Seduta in riva ai miei pensieri
nel silenzio odo echeggiare la tua voce.
Mi assopisco accarezzando la quietezza
dei ricordi scaldati dal sorriso del sole
Prestigiatori
Sono ladri e prestigiatori i poeti,
carpiscono nel buio e nel silenzio
i segreti dell'anima
per trasformarli in emozioni
senza tempo.
Mi manca il tuo silenzio,
il vuoto di parole
che di suoni riempivo.
Ho pianto quest'assenza
e di te cerco suoni.
La notte m'è compagna
attendendo nuovo noi.
Calde lacrime dell'anima
bruciano il cuore,
accarezzano il viso,
velano lo sguardo.
Illumini di candore
i giorni donati dal destino
tra sguardi e muti sorrisi.
Sono luci d'innocenza
i tuoi grandi occhi.
In silenzio vivo il tuo dolore!
Verrò a trovarti questa notte
fra i sogni che al risveglio
più non rammenti.
Scalza e a passi lenti,
lieve come un petalo nel vento,
ti camminerò sul cuore
e lì resterò impigliata
fra i tuoi abbracci inconsapevoli,
Riuscirò a sfiorarti
nell'assenza
accarezzando i tuoi pensieri.
Al nascere dell'alba
aprirai i tuoi occhi
e mi vedrai dentro di te!
Respiro innamorata
il tuo sguardo d'amore,
che s'intreccia col mio
nel tocco di una carezza,
mentre l'emozione,
nel nostro abbraccio,
vola.
Sognante e assonnata,
scrivo di te
per accendere una notte senza luna.
Imbratto pagine
di illusorie speranze
per spegnere il dolore
dell'assenza
e mi sorprendo ad attenderti,
con la lucida consapevolezza
di poterti scorgere
solo nel calore di un miraggio!
Quel pomeriggio sulla spiaggia
Passeggiavo con mio figlio
Che piroettava sulla sabbia.
Il vento caldo marino profumato
Copriva le parole consigliandoci il silenzio
Non so perché, ma mi sentivo bene
Sembrava che quel posto fosse mio.
La mia mano si riempì di quelle piccole dita,
Mi tirarono in basso e mi voltai,
Vidi i suoi occhi grandi impauriti,
Allora lo tirai su.
Il mare riversava le sue onde rumorose
Ed il vento vibrava la sua canzone
L'acqua sapida e tiepida ci raggiungeva sollevandosi nell'aria.
Mio figlio mi cinse il collo col suo braccino
Gli indicai allora un punto lontano
Dove una vela stava scivolando all'orizzonte.
Mi chiese dove andasse e perché,
Io mi sentii sicuro e gli dissi che si
Svolgeva ora una battaglia
e che quello era un nostro cavaliere.
Rimase sorpreso e mi chiese altro,
Lo guardai negli occhi, come un vecchio può fare con un giovane e
Senza nemmeno saperlo scrissi il suo destino.
Gli dissi che ero re e che quella terra era la nostra terra,
che quel cavaliere stava difendendo il nostro paese
e che un giorno anche lui avrebbe avuto dei soldati.
Mi abbracciò,
appoggiò la sua testa sulla mia spalla
e mi sussurrò: ti voglio bene papà.
Si rincorrono
si giocano il futuro
sulle sponde d'uno sguardo.
Hanno atteso e
aspetteranno
un'ora ancora
un secolo,
tirati a lucido
da una passata di luna.
Non pensano a pregare
ma restano in equilibrio
sospesi,
sull'altare polveroso
di un tempio
caduto in rovina.
Ammiro incantato
le dolci note vibranti
dell'inverno imminente
scendere a fiocchi,
copiose e ritmate
come voci bianche,
singoli strumenti
d'una vivace sinfonia.