Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Scivola il tocco

Dapprima senti il calore
poi lacrime, gioia?
Scendi nel buio ma senza paura,
anzi, più ne vorresti,
e le mani tremano,
il corpo reagisce
alla voce che manca,
ode alla poesia
supplente al vuoto razionale.
Scivola il tocco e il calore capisce,
il corpo reclama.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Cadere dal basso

    Ho cercato il silenzio,
    ho cercato vuoti da decifrare.
    Ho guardato alto e visto ancor più su,
    mentre la mia ombra si allontanava,
    stanca del mio peso.
    Ho cercato dubbi, ho cercato follie,
    le paure hanno trovato me e le ho alimentate.
    Cosa riuscirò a trasmetterti se non paura
    mentre la gioia mi circonda.
    Ogni mio silenzio
    è la certezza di non essere fraintesa
    ogni mia parola
    è la certezza di una tua risposta.
    Io sono qui,
    io sarò qui
    e sprofonderò se necessario
    per poter guardare in alto
    e vedere te.
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      Scritta da: Cheope
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Trieste

      Trieste
      Ho attraversata tutta la città.
      Poi ho salita un'erta,
      popolosa in principio, in là deserta,
      chiusa da un muricciolo:
      un cantuccio in cui solo
      siedo; e mi pare che dove esso termina
      termini la città.

      Trieste ha una scontrosa
      grazia. Se piace,
      è come un ragazzaccio aspro e vorace,
      con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
      per regalare un fiore;
      come un amore
      con gelosia.
      Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
      scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
      o alla collina cui, sulla sassosa
      cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.

      Intorno
      circola ad ogni cosa
      un'aria strana, un'aria tormentosa,
      l'aria natia.
      La mia città che in ogni parte è viva,
      ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
      pensosa e schiva....
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        Scritta da: Cheope
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Città vecchia

        Spesso, per ritornare alla mia casa
        prendo un'oscura via di città vecchia.
        Giallo in qualche pozzanghera si specchia
        qualche fanale, e affollata è la strada.

        Qui tra la gente che viene che va
        dall'osteria alla casa o al lupanare,
        dove son merci ed uomini il detrito
        di un gran porto di mare,
        io ritrovo, passando, l'infinito
        nell'umiltà.

        Qui prostituta e marinaio, il vecchio
        che bestemmia, la femmina che bega,
        il dragone che siede alla bottega
        del friggitore,
        la tumultuante giovane impazzita
        d'amore,
        sono tutte creature della vita
        e del dolore;
        s'agita in esse, come in me, il Signore.

        Qui degli umili sento in compagnia
        il mio pensiero farsi
        più puro dove più turpe è la via..
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          Scritta da: Cheope
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Dopo la tristezza

          Questo pane ha il sapore d'un ricordo,
          mangiato in questa povera osteria,
          dov'è più abbandonato e ingombro il porto.

          E della birra mi godo l'amaro,
          seduto del ritorno a mezza via,
          in faccia ai monti annuvolati e al faro.

          L'anima mia che una sua pena ha vinta,
          con occhi nuovi nell'antica sera
          guarda una pilota con la moglie incinta;

          e un bastimento, di che il vecchio legno
          luccica al sole, e con la ciminiera
          lunga quanto i due alberi, è un disegno

          fanciullesco, che ho fatto or son vent'anni.
          E chi mi avrebbe detto la mia vita
          così bella, con tanti dolci affanni,

          e tanta beatitudine romita.
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            Scritta da: Marilù Rossi
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Non sa più nulla, è alto sulle ali

            Non sa più nulla, è alto sulle ali
            il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna.
            Per questo qualcuno stanotte
            mi toccava la spalla mormorando
            di pregar per l'Europa
            mentre la Nuova Armada
            si presentava alle coste di Francia.
            Ho risposto nel sonno: - È il vento,
            il vento che fa musiche bizzarre.
            Ma se tu fossi davvero
            il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna
            prega tu se lo puoi, io sono morto
            alla guerra e alla pace.
            Questa è la musica ora:
            delle tende che sbattono sui pali.
            Non è musica d'angeli, è la mia
            sola musica e mi basta. -
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              Scritta da: Marilù Rossi
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Anni dopo

              La splendida la delirante pioggia s'è quietata,
              con le rade ci bacia ultime stille.
              Ritornati all'aperto
              amore m'è accanto e amicizia.
              E quello, che fino a poco fa quasi implorava,
              dall'abbuiato portico brusìo
              romba alle spalle ora, rompe dal mio passato:
              volti non mutati saranno, risaputi,
              di vecchia aria in essi oggi rappresa.
              Anche i nostri, fra quelli, di una volta?
              Dunque ti prego non voltarti amore
              e tu resta e difendici amicizia.
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