Non ero amato dagli abitanti del villaggio, tutto perché dicevo il mio pensiero, e affrontavo quelli che mancavano verso di me con chiara protesta, non nascondendo né nutrendo segreti affanni o rancori. È assai lodato l'atto del ragazzo spartano, che si nascose il lupo sotto il mantello, lasciandosi divorare, senza lamentarsi. È più coraggioso, io penso, strapparsi il lupo dal corpo e lottare con lui all'aperto, magari per strada, tra polvere e ululi di dolore. La lingua è magari un membro indisciplinato — ma il silenzio avvelena l'anima. Mi biasimi chi vuole — io son contento.
Ruffiano smeraldoso intricate rame come lunghe braccia al suolo scese. Celi degli amanti i vezzi acquattati al ceppo da occhiate ladre di mai complici passioni.
M'hai portato a vedere la luna sul colle buio era grande, era bianca e tonda tra le fronde metallose mi scopriva allora. In quel fresco gentile il tempo ci somigliava mentre la sua pelle era mia cento fragranze nate inventavano accoglimenti nuovi. Guardavo l'immensa luna io ero più bella di lei.
Controluce a un tramonto di pesca e zucchero. E il sole all'interno del vespro, come il nocciolo in un frutto. La pannocchia serba intatto il suo riso giallo e duro. Agosto. I bambini mangiano pane scuro e saporita luna.
Su un'isola deserta di sabbie finissime sempre pronte a franare nel nulla fu duro tirare fuori tutto dal proprio sacco la terra l'acqua per farne fango col fango fare la compagna la capanna e tirare la barca i remi che spesso si mettevano di traverso l'amo l'arma l'aratro cavare fuori caino con abele ricci rose conchiglie ombre d'estate focolari con angeli d'inverno. La fatica fu quella d'inventare i nomi i colori le funzioni e le tre dimensioni da tagliare nell'amorfa miniera misteriosa. Fu pesante finanche posare le mani stanche inesistenti sui fianchi d'aria.
Tu mi hai fatto conoscere amici che non conoscevo Tu mi hai fatto sedere in case che non erano la mia. Chi mi era lontano oggi è vicino e lo straniero è divenuto mio fratello...