in Poesie (Poesie d'Autore)
Desideri con gatto
Vorrei avere nella mia casa:
una donna ragionevole
un gatto che sfiora i libri
amici in ogni stagione
senza i quali non posso vivere.
Composta venerdì 5 febbraio 2010
Vorrei avere nella mia casa:
una donna ragionevole
un gatto che sfiora i libri
amici in ogni stagione
senza i quali non posso vivere.
Rimuovo
le antiche muraglie
per trovare
le praterie del sogno
e incontrare te,
pane incontaminato
che prendo con le labbra.
Sentire la tua lingua di bosco
e l'ansia salina del tuo respiro,
il cuore che si ferma
è il battito di ali di un'anima
che forse se ne va
per morire d'amore.
Se la mia poesia mi abbandonasse
come polvere o vento,
se io non potessi più cantare,
come polvere o vento,
io cadrei a terra sconfitta
trafitta forse come la farfalla
e in cerca della polvere d'oro
morirei sopra una lampadina accesa,
se la mia poesia non fosse come una gruccia
che tiene su uno scheletro tremante,
cadrei a terra come un cadavere
che l'amore ha sconfitto.
Bella ridente e giovane
con il tuo ventre scoperto,
e una medaglia d'oro
sull'ombelico,
mi dici che fai l'amore ogni giorno
e sei felice e io penso che il tuo ventre
è vergine mentre il mio
è un groviglio di vipere
che voi chiamate poesia
ed è soltanto tutto l'amore
che non ho avuto
vedendoti io ho maledetto
la sorte di essere un poeta.
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra.
Veleggio come un'ombra
nel sonno del giorno
e senza sapere
mi riconosco come tanti
schierata su un altare
per essere mangiata da chissà chi.
Io penso che l'inferno
sia illuminato di queste stesse
strane lampadine.
Vogliono cibarsi della mia pena
perché la loro forse
non s'addormenta mai.
Un giorno lo troverai solo
e malandato.
La tua sofferenza, vergogna,
è la sua.
Cerca tuo padre,
guardalo negli occhi,
tocca con mano quanto fango
copre il mondo.
È stato giudicato:
non ha avuto tempo per spiegare.
Prendilo per mano ora,
ha bisogno del tuo perdono!
Soave fanciulla
dalla pelle vellutata,
come un angelo
ti sei librata in volo.
In una notte fredda
di questo triste inverno
hai detto addio alla vita,
delusa dall'amore.
Non usare parole inutili
per dire che non l'ami.
Non aspetterà che tu gli dica
"addio".
Silenzioso si perderà nel buio...
Si trascinerà sul limoso terreno
senza percepire l'odore
della primavera ch'arriva.
Guarda
il sole
scemare
trasportato
dall'onda...
Con la
lanterna
accesa
butta
la rete
in fondo
al mare,
pesca
felicità!