Poesie d'Autore


Scritta da: Rosita Matera
in Poesie (Poesie d'Autore)

Ladra del mio tempo

Col nastro del Pensiero
io catturo ciò che sono
per sentieri di campagna
che s'aprono a ventaglio.

Fra i rumori della vita,
osservo tra le rose
le pieghe del mistero,
prospettive del mio tempo.

Raccolgo fra le mani l'essenza d'un bagliore
e rubo con un balzo un frammento di Bellezza.
E sono ladra,
ladra del mio tempo
... racconto di nascosto
sotto gli angoli riposti
delle pagine dei libri,
tutto il tempo e meraviglie
che io ascolto dalla Voce
del narrante che mi detta
la beltà che si nasconde
sotto il volto e nelle cose
della quotidianità.
Composta mercoledì 3 febbraio 2010
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    Scritta da: nina.*
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Un attimo dura...

    Tutto è un attimo
    avere un cuore
    per distruggere se stessi
    quando batte così forte
    fino a impedire
    di guardare oltre
    Un attimo dura...
    gli attimi più grandi
    della tua vita
    Il profumo di fresco salato
    più del mare...
    Come la dolcezza del miele
    più amaro.
    Composta mercoledì 3 febbraio 2010
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      Scritta da: Anna De Santis
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Miracolosa

      Soffice si posa
      come un velo, miracolosa
      avvolge tutto come un sogno
      bianco e candido
      eppure così effimero
      tanto per niente.
      Col naso spiaccicato sopra il vetro
      c'è un bambino
      e guarda incredulo quella meraviglia
      in quel freddo mattino
      con la sua mano infreddolita
      cerca di afferrarla
      vorrebbe tenerla, conservarla
      ma il miracolo è una cosa impalpabile
      che non si tiene
      che non si conviene, si osserva e tace
      che brilla con la luce
      un momento e passa
      ma quanta felicità in un attimo...
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        Scritta da: Antonino Gatto
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Caro amico Leone

        Ogni tanto ti penso,
        e ti vedo seduto sullo scoglio
        a fissare un tramonto,
        e di fronte ai tuoi occhi
        solo l'orizzonte,
        un mare calmo,
        ed il tramonto.
        Se vuoi farmi un regalo,
        questa sera,
        mentre il tuo corpo contemplerà
        attonito i colori del cielo,
        tu cattura con la mente quelle sensazioni;
        ed io, nel sogno della notte, verrò a trovarti,
        per prendermi le emozioni che hai conservato per me.
        Ti lascerò un fiore, col mio profumo,
        che coglierai con un sorriso
        al tuo risveglio,
        quando ti ricorderai,
        per un solo istante,
        di avermi incontrato...
        Composta lunedì 8 febbraio 2010
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Anche solo per un istante

          Ho creduto in sogni impossibili
          abbracciato dimensioni sconosciute.
          Ho sentito vibrare l'anima
          e fermarsi il cuore, pensando a te.

          Ho contato ore che ci separavano
          ma che non ci appartenevano
          sperando di trovarci uniti,
          abbracciati ad un attimo fatto di noi.

          Ho ascoltato il tuo immenso
          per poi trovare niente
          costruendo castelli di sabbia
          mi sono infangata tra le onde del mare,
          che tutto ha travolto e tutto si è ripreso.

          Ed ora raccolgo frammenti
          di ciò che speravo, di ciò in cui ho creduto
          di ciò che poteva essere
          di ciò che avrei voluto fosse.

          Anche solo per un attimo
          per un solo istante
          per sentire i suoni della tua anima,
          ne sarebbe valsa la pena.

          Avrei voluto incrociare il tuo sguardo
          passarti le mani fra i capelli
          sentire l'odore della tua pelle
          amarti, anche solo per un'ora.
          Perché sarebbe stato amore
          puro, limpido, cristallino
          prezioso e forte come un diamante.
          Un amore che nessuna
          tempesta avrebbe spezzato.
          Composta martedì 2 febbraio 2010
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            Scritta da: Eclissi
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Non ho camminato nei tuoi sogni,
            né mi sono mostrato in mezzo alla folla,
            non sono apparso nel cortile
            dove pioveva o meglio cominciava
            a piovere (questo verso
            lo cancello e non lo sostituirò),
            era allettante credere, come uno stupido,
            che ti avrei incontrato presto,
            eri tu che mi apparivi in sogno
            (e mi prendeva una dolce tenerezza),
            mi sistemavi i capelli sulle tempie.
            Quell'autunno perfino le poesie
            in parte mi riuscivano bene
            (però mancava sempre un verso o una rima
            per essere felice).
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              Scritta da: Eclissi
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Cos'era

              Era impossibile da immaginare, impossibile
              da non immaginare; la sua azzurrezza, l'ombra che lasciava,
              che cadeva, riempiva l'oscurità del proprio freddo,
              il suo freddo che cadeva fuori da se stesso, fuori da qualsiasi idea
              di sé descrivesse nel cadere; un qualcosa, una minuzia,
              una macchia, un punto, un punto in un punto, un abisso infinito
              di minuzia; una canzone, ma meno di una canzone, qualcosa che
              affoga in sé, qualcosa che va, un'alluvione di suono, ma meno
              di un suono; la sua fine, il suo vuoto,
              il suo tenero, piccolo vuoto che colma la sua eco, e cade,
              e si alza, inavvertito, e cade ancora, e così sempre,
              e sempre perché, e solo perché, essendo stato, era...

              Era l'inizio di una sedia;
              era il divano grigio; era i muri,
              il giardino, la strada di ghiaia; era il modo in cui
              i ruderi di luna le crollavano sulla chioma.
              Era quello, ed era altro ancora; era il vento che azzannava
              gli alberi; era la congerie confusa di nubi, la bava
              di stelle sulla riva. Era l'ora che pareva dire
              che se sapevi in che punto esatto del tempo si era, non avresti
              mai più chiesto nulla. Era quello. Senz'altro era quello.
              Era anche l'evento mai avvenuto – un momento tanto pieno
              che quando se ne andò, come doveva, nessun dolore riusciva
              a contenerlo. Era la stanza che pareva la stessa
              dopo tanti anni. Era quello. Era il cappello
              dimenticato da lei, la penna che lei lasciò sul tavolo.
              Era il sole sulla mia mano. Era il caldo del sole. Era come
              sedevo, come attendevo per ore, per giorni. Era quello. Solo quello.
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                Scritta da: Eclissi
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Mare nero

                Una notte chiara, mentre gli altri dormivano, ho salito
                le scale fino al tetto della casa e sotto un cielo
                fitto di stelle ho scrutato il mare, la sua distesa,
                il moto delle sue creste spazzate dal vento, divenire
                come pezzi di trina gettati in aria. Sono rimasto nella lunga
                notte piena di sussurri, aspettando qualcosa, un segno, l'avvicinarsi
                di una luce lontana, e ho immaginato che tu venivi vicino,
                le onde scure dei tuoi capelli mescolarsi col mare,
                e l'oscurità è divenuta desiderio, e desiderio la luce che approssimava.
                La vicinanza, il calore momentaneo di te mentre rimanevo
                su quell'altezza solitaria guardando il lento gonfiarsi del mare
                rompersi sulla riva e in breve mutare in vetro e scomparire...
                Perché ho creduto che saresti venuta uscita dal nulla? Perché con tutto
                quello che il mondo offre saresti venuta solo perché io ero qui?
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                  Scritta da: mor-joy
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Amore a prima vista

                  Sono entrambi convinti
                  che un sentimento improvviso li unì.
                  È bella una tale certezza
                  ma l'incertezza è più bella.

                  Non conoscendosi prima, credono
                  che non sia mai successo nulla fra loro.
                  Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
                  dove da tempo potevano incrociarsi?

                  Vorrei chiedere loro
                  se non ricordano -
                  una volta un faccia a faccia
                  forse in una porta girevole?
                  Uno "scusi" nella ressa?
                  Un 'ha sbagliato numerò nella cornetta?
                  - ma conosco la risposta.
                  No, non ricordano.

                  Li stupirebbe molto sapere
                  che già da parecchio
                  il caso stava giocando con loro.

                  Non ancora del tutto pronto
                  a mutarsi per loro in destino,
                  li avvicinava, li allontanava,
                  gli tagliava la strada
                  e soffocando un risolino
                  si scansava con un salto.

                  Vi furono segni, segnali,
                  che importa se indecifrabili.
                  Forse tre anni fa
                  o il martedì scorso
                  una fogliolina volò via
                  da una spalla all'altra?
                  Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
                  Chissà, era forse la palla
                  tra i cespugli dell'infanzia?

                  Vi furono maniglie e campanelli
                  in cui anzitempo
                  un tocco si posava sopra un tocco.
                  Valigie accostate nel deposito bagagli.
                  Una notte, forse, lo stesso sogno,
                  subito confuso al risveglio.

                  Ogni inizio infatti
                  è solo un seguito
                  e il libro degli eventi
                  è sempre aperto a metà.
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