Dolci mantelli di nebbia gelata, fanno apparire più freddo il tramonto. Quel sole lontano mi prende la mano e fuggo lontano da cose e parole. Dolci promesse di un passerotto, che caldo nel nido ha il canto interrotto e resta assopito, dal sonno rapito. Dolci poesie scritte nel bosco, fanno pensare a chi già conosco. Non sono stranezze queste visioni, ma solo dolcezze e calde passioni.
Notte stregata da una luna rubata: sento il chiarore di una sorpresa e sono già presa da fuochi improvvisi. Non sono derisi i folli sorrisi che cantan canzoni di note stregate, di filtri intriganti, di sogni volanti, di teneri amanti, di magiche attese, di mani pretese. Notte stregata non ancor arrivata, ti ho disegnata non come sei, ma così ti vorrei.
Accenno di gelo su frasi e parole, tra foglie e nocciole. Freddo che avanza non spegne il calore che arde per ore quella parte del cuore ancora segnata. Brividi ardenti: ora li senti non più sorridenti quegli occhi sognanti, ma chiusi e vaganti nel vivere odierno. Se sul quaderno colgo i colori di tempi migliori, non sono di ieri i brividi lievi e leggeri: ancor li ritrovo tra i miei desideri.
Avvolti nel manto dell'umido canto, non noto i contorni di cose e parole, ma avverto i segnali dettati dal cuore. Un velo leggero riflette la luce, cammino e non vedo dove conduce quel lungo sentiero ma sento che è vero: della nebbia il mistero.
Non è un'illusione se tra tante persone che mi passano accanto, come d'incanto vedo una voce, sento un colore, colgo emozione. Non è per passione che son prigioniera, se d'incanto la sera, scrivo per ore frasi e parole. Non penso, non voglio che resti soltanto come d'incanto muta follia, se rifletto nel fuoco e nel ghiaccio la tua luce e la mia.
Tra le dita fiocchi di vita, tra i capelli e non solo tra quelli, fili di ghiaccio e intrecci sinceri di profondi pensieri. Una via di fuga quell'accenno di ruga sulla mia fronte: sta iniziando un bel viaggio, tra le dita un miraggio. Lo sento, è vivo, il 2004 in arrivo. Fuggire non vale, ci tocca restare, seguire gli eventi, fermarsi un momento e con sentimento tener fra le dita, fiocchi di vita.
Un soffio di vento e cogli ogni fiore che è sul tuo cammino. Freddo e senza pietà lasci dietro di te pianti e dolori. Chi sei tu che togli la gioia di vivere e di sognare?
Strana creatura senza anima che non badi a cogliere quel fiore strappandolo alla terra con forza e non badi alle lacrime di mamma che piange sulla tomba bianca.
Nel deserto della moltitudine una voce si è levata per chiedere aiuto
Uomini e donne dagli occhi ormai spenti cuori induriti da cicatrici profonde non possono aiutare non sanno più amare
Un corpo mortificato piegato dal dolore ha chiesto compassione Nessuno ha compreso non vi è stata pietà e i pensieri si sono dissolti le speranze si sono rivelate illusioni
È rimasto il vuoto... un ultimo fremere d'ali e il silenzio...
la notte quando l'antico orologio scandisce il tempo che passa ieri, oggi, domani... ascolto... e non sono più sola
La notte quando i muri bisbigliano tra loro ricordando vecchie storie sempre nuove storie di bimbi, di sposi, attimi di gioia... momenti di dolore ascolto... e non sono piu'sola
La notte quando il vento sibila tra i rami accarezzandone le fronde il suo suono giunge a me come il canto di una nenia arcana
Ascolto... sorrido. E mi addormento serena non sono sola.
Primavera eri ieri poi della calda estate la repentina fine ora è autunno autunno inoltrato laggiù intravedo le bianche distese gli alberi spogli e... l'ultimo soffio è pervaso dal ghiaccio è già inverno.