germoglio.
e invece di una vita vive una colpa.
questo il suo castigo.
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    Scritta da: Bobaz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Come un lupo solitario

    Come un lupo nella notte
    alla ricerca di un branco,
    sono io che vago nella notte
    ma mi sento stanco
    cercando trovo
    mi sento parte di qualcosa
    ma mi allontano
    per paura di chi sà cosa;
    torno ad essere un solitario
    lasciandomi alle spalle
    quel branco così bello e vario
    nonostante quel cerchi
    sia sentirmi parte di qualcosa
    ben voluto
    e non più solo.
    Composta sabato 15 dicembre 2012
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      Scritta da: Carlo Bisecco
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Una meta per la vita

      Leggero mi libro nel vento,
      volteggio,
      tra i rami spogli di querce e di pioppi,
      tra le nuvole e il volo dei piccioni,
      salgo, sempre più in alto,
      cercando una meta che forse non c'è,
      guardo giù e cado,
      ripiombo nella mia vita,
      guardo il cielo,
      cerco una meta,
      abbasso lo sguardo e guardo avanti,
      è lì che devo cercare una meta,
      di fronte a me,
      cammino,
      percorro la strada per il posto adatto a me.
      Composta giovedì 1 novembre 2012
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        Scritta da: Marco Giannetti
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Qui ti amo.
        Negli oscuri pini si districa il vento.
        Brilla la luna sulle acque erranti.
        Trascorrono giorni uguali che s'inseguono.

        La nebbia si scioglie in figure danzanti.
        Un gabbiano d'argento si stacca dal tramonto.
        A volte una vela. Alte, alte stelle.

        O la croce nera di una nave.
        Solo.
        A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.
        Suona, risuona il mare lontano.
        Questo è un porto.
        Qui ti amo.

        Qui ti amo e invano l'orizzonte ti nasconde.
        Ti sto amando anche tra queste fredde cose.
        A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi,
        che corrono per il mare verso dove non giungono.
        Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore.
        I moli sono più tristi quando attracca la sera.

        La mia vita s'affatica invano affamata.
        Amo ciò che non ho. Tu sei cosi distante.
        La mia noia combatte con i lenti crepuscoli.
        Ma la notte giunge e incomincia a cantarmi.
        La luna fa girare la sua pellicola di sogno.

        Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.
        E poiché io ti amo, i pini nel vento
        vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie di filo metallico.
        Composta giovedì 13 dicembre 2012
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          Scritta da: Carlo Bisecco
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Il merlo

          Un merlo si posa nelle ore mattutine
          Sul muricciolo della finestra,
          con un becco arancione acceso
          e il corpo nero come la pece.
          Lo guardo, mi guarda,
          lo fisso negli occhietti scuri,
          mi sembra di conoscerli,
          mi fissa, un attimo mi volto,
          quando mi rigiro è scomparso,
          volato libero tra le nuvole,
          lasciandomi in mente la sua immagine,
          l'immagine dei suoi occhi,
          che continuano a sembrarmi familiari.
          Probabilmente domani accadrà la stessa cosa:
          ci fisseremo, mi volterò,
          e quando tornerò a vederlo sarà già volato via,
          lasciandomi sempre a pensare ai suoi occhietti scuri.
          Composta lunedì 23 aprile 2012
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            Scritta da: Parolaio
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Giallo mais

            Non è questa una leggenda
            che facilmente si inventa,
            del passato io posso narrare
            perché testimone oculare.
            Di pelle gialla era la gente
            che possedeva un bel niente,
            gialla pure era la mensa:
            pane, focaccia, polenta;
            il granturco imperava
            ma talvolta non bastava
            a sfamar tutte le bocche
            con tante porzioni ridotte.
            Come al collo un gingillino
            dal fuligginoso camino
            il paiolo pranzo e cena
            penzolava alla catena
            per la solita polenta
            che faceva casa contenta,
            sotto la cenere bollente
            del magro focolare ardente
            la focaccia alla mattina
            affumicava la cucina,
            a finire il forno in pietra
            pane azzimo mal cuoceva
            alimentato da fuscelli
            veramente inconsistenti:
            questo era il mio tempo
            scarseggiante di frumento.
            Composta mercoledì 12 dicembre 2012
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              Scritta da: Umiltà
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Ricordi nel nulla
              Ti guardavo antica quercia,
              mentre miravi il nulla.
              il guardo intriso, forse,
              del mattino dell'età novella.
              Pur io mi ritrovo
              pur io miro il vuoto.
              Rincorro ricordi,
              torno alle radici
              a bearmi sicura nell'ombra della tua figura.
              Risento come eco il tacito tuo dire
              "Rammenta" dicevi:
              "rammenta l'opra di chi t'ha sempre amato"
              La lode a lui, che ci ha creato.
              Composta mercoledì 30 novembre 1988
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                Scritta da: Antonino Gatto
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                L'abuso

                Quante volte ho incontrato l'abuso
                Di ego sobrio, dall'alluce al muso?

                Quant'altre ho visto il bene tremare
                Mentre il mal, era pronto a sparare?

                Com'è cieca e senz'alcuna vergogna,
                La condanna che conduce alla gogna.

                Che Dio salvi dall'abuso le genti,
                Arrestando del veleno il respiro,
                Rimettendo ogni debito in tasca,
                A chi ha tolto senza giusto motivo!
                Composta giovedì 6 dicembre 2012
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