Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

In pena

In pena per un cielo infranto
per la pioggia che ci bagnerà
vado pensando alla gioia grande
che se vorremo ci prenderà.

Tra dovere ed inquietudine
esita quasta vita rude.
(È una molto grande pena
confessarlo, ora)

Qui ogni cosa odora d'erba.
Su tutto il cielo, in cielo, il volo delle rondini
ci distrae, ci fa pensare...
Io penso una speranza quieta.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Senza rancore

    Lacrime dalle palpebre, dolori dei dolenti,
    dolori che non contano e lacrime incolori.
    Non chiede nulla, lui, non è insensibile,
    triste nella prigione e triste quand'è libero.

    È un tempo tetro, è una notte nera
    da non mandare in giro neanche un cieco. I forti
    siedono, il potere è in pugno ai deboli,
    e in piedi è il re, vicino alla regina assisa.

    Sorrisi e sospiri, insulti imputridiscono
    nella bocca dei muti e negli occhi dei vili.
    Non toccare nulla! Qui brucia, là arde;
    codeste mani son per le tasche e le fronti.

    Un'ombra...
    Tutta la sciagura del mondo
    e il mio amore addosso
    come una bestia nuda.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      La curva dei tuoi occhi intorno al cuore

      La curva dei tuoi occhi intorno al cuore
      ruota un moto di danza e di dolcezza,
      aureola di tempo, arca notturna e sicura
      e se non so più quello che ho vissuto
      è perché non sempre i tuoi occhi mi hanno visto.

      Foglie di luce e spuma di rugiada
      canne del vento, risa profumate,
      ali che coprono il mondo di luce,
      navi cariche di cielo e di mare,
      caccia di suoni e fonti di colori,

      profumi schiusi da una cova di aurore
      sempre posata sulla paglia degli astri,
      come il giorno vive di innocenza,
      così il mondo vive dei tuoi occhi puri
      e tutto il mio sangue va in quegli sguardi.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Ti guardo e il sole cresce

        Ti guardo e il sole cresce
        Presto ricoprirà la nostra giornata
        Svegliati cuore e colori in mente
        Per dissipare le pene della notte

        Ti guardo tutto è spoglio
        Fuori le barche hanno poca acqua
        Bisogna dire tutto con poche parole
        Il mare è freddo senza amore

        È l'inizio del mondo
        Le onde culleranno il cielo
        E tu vieni cullata dalle tue lenzuola
        Tiri il sonno verso di te
        Svegliati che io segua le tue tracce
        Ho un corpo per attenderti per seguirti
        Dalle porte dell'alba alle porte dell'ombra
        Un corpo per passare la mia vita ad amarti

        Un corpo per sognare al di fuori del tuo son.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Verso sud

          Zenit
          Tutti quei rimpianti
          Quei giardini sconfinati
          Dove modula il rospo un tenero grido d'azzurro
          La cerva del silenzio sperduto rapida passa
          Un usignolo straziato dall'amore canta sul
          Tuo corpo giardino di rose che ho colto
          I nostri cuori pendono uniti dallo stesso melograno
          E i fiori di granato nei nostri sguardi schiusi
          Cadendo poco a poco hanno coperto il sentiero.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            La ciocca ritrovata

            Lui ritrova nella memoria
            La ciocca di lei castana
            Non par vero ma ti ricordi
            Dei nostri due destini stanchi
            Di boulevard de la Chapelle
            Del bel Montmartre e di Auteuil
            Me lo ricordo mormora lei
            Il giorno che ho passato la tua soglia
            Vi cadde come un autunno
            La ciocca del mio ricordo
            E la sorte di noi che ti stupisce
            Si sposa al giorno che finisce.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Crepuscolo

              Sfiorata dalle ombre dei morti
              Sull'erba dove muore il giorno
              L'arlecchina s'è spogliata
              E specchia il suo corpo nello stagno
              Un ciarlatano crepuscolare
              Vanta i prossimi giri
              Il cielo incolore è costellato
              Di astri pallidi come il latte
              Sul palco il pallido arlecchino
              Saluta subito gli spettatori
              Stregoni venuti di Boemia
              Qualche fata e gli incantatori
              Staccata una stella
              la maneggia con le braccia tese
              Mentre coi piedi un impiccato
              Suona i piatti cadenzando
              La cieca culla un bel bambino
              Passa la cerva con i suoi cerbiatti
              Il nano guarda con un'aria triste
              Ingigantire l'arlecchino trismegisto.
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