Poesie generazionali


Scritta da: Stefania Sernicola
in Poesie (Poesie generazionali)

Senilità

Ho cacciato il sole
fuori dalla finestra,
se n'è andata
anche l'ultima farfalla testarda;
gli anni hanno avvolto memorie
in corolle di vento
ed è inutile cercare
segnali
tra i barattoli vuoti
della strada.
Soltanto la luna
bussa discreta
alla mia porta,
mite
come la ragazza
che vende fiori.

Dietro a me
sorgono schiere
di uomini nuovi,
con le anfore
che recano sogni
e il passo danzante
della festa.

Ed io,
con la mia fiaccola spenta,
con i miei gesti
slavati dalla pioggia,
sono un cane
disorientato
tra i fari
delle auto.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: realtà
    in Poesie (Poesie generazionali)

    la propria meta in una vita.

    Soldi nella vita ho tentato a trovare,
    e adesso che soldi sono riuscito a fare,
    della vita il senso mi sono messo a cercare...
    Di tutto il comprabile, adesso, posso essere padrone,
    perche il mio cuore allora lo stesso duole?
    Solo mi sento,
    mentre mi avvio,
    respinto dal freddo vento,
    verso la mia casa,
    dove nessuno mi aspetta.
    Che belle le coppie innamorate,
    che ogni di, vedo, per le strade con mani incrociate.
    abbracci, sorrisi, risate e bacini,
    tutti gioiscono, nei parchi, nell'ombra dei pini
    forse la cosa sbagliata nella vita ho cercato,
    purtroppo nella vita, per colpa dei soldi, ho poco gioito
    ma niente ancora e passato,
    se nella vita l'essensiale avrai capito,
    e alla vita vera ancora non avrai rinunciato,
    potrai cambiare,
    e della vita il vero vivere potrai ancora assaporare.
    Composta sabato 27 aprile 2013
    Vota la poesia: Commenta
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Con te sulla luna

      Vorrei dondolarmi con te su uno spicchio di luna,
      per dirti una cosa che non direi mai a nessuna,
      con la voce un po' roca ma sincera...
      ti dico ti amo in una sola parola ma vera,
      e mentre le stelle ci stanno a guardare
      e la luna con noi si rispecchia nel mare,
      tu mi regali il primo bacio d'amore.
      Composta martedì 19 marzo 2013
      Vota la poesia: Commenta
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Mai più che non fu

        Orme sul terriccio rosso
        Di stivali viola
        Qual fu il tornado che ci portò
        a piccoli passi come lapilli in volo
        Qual buon vocione ci accolse
        agli occhi di un libro che muore
        Andò in fondo ed io mi immersi
        Gelo gelo gelo mai più che non fu
        Gelo gelo gelo che saltai inarcando l'orizzonte
        Che del tuffo mio nuotai nel buio buio buio
        Di castano e ragione ero il signore
        Libro caro che non si fose
        Fuori dal gelo il polso mio lo trasse
        Che il vocione caro mio adorato male criminale
        tolse prendendo il libriccino
        Grato ci lodò ruggendo se hai preso la mia biografia
        Rassegnato e grato ci lasciò nuotare
        Che noi non potemmo fare altrimenti
        Che mi destai di salto cessando quel paradiso
        Di così bell'uomo destante di una madre assopita
        Mai fui attratta dalla sua mente e psicologia
        Come il ventre nella più dolce delle attese.
        Composta giovedì 25 aprile 2013
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Stefano Napolitano
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Amore e universo

          Un mondo che non mi appartiene più, il modo in cui sei andata via tu
          una stella appena esplosa, i suoi frammenti su di me
          un amore che non c'è più, e forse mai ci fu
          una galassia immensa, tu al centro di essa
          meteore che son passate, ora ne fai parte anche tu
          ghiaccio nello spazio, ghiaccio dentro te
          un mondo che non mi appartiene più, il modo in cui sei andata via tu
          forme di vita che non conosco, forme di vita che dimenticherò
          universi paralleli, ma anche li io e te non siamo insieme
          buchi neri senza orizzonte degli eventi, perché all'orizzonte non ci sei tu
          sole e stelle son lo stesso, solo con te sarebbe tutto diverso
          un mondo che non mi appartiene più, e mai più mi apparterrà.
          Composta giovedì 25 aprile 2013
          Vota la poesia: Commenta
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Ti lascio danzando

            Oggi posso distruggerti per sempre,
            nell'infinito che ti accompagnerà in una tetra e amara solitudine.
            Mi sono persa in te cercando me,
            mi sono smarrita nel peccato senza un cervello,
            trascinandomi in una televisione domata dalle illusioni.
            Le punte,
            stese,
            hanno toccato quel fondo,
            poi sono arrivati anche i talloni.
            Ho creduto di non slanciarmi,
            poi in pliè ho piegato
            gambe di pietra
            e con la forza di un uragano sono risalita.
            Ho volteggiato in giri immensi tubolari,
            nel tunnel dove la vita mi aveva scaraventata.
            Poi milioni di pirouettes,
            scende la calma,
            il fiatone,
            in prima,
            in sesta,
            l'inchino alla nuova vita che ho
            e a quella che verrà.
            Libera,
            fuori da te,
            da tutto,
            da tutti,
            nella beata solitudine che vedono e nella compagnia che sento.
            Ora sono chassè, pas de bourrée,
            la coreografia che compongo e non sospenderò più.
            Ti lascio anche col pensiero,
            resti un ricordo indefinito,
            ma non mi farai sbagliare i passi.
            La mia danza
            è vita su di un palco
            dove non vi sono luci
            ma solamente spettatori.
            Ora guardami,
            insieme agli altri,
            non interrompermi dopo l'esordio,
            sarò sul podio ad autografare libri della mia essenza.
            Non ci sarà più tempo,
            voglia,
            amore,
            testa,
            male
            o
            bene
            che mi tenga attaccata al vecchio filo che fu.
            Vota la poesia: Commenta
              in Poesie (Poesie generazionali)

              Sempre Primavera

              Solo gli angeli, i falchi e le nuvole sanno volare alti
              nel blu più profondo a noi non ci è concesso,
              possiamo farlo solo con l'anima, liberandoci
              del doloroso fardello che trasciniamo da tempo,
              immaginiamo che sia sempre primavera
              sprofondiamo nella sua confortevole luce,
              immergiamoci nei suoi dolci ed estasianti profumi,
              tinteggiamo la nostra vita con i colori della rinascita,
              lasciandoci alle spalle il gelido inverno appena finito.
              Semplicemente il tutto avrà un senso e la nostra esistenza
              si fonderà con la meravigliosa natura che ci circonda e ci avvolge.
              Composta lunedì 22 aprile 2013
              Vota la poesia: Commenta
                in Poesie (Poesie generazionali)

                Orologio londinese

                Che del tuo canto oramai non sento le note
                che l'animo mio muta il vento ciarlatano
                ah tu pena mai scontata
                che canti idilli dall'inferno
                lancetta corta di un fiato che si allunga
                come le ore in una mattinata e la luce sulle tenebre
                lancetta lunga delle ore a forzarmi a far la dura
                che sul mio nido al di sotto del mondo
                mi ci siedo e sono una montagna d terra.
                Madre terra. Big ben da dietro i cespugli
                molti occhi ti hanno visto e mai osservato
                ma mai quanto le mie pupille odono le tue note
                solo a te volgo il cuore come il girasole alla sua stella
                tu meraviglia dai tre occhi, con l'iride dell'assurdo ed impossibile
                il mistero ti nacque dalle labbra e dalle carni
                la ragione ti nacque dalle lacrime e dalle mani
                oh londra adorata arpa e campane
                canta ancora con la voce mia
                che figlia della ragion pura dal tuo ventre
                venni generata.
                Composta domenica 21 aprile 2013
                Vota la poesia: Commenta