Scritta da: Elisa Iacobellis
in Poesie (Poesie d'Autore)
L'eternità
È stata ritrovata!
- Cosa? - l'Eternità.
È il mare unito
Al sole.
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È stata ritrovata!
- Cosa? - l'Eternità.
È il mare unito
Al sole.
O graziosa luna, io mi rammento
che, or volge l'anno, sovra questo colle
io venia pien d'angoscia a rimirarti:
e tu pendevi allor su questa selva
siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
il tuo volto apparia, ché travagliosa
era mia vita: ed è, né cangia stile,
o mia diletta luna. E pur mi giova
la ricordanza, e il noverar l'etate
del mio dolore. Oh come grato occorre
nel tempo giovanil, quando ancor lungo
la speme e breve ha la memoria il corso,
il rimembrar delle passate cose,
ancor che triste, e che l'affanno duri!
Nel mondo rotondo
a volte confondo
presente e passato.
Azioni riflesse
a volte complesse,
figure convesse
al tutto connesse,
si muovono insieme
come conviene
al mondo che gira.
Torna il passato,
passa il presente,
ancora si ascolta
ciò che una volta
creava emozioni.
Le stesse canzoni
sul cuore confuso,
che colgo e non uso,
perché so che confondo
i giri del mondo.
Ai piedi di una roccia
o sui petali di rosa
che ti sboccia
tra le dita,
si sente che la vita
non è fatta per restare
solamente qua a guardare.
Si deve superare
quel velo del suo mare,
si deve intravedere
il confine dell'amare.
Oltre la parvenza
della fisica esistenza,
senti il battito profondo
di quel mondo
dentro noi.
Non è più mia
la gioia colta
dalla follia.
Non è più mia
la rosa tea,
né la marea
che tutto invade.
Non è più mia,
ma per le strade
di fantasia,
la sento ancora,
la tua poesia.
È andata via,
non è più mia
quell'armonia
e tutto sa
di nostalgia.
Ho corso senza fiato,
nei meandri del mio fato.
Ho corso e poi scalato,
quel sentiero ormai velato.
Ho corso e rimembrato,
ciò che ho detto,
ciò che ho dato.
Ho corso e regalato,
cuore e tempo
al mio passato.
Ho corso e poi fermata:
fino a te sarei arrivata,
sotto un cielo tempestato,
nei meandri del mio fato.
Lungimiranti
i mobili alianti
che sfrecciano in tanti
su cieli infiniti.
I pensieri più arditi,
s'inseguono piano
e vanno lontano
sul far della sera.
Liberi alianti,
su sogni volanti,
la testa che gira
non teme gli istanti
che lungimiranti
inseguono te,
immerso fra tanti.
Perseverare
nell'umano sbagliare
non è poi l'errore
di testa o di cuore.
È perfezione
che manca alla vita,
errare fa parte
di quella ch'è l'arte
di sopravvivenza.
Per tentativi convivi,
con affetto e difetto,
tra giusto e sbagliato,
tra tondo e quadrato,
tra perduto ed amato.
Ma se vista di lato,
la vita si muta,
sol dopo vissuta,
intorno a quel gene
del male e del bene
con eguale tormento,
tra ragione e sentimento.
E se pur muovi un dito,
tutto si fonde
e confonde all'infinito.
Mite sussurrare
di penombre sommerse
in brividi soavi.
Mite pienezza
di rugiada,
su corolle turgide
di polline dorato.
Mite dolcezza,
sulle labbra socchiuse
in attesa di un bacio.
Mite per me,
pensarti
come raggio tra raggi.
L'attesa del tuo sguardo:
un attimo proibito
a due passi dall'infinito.