Poesie d'Autore


Scritta da: Andrew Ricooked
in Poesie (Poesie d'Autore)

Un albero, una strada, un rospo

Un tavolo da 7, tutti
che ridono forte, senza smetter,
in modo quasi assordante,
ma non c'è gioia nella loro
risata, sembra
meccanica.
Finzione e falsità
avvelenano l'aria.
Sembra che gli altri avventori non lo
notino.
Sono asfissiato dalle risate,
le viscere, il cervello, la mia coscienza,
mi vanno di traverso.
Sogno di prendere una postola, di
avvicinarmi al tavolo
e di far saltare le loro teste,
una dopo l'altra.
Naturalmente, questo mi renderebbe
ancora più colpevole di
loro.
Eppure, continuo a fantasticare e
poi capisco che pretendo
troppo.
Avrei già dovuto capire
da un pezzo che è così
e basta:
che dappertutto ci sono tavoli da 2,
3,7, 10 o anche più
con gente
che ride senza motivo e
senza gioia,
che ride per niente senza
trasporto,
e che questa è una parte inevitabile
di tutto,
come un albero, una strada, un rospo.

Ordino ancora da bere e
decido di non ucciderli, nemmeno
nella mia immaginazione.

Decido, invece, che sono un
uomo davvero fortunato:
il tavolo è a 7 metri di distanza.
Potrei essere a quel tavolo, seduto
con loro,
vicino alle loro bocche,
vicino ai loro occhi e alle loro orecchie
e alle loro mani,
e sentire realmente la conversazione
che provoca le loro risate
senza gioia.
Mi sono già trovato in molte situazioni simili
ed è stata una dura croce,
davvero.

Così, mi accontento della mia buona sorte
ma non posso fare a meno di chiedermi
se al mondo sia rimasto un angolo
con un tavolo da 7 dove
si provano sentimenti autentici,
dove c'è
una bella risata vera.
Spero di si.
Devo sperare di si.
Composta domenica 3 gennaio 2010
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    Scritta da: Giorgio De Luca
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Il risveglio del vulcano (l'isola di Montserrat)

    Dormiva un sonno profondo,
    l'anima buia
    giaceva silenziosa.

    Dove tutto sembrava eterno
    riecheggia, funesto,
    l'incessante rombare.

    La paradisiaca isola,
    ferita a morte,
    ha cessato di vivere.

    Al crepuscolo,
    fantasmi vestiti di lava,
    il volto solcato da
    incandescenti rughe,
    si aggirano confusi
    sull'isola deserta.
    Composta martedì 23 luglio 2002
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      Scritta da: Giorgio De Luca
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Cadean le foglie d'autunno

      L'animo gentil donar volle
      alla diletta sposa.

      Caden le foglie d'autunno...

      Ella, i crin disciolti,
      rapita fu
      dal canto d'usignolo.

      Vibrar poté le ali come
      una libellula
      per adagiarsi là sul fior più bello.
      Composta giovedì 17 ottobre 1996
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        Scritta da: Antonio Prencipe
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Stella guerriera

        Raccolgo petali di rose
        persi nel deserto.
        Strappo pagine del mio passato
        regalandole al futuro.
        Guardo il cielo
        mentre cado nelle tenebre
        e tu stella guerriera
        persa nella notte triste e scura del giorno
        mi parli da lontano
        mi sussurri lentamente
        non mollare
        ma io ho perso il tuo presente
        ed ho trovato il tuo passato
        mentre cercavo di parlare con il mare.
        Stella guerriere
        aiutami a combattere,
        insegnami a volare,
        a catturare sogni,
        insegnami il valore della morte.
        Io t'insegnerò a trovare
        il mio inizio
        perso nelle colline del vento...
        La luna ti cercava
        ed io ti tradii con il sole.
        Stella guerriera
        combatti per me
        nel tuo regno,
        santifica la speranza
        e salva i miei dubbi.
        Ho rincorso l'alba per trovarti
        ma il tramonto mi ha raggiunto.
        Composta sabato 2 gennaio 2010
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          A Madre Teresa

          Dormire vegliando
          dividendo il poco
          o il niente
          alla pari con loro,
          disperati dispersi,
          miserabili
          colmi di Dio,
          calcanti alla porta
          dell'eternità.
          Umile,
          tra gli ultimi degli umili,
          frammenti di umanità
          raccolti da mani d'ali.
          Madre e sorella,
          tempo sacro vissuto
          santificando l'attimo
          al miracolo della vita
          vera.
          Composta sabato 15 giugno 2002
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Così mi apparisti

            Così mi apparisti,
            perpetua tempesta per l'anima
            che tracolora per poco
            sprazzi turchesi di cielo,
            e il sole sventaglia
            nella cupa ombra
            fasci svolgoranti di luce:
            La tempesta si consuma,
            ma tu mai!
            Vivo tra meravigliose paure:
            non essere con te nel vento,
            nella pioggia o nel buio,
            nei tuoni o nel sole,
            o nelle calme improvvise.
            Così mi apparisti,
            come fuoco che scotta
            e mai si consuma.
            Non attimi di vero riposo,
            né vere gioie
            feconde di vita
            a germogliare messi rigogliose.
            Sei meravigliosamente sconcertante,
            ma inutile per il mio cuore
            che bussa alla tua porta:.
            Composta sabato 15 gennaio 2000
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              Scritta da: Antonino Gatto
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Il gran galà della natura

              Un giorno come tanti,
              all'imbrunire della sera,
              quando ancora qualche spiraglio di sole,
              tinge di mille colori il cielo,
              al di là della collina,
              mi ritrovo seduto a meditare,
              circondato solo
              da un melodico canto di cicale.
              L'autunno è alle porte,
              e i colori lasciati sul suolo,
              mostrano lo splendore della natura,
              che pare variopinta,
              come a far gola,
              al desiderio più segreto di un pittore.
              Così il cielo con la sua vanità,
              pare non esserne meno,
              e fra giochi di nubi che vacillano di forme e colori,
              sfila col suo vestito migliore,
              per donare emozioni,
              a chi con l'animo in gola,
              affronta la gravità, con lo sguardo rivolto all'in su.
              Cosa può desiderare di più,
              il cuore di un artista,
              che vive di piccole cose?
              Composta venerdì 1 gennaio 2010
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                Scritta da: Anna De Santis
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Ti penso

                Toccami ancora
                giocami sempre
                fammi respirare un po' di te.
                Salvami da tutto il male
                provami che vale
                quello che ora sei per me...
                Desiderio, solo se ci penso, affiora
                ora per ora
                sopra la mia pelle odora la mia voglia
                e spoglio la vergogna
                scoprendo di esser donna.
                Femmina coperta
                da una educazione certa
                che ora si dimena sopra questo letto
                e perde il suo possesso
                sull'anima e coscienza
                prevale solo il sesso.
                Continua nel tuo gioco...
                non ti dirò fai presto
                e quando dirò basta

                vorrò ancora ed ancora il resto...
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                  Scritta da: Violina Sirola
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Inno al giudice

                  I galeotti vogano per il Mar Rosso
                  spingendo a fatica la galera;
                  il rugghio copre lo stridio dei ceppi
                  strillano, Perù la loro patria.

                  I Peruviani ricordano il Perù
                  un paradiso, c'erano uccelli, danze
                  donne e su ghirlande di fiori d'arancio
                  crescevano al cielo i baobab
                  .
                  Banane, ananassi! Un mucchio di gioie!
                  Vino in vasellame conservato...
                  Ma ecco, chissà perché e da dove
                  i giudici giunsero in Perù!

                  E disposero un cerchio di commi
                  per ingabbiare uccelli e Peruviane.
                  Gli occhi del giudice sono barattoli di latta
                  che scintillano in un mondezzaio.

                  Capitò un pavone blu-ranciato
                  sotto il suo occhio severo come il digiuno,
                  e scolorì sull'istante la magnifica
                  coda di pavone!

                  In Perù volavano per la prateria
                  certi uccellini detti colibrì;
                  il giudice ne prese uno e il pelame e le piume
                  rase al povero colibrì.

                  Adesso, nemmeno in una sola valle
                  vi sono vulcani fumanti.
                  Il giudice ha scritto su ogni valle:
                  "Valle per non fumatori".

                  In Perù persino i miei versi
                  sono proibiti, su minaccia di torture.
                  Il giudice ha stabilito che "quelli in vendita
                  sono bevanda alcolica".

                  L'Equatore freme al tintinnio dei ceppi.
                  Il Perù è vuoto di uccelli e di uomini...
                  Vi abitano soltanto i giudici depressi,
                  rannicchiati con astio sotto i codici.

                  Eppure, sapete, fa pena il Peruviano.
                  Senza ragione gli han dato la galera.
                  I giudici disturbano gli uccelli e le danze,
                  e me e voi e il Perù.
                  Composta nel 1915
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