Lacrime dalle palpebre, dolori dei dolenti, dolori che non contano e lacrime incolori. Non chiede nulla, lui, non è insensibile, triste nella prigione e triste quand'è libero.
È un tempo tetro, è una notte nera da non mandare in giro neanche un cieco. I forti siedono, il potere è in pugno ai deboli, e in piedi è il re, vicino alla regina assisa.
Sorrisi e sospiri, insulti imputridiscono nella bocca dei muti e negli occhi dei vili. Non toccare nulla! Qui brucia, là arde; codeste mani son per le tasche e le fronti.
Un'ombra... Tutta la sciagura del mondo e il mio amore addosso come una bestia nuda.
La curva dei tuoi occhi intorno al cuore ruota un moto di danza e di dolcezza, aureola di tempo, arca notturna e sicura e se non so più quello che ho vissuto è perché non sempre i tuoi occhi mi hanno visto.
Foglie di luce e spuma di rugiada canne del vento, risa profumate, ali che coprono il mondo di luce, navi cariche di cielo e di mare, caccia di suoni e fonti di colori,
profumi schiusi da una cova di aurore sempre posata sulla paglia degli astri, come il giorno vive di innocenza, così il mondo vive dei tuoi occhi puri e tutto il mio sangue va in quegli sguardi.
Ti guardo e il sole cresce Presto ricoprirà la nostra giornata Svegliati cuore e colori in mente Per dissipare le pene della notte
Ti guardo tutto è spoglio Fuori le barche hanno poca acqua Bisogna dire tutto con poche parole Il mare è freddo senza amore
È l'inizio del mondo Le onde culleranno il cielo E tu vieni cullata dalle tue lenzuola Tiri il sonno verso di te Svegliati che io segua le tue tracce Ho un corpo per attenderti per seguirti Dalle porte dell'alba alle porte dell'ombra Un corpo per passare la mia vita ad amarti
Zenit Tutti quei rimpianti Quei giardini sconfinati Dove modula il rospo un tenero grido d'azzurro La cerva del silenzio sperduto rapida passa Un usignolo straziato dall'amore canta sul Tuo corpo giardino di rose che ho colto I nostri cuori pendono uniti dallo stesso melograno E i fiori di granato nei nostri sguardi schiusi Cadendo poco a poco hanno coperto il sentiero.
Lui ritrova nella memoria La ciocca di lei castana Non par vero ma ti ricordi Dei nostri due destini stanchi Di boulevard de la Chapelle Del bel Montmartre e di Auteuil Me lo ricordo mormora lei Il giorno che ho passato la tua soglia Vi cadde come un autunno La ciocca del mio ricordo E la sorte di noi che ti stupisce Si sposa al giorno che finisce.
Guillaume ApollinaireAl limite dell'orizzonte impallidisce Una sola crepuscolare betulla Dove fugge la misura angolare Dal cuore all'anima alla ragione
L'azzurro galoppo dei ricordi lontani Traversa i lillà degli occhi
E i cannoni dell'indolenza I miei sogni sparano verso i.
Io mi auguro di avere in casa mia: una donna provvista di prudenza, un gatto a passeggio fra i libri, e in tutte le stagioni amici di cui non posso far senza.
Sfiorata dalle ombre dei morti Sull'erba dove muore il giorno L'arlecchina s'è spogliata E specchia il suo corpo nello stagno Un ciarlatano crepuscolare Vanta i prossimi giri Il cielo incolore è costellato Di astri pallidi come il latte Sul palco il pallido arlecchino Saluta subito gli spettatori Stregoni venuti di Boemia Qualche fata e gli incantatori Staccata una stella la maneggia con le braccia tese Mentre coi piedi un impiccato Suona i piatti cadenzando La cieca culla un bel bambino Passa la cerva con i suoi cerbiatti Il nano guarda con un'aria triste Ingigantire l'arlecchino trismegisto.