Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Sotto un abietto salice

Sotto un abietto salice
non ti affliggere più, innamorato:
segua al pensiero rapida azione.
A che serve pensare?
La tua incessante prostrazione
mostra quanto sei freddo;
alzati, su, e ripiega
la tua mappa di desolazione.

I rintocchi che scorrono sui prati
da quella fosca guglia
suonan per queste ombre senza amore
che all'amore non servono.
Ciò che è vivo può amare: perché ancora
piegarsi alla sconfitta
con le braccia incrociate?
Attacca e vincerai.

Stormi di anatre in volo sul tuo capo
e sanno dove andare,
freddi ruscelli in corsa ai tuoi piedi
e vanno verso l'oceano.
Cupa e opaca è la tua costernazione:
cammina, dunque, vieni,
non più così tarpato
in preda alla tua soddisfazione.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore, Poesie d'amore)

    Ninnananna

    Posa il capo assopito, amore mio,
    umano sul mio braccio senza fede;
    tempo e febbri avvampino e cancelliano
    ogni bellezza individuale, via
    dai bambini pensosi, e poi la tomba
    attesta che effimero è il bambino:
    ma finch'è spunti il giorno mi rimanga
    tra le braccia la viva creatura,
    mortale sì, colpevole, eppure
    per me il bello nella sua interezza.

    Anima e corpo non hanno confini:
    agli amanti che giacciono sul suo
    tollerante declivio incantato
    in preda al deliquio ricorrente,
    solenne la visione manda Venere
    di soprannaturale armonia,
    di universale amore e speranza;
    mentre un'astratta intuizione accende,
    in mezzo ai ghiacciai e fra le rupi,
    dell'eremita l'estasi carnale.

    Passano sicurezze e fedeltà
    allo scoccare della mezzanotte
    come le vibrazioni di campana,
    e forsennati alla moda lanciano
    il loro pedantesco, uggioso grido:
    il costo fino all'ultimo centesimo
    - sta scritto in tutte le temute carte -
    andrà pagato, ma da questa notte
    non un solo bisbiglio, nè un pensiero,
    non un bacio o uno sguardo sia perduto.

    Bellezza muore, e mezzanotte, ed estasi:
    che i venti dell'alba, mentre lievi
    spirano intorno al tuo capo sognante,
    mostrino un giorno di accoglienza tale
    che occhio e cuore pulsino e gioiscano,
    paghi di un mondo, il nostro, che è mortale;
    meriggi di arsura ti ritrovino
    nutrito dei poteri involontari,
    notti di oltraggio ti lascino andare
    sorvegliato da ogni umano amore.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Johnny

      Oh, la valle in estate dove io e il mio John
      lungo il profondo fiume andavamo su e giù
      mentre i fiori nell'erba e gli uccelli nell'aria
      ragionavano dolci del reciproco amore,
      e io sulla sua spalla dicevo: "Su, giochiamo":
      ma lui con un cipiglio di tuono se ne andò.

      Oh, il venerdì ricordo, era sotto Natale,
      quando noi due andammo a quel ballo benefico,
      così liscia la pista e chiassosa l'orchestra,
      e Johnny così bello che ero così fiera;
      "Stringimi forte, Johnny, balliamo fino all'alba":
      ma lui con un cipiglio di tuono se ne andò.

      Scorderò mai la sera nel palco al gran galà
      quando pioveva musica da ogni ugola stupenda?
      Pendevano abbaglianti le perle e i diamanti
      da ogni abito di seta argentata o dorata:
      "Oh, Johnny, mi sento in cielo" io dissi in un bisbiglio:
      ma lui con un cipiglio di tuono se ne andò.

      Oh sì, ma era bello come un giardino in fiore,
      alto e slanciato come la grande Torre Eiffel,
      quando si spense il valzer sull'ampia promenade
      oh, quel sorriso e gli occhi mi andaron dritti al cuore;
      "Oh, caro Johnny, sposami, ti amerò e obbedirò":
      Ma lui con un cipiglio di tuono se ne andò.

      Oh, questa notte, Johnny, io ti ho sognato, amore,
      su un braccio avevi il sole e sull'altro la luna,
      tutto azzurro era il mare ed era verde l'erba,
      ogni stella agitava un tamburello tondo;
      io ero in un abisso giù a diecimila miglia:
      ma tu con un cipiglio di tuono te ne andavi.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Alla fine il segreto viene fuori

        Alla fine il segreto viene fuori,
        come deve succedere ogni volta,
        è matura la deliziosa storia
        da raccontare all'amico del cuore;
        davanti al tè fumante e nella piazza
        la lingua ottiene quello che voleva;
        le acque chete corrono profonde
        mio caro, non c'è fumo senza fuoco.

        Dietro il morto in fondo al serbatoio,
        dietro il fantasma sul prato da golf,
        dietro la dama che ama il ballo e dietro
        il signore che beve come un matto,
        sotto l'aspetto affaticato,
        l'attacco di emicrania e il sospiro
        c'è sempre un'altra storia,
        c'è più di quello che si mostra all'occhio.

        Per la voce argentina che d'un tratto
        canta lassù dal muro del convento,
        per l'odore che viene dai sanbuchi,
        per le stampe di caccia nell'ingresso,
        per le gare di croquet in estate,
        la tosse, il bacio, la stretta di mano,
        c'è sempre un segreto malizioso,
        un motivo privato in tutto questo.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Blues in Memoria

          Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
          fate tacere il cane con un osso succulento,
          chiudete i pianoforti e fra un rullio smorzato
          portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

          Incrocino gli aereoplani lassù
          e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
          allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
          i vigili si mettano i guanti di tela nera.

          Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed il mio Ovest,
          la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
          il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
          pensavo che l'amore fosse eterno: avevo torto.

          Non servono più le stelle: spegnetele anche tutte;
          imballate la luna, smontate pure il sole;
          svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
          perché ormai nulla può giovare.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            La verità, vi prego, sull'amore

            Dicono alcuni che amore è un bambino
            e alcuni che è un uccello,
            alcuni che manda avanti il mondo
            e alcuni che è un'assurdità
            e quando ho domandato al mio vicino,
            che aveva tutta l'aria di sapere,
            sua moglie si è seccata e ha detto che
            non era il caso, no.

            Assomiglia a una coppia di pigiami
            o al salame dove non c'è da bere?
            Per l'odore può ricordare i lama
            o avrà un profumo consolante?
            È pungente a toccarlo, come un prugno
            o è lieve come morbido piumino?
            È tagliente o ben lischio lungo gli orli?
            La verità, vi prego, sull'amore.

            I manuali di storia ce ne parlano
            in qualche noticina misteriosa,
            ma è un argomento assai comune
            a bordo delle navi da crociera;
            ho trovato che vi si accenna nelle
            cronache dei suicidi
            e l'ho visto persino scribacchiato
            sul retro degli orari ferroviari.

            Ha il latrato di un alsaziano a dieta
            o il bum-bum di una banda militare?
            Si può farne una buona imitazione
            su una sega o uno Steinway da concerto?
            Quando canta alle este è un finimondo?
            Apprezzerà soltanto roba classica?
            Smetterà se si vuole un po' di pace?
            La verità grave, vi prego, sull'amore.

            Sono andato a guardare nel bersò
            lì non c'era mai stato;
            ho esportato il Tamigi a Maidenhead,
            e poi l'aria balsamica di Brighton.
            Non so che cosa mi cantasse il merlo,
            o che cosa dicesse il tulipano,
            ma non era nascosto nel pollaio
            e non era nemmeno sotto il letto.

            Sa fare delle smorfie straordinarie?
            Sull'altalena soffre di vertigini?
            Passerà tutto il suo tempo alle corse
            o strimpellando corde sbrindellate?
            Avrà idee personali sul denaro?
            È un buon patriota o mica tanto?
            Ne racconta di allegre, anche se spinte?
            La verità, vi prego, sull'amore.

            Quando viene, verrà senza avvisare,
            proprio mentre sto frugando il naso?
            Busserà la mattina alla mia porta
            o là sul bus mi pesterà un piede?
            Accedrà come quando cambia il tempo?
            Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
            Darà una svolta a tutta la mia vita?
            La verità, vi prego, sull'amore.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Il principe rivoluzionario

              "Parla il cameriere"
              Quando tiene i discorsi, è vero,
              è rivoluzionario, lo ammetto:
              ma quando non parla cambia aspetto,
              diventa di tutt'altro umore.

              È a casa che avviene il cambiamento:
              povero me, se manco di rispetto!
              O se nel dargli un foglio non lo metto
              come vuole lui, nel vassoio d'argento!

              Ti basti questo: quando va in campagna
              a tenere le conferenze nei comizi
              sua moglie la chiama: la compagna.
              La compagna? Benissimo: ma allora
              perché con le persone di servizio
              continua a chiamarla: la mia signora?
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                In pretura

                - Alzatevi, accusata: vi chiamate?
                - Pia Tonzi. - Maritata? - Sissignora.
                - Con prole? - No... con uno che lavora...
                - D'anni? - Ventotto. - Che mestiere fate?

                - Esco la sera verso una cert'ora...
                - Già, comprendo benissimo, abbordate...
                - Oh, dico, sor pretore, rispettate
                l'onorabbilità d'una signora!

                - Ma le guardie vi presero al momento
                che facevate i segni ad un signore,
                scandalizzando tutto il casamento...

                - Loro potranno divve quer che vonno:
                ma io, su le questioni de l'onore,
                fo come li Ministri: nun risponno!
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  L'agnello infurbito

                  Un lupo che beveva in un ruscello
                  vidde, dall'antra parte de la riva,
                  l'immancabbile Agnello.
                  -Perché nun venghi qui? - je chiese er Lupo -
                  L'acqua, in quer punto, é torbida e cattiva
                  e un porco ce fa spesso er semicupio.
                  Da me, che nun ce bazzica er bestiame,
                  er ruscelletto è limpido e pulito... -
                  L'Agnello disse: - Accetterò l'invito
                  quanno avrò sete e tu nun avrai fame.
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                    Scritta da: Silvana Stremiz
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Carità cristiana

                    Er Chirichetto d'una sacrestia
                    sfasciò l'ombrello su la groppa a un gatto
                    pè castigallo d'una porcheria.
                    - Che fai? - je strillò er Prete ner vedello
                    - Ce vò un coraccio nero come er tuo
                    pè menaje in quer modo... Poverello!...
                    - Che? - fece er Chirichetto - er gatto è suo? -
                    Er Prete disse: - No... ma è mio l'ombrello! -.
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