Ora non ti sento scivolano come gocce sulla pelle le tue parole e le mie lacrime trattenute a stento dal mio orgoglio che ancora mi difende dalle tue offese. Eppure pendevo dalle tue labbra non l'hai mai capito ed ora mi hai perduto cerchi di recuperare, nel modo sbagliato. Ma questo amore lo hai buttato distrutto e martoriato continui poi parlare lo devi dimostrare. È come un bellissimo fiore ormai reciso ed un vaso con l'acqua non lo può salvare comunque appassirà. Lo vedrai soffrire ad uno ad uno ogni petalo cadrà come la nostra pazienza che non esiste più come la tolleranza... Intanto parla... io non ti sento.
Forse non sono pronta sarà la mia pazzia ma questa storia non la sento mia e questa creatura che sento palpitare qui nel mio seno ha scelto me, non per colpa sua senza pensare. Ancora non riesco e intanto il tempo passa forse condanna a questa mia incertezza un sì deciso o un no ancora non mi appartiene e intanto cresce quello che ne conviene... Amori tanti, non devo più sbagliare ti prego aiutami, ora devo decidere quello che penso già sarà peccato ma tu perdona per non averti subito amato questo è un macigno che pesa nel mio cuore ma per un momento ti voglio pensare... Aspetto che tu dentro mi cresca aspetterò con paura che tu esca voglio raccontarti le mie pene che tu sicuramente hai già sentite poi deciderai se perdonare...
Tutto - una parola sfrontata e gonfia di boria. Andrebbe scritta fra virgolette. Finge di non tralasciare nulla, di concentrare, includere, contenere e avere. E invece è soltanto un brandello di bufera.
Morte, non essere troppo orgogliosa, se anche qualcuno ti chiama terribile e possente Tu non lo sei affatto: perché quelli che pensi di travolgere in realtà non muoiono, povera morte, né puoi uccidere me. Se dal riposo e dal sonno, che sono tue immagini, deriva molto piacere, molto più dovrebbe derivarne da Te, con cui proprio i nostri migliori se ne vanno, per primi, tu che riposi le loro ossa e ne liberi l'anima. Schiava del caso e del destino, di re e disperati, Tu che dimori con guerra e con veleno, con ogni infermità, l'oppio e l'incanto ci fanno dormire ugualmente, e molto meglio del colpo che ci sferri. Perché tanta superbia? Perché tanta superbia? Trascorso un breve sonno, eternamente, resteremo svegli, e la morte non sarà più, sarai Tu a morire.
La Luna nello specchio del comò guarda milioni di miglia lontano (e forse con orgoglio, a se stessa, ma non sorride, non sorride mai) via lontano lontano oltre il sonno, o forse è una che dorme di giorno. Se l'Universo volesse abbandonarla, lei gli direbbe di andare all'inferno, e troverebbe una distesa d'acqua o uno specchio, sul quale indugiare. Tu dunque metti gli affanni in un sacco di ragnatele e gettalo nel pozzo nel mondo alla rovescia dove la sinistra è sempre la destra, dove le ombre in realtà sono corpi, dove restiamo tutta la notte svegli, dove il cielo ha tanto poco spessore quanto è profondo il mare e tu mi ami d'amore.
Che mi ami tu lo dici, ma con una voce più casta di quella d'una suora che per sé sola i dolci vespri canta, quando la campana risuona - Su, amami davvero!
Che mi ami tu lo dici, ma con un sorriso freddo come un'alba di penitenza, Suora crudele di San Cupido Devota ai giorni d'astinenza - Su, amami davvero!
Che mi ami tu lo dici, ma le tue labbra tinte di corallo insegnano meno gioia dei coralli del mare - Mai che s'imbroncino di baci - Su, amami davvero!
Che mi ami tu lo dici, ma la tua mano non stringe chi teneramente la stringe. È morta come quella d'una statua. Mentre la mia brucia di passione - Su, amami davvero!
Su, incendiamoci di parole e bruciandomi sorridimi - stringimi come devono gli amanti - su, baciami. E l'urna, poi, delle mie ceneri seppelliscila nel tuo cuore - Su, amami davvero!
Un vecchio d'oro con un orologio a lutto Una regina di pena con un uomo d'Inghilterra e lavoratori della pace con i tutori del mare Un ussaro della compagnia con un fesso della morte Un serpente da caffè con un macinino con gli occhiali Un cacciatore di corda con un danzatore di teste Un maresciallo di schiuma con una pipa in ritirata Un neonato in abito nero con un gentleman in fasce Un compositore da forca con un pendaglio di musica Un raccattatore di coscienza con un rettore di cicche Un arrotino di Coligny con un ammiraglio di forbici Una suora del Bengala con una tigre di San Vincenzo di Paola Un professore di porcellana con un aggiustatore di filosofia Un controllore della Tavola Rotonda con cavalieri dell'Azienda del Gas di Parigi Un'anitra a Sant'Elena con un Napoleone all'arancia Un custode di Samotracia con una Vittoria di cimitero Un rimorchiatore di famiglia numerosa con un padre d'alto mare Un membro della prostata con una ipertrofia dell'Accademia francese Un robusto cavallo in partibus con un vescovo da circo Un controllore dalla voce bianca con un piccolo cantore d'autobus Un chirurgo terribile con un bambino dentista e il generale delle ostriche con un apritore di Gesuiti.