Poesie generazionali


Scritta da: Luca Zecca
in Poesie (Poesie generazionali)

Squittii lontani nella foresta echeggiano

Squittii lontani nella foresta echeggiano,
di lupi che non sanno di essere divenuti per morale conigli!
Non vi siano a loro giacigli,
non fioriscano in lor animo fino a un riscatto nuovi gigli.
Di sol pane non vive l'uomo disse il redentor,
fiamme e saette rinvigoriscon il riscatto nel mutamento di sentor.
La via è ardua e stretta e non richiede certo pochi sforzi,
mal ner reciproco rimembrar di colpi bassi si muore; e ciò, per Dio, si smorzi!
Non sia mai che qualcuno per errore decida di avvicinarsi,
solo sull'odio e le divisioni bisogna concentrarsi!
Ma fino a quando!? Fin quando su ciò si può soffermarsi!?
Per pace e amore fummo tutti creati,
l'odio e il dubbio son figlio dei cherubini nel fuoco sprofondati.
Sì tanto bello potrebbe essere il futuro,
non di questa Terra infatti sono i frutti delle nostre azioni,
perché quindi inficiarsi sul dopo solo per non saper tenere vili reazioni,
perché non vivere in pace un cammino che finirà di sicuro!?
Composta domenica 21 aprile 2013
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    in Poesie (Poesie generazionali)

    Tempo

    Ho bisogno di tempo per cicatrizzare le ferite,
    per allargare le spalle che tenevo chiuse per non farmi vedere.
    Ho bisogno di tempo per tornare a sorridere di tutto
    e ne ho bisogno per tornare a pensare
    che le persone non sono tutte uguali
    e che di alcuni ci si può fidare.
    Tempo per convincermi
    che in me c'è più di quel che vedo.
    Ho bisogno di poter tornare a sorridere di tutto e
    di non dover sorridere per cortesia.
    Di non aver paura di chiedere
    temendo di dover ricevere un secco no come risposta.
    Ho bisogno di tempo
    per potermi convincere che là fuori
    qualcuno mi vuol bene
    e me ne vorrà sempre,
    e sopratutto
    che il tempo di cui avrò bisogno
    per guarire
    segnerà la fine dei miei problemi.
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      in Poesie (Poesie generazionali)

      UN BACIO

      Vorrei guardare nei tuoi occhi e provare che ti amo,
      tracciare con un dito le linee del tuo viso
      e soffermarmi sulla tua bocca.
      Pregustare l'emozione di un bacio,
      calore e carne che si muovono all'unisono
      guidati dal battito dei nostri cuori
      che danzano al suono di una dolce melodia
      fatta di amore di passione e di promesse senza tempo.
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        Scritta da: TDM
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Alberi, stagioni, persone

        Ci sono alberi sempre verdi
        ma per le sofferenze della vita diventano rari,
        le stagioni si sono fermate, c'è solo l'autunno
        le foglie cadono, muoiono.
        Le foglie ingialliscono, si ammalano
        quelle verdi ci sono ma diminuiscono sempre di più
        i germogli sono sempre più rari.
        L'albero è sempre lì, con le sue radici.
        Non può spostarsi per cercare nuova linfa
        nuove stagioni, aria pura.
        Rimane lì in silenzio, può solo assorbire
        le disgrazie della vita, aumentando la sua corteccia
        e sperare che il sole le dia nuova vita.
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          in Poesie (Poesie generazionali)

          Il Mio Fiore

          Il vento testimone del mio amore porterà in ogni parte del mondo
          il profumo di un fiore, i suoi petali racchiusi,
          nascondono delicate e soavi emozioni
          un suo solo soffio, ti avvolge in un
          abbraccio da toglierti il respiro
          e il suo grido esulterà ovunque
          amore oltre la vita
          a te che sei il mio fiore.
          Composta martedì 16 aprile 2013
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            in Poesie (Poesie generazionali)

            Minuti d'aria

            Non conoscerti mi aiuta nell'intento del dovere.
            I minuti di lavoro che ti hanno presentato non portano niente dentro questa dannata mente.
            Lineamenti perfetti nell'imperfezione di una vita incatenata,
            con le spalle al muro di una gabbia che io stessa ho costruito.
            Sono la protagonista della mia disfatta,
            del tanto comune che resta,
            del niente personale che permane.
            Inerme, inadeguata e inutile,
            nella folla delle vie dell'esistenza,
            dove i peccati ci toccano e le gioie ci sfiorano appena.
            Ho scovato la pace nel tuo sguardo
            e nel tuo corpo,
            in quegli infiniti istanti materiali,
            dove forse solamente io respiravo.
            Oggi sei un ricordo nitido,
            poi spiccherai il volo,
            come tutti,
            come tutto,
            come tutte le cose belle.
            Sono tornata a vivere per pochi minuti,
            sempre nell'impossibilità del concesso.
            Composta venerdì 12 aprile 2013
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              in Poesie (Poesie generazionali)

              Un sogno

              un gruppo di medici è  venuto in ufficio.
              Avevano rimostranze da fare,
              ne ho riconosciuti molti
              eravamo stati ragazzi insieme,
              ma loro non hanno riconosciuto me,
              sono un uomo sciupato.
              Portavo come sempre
              documenti nella stanza accanto  
              e cercavo qualcuno.
              Le impiegate mi hanno detto che non c' era ancora “ il poi” che sarebbe dovuto arrivare.
              Ma non era mai in orario.
              -Anzi è sempre in ritardo-
              una di loro lo ha detto
              ridendo forte,
              ci siamo stretti
              strusciati.
              Lei si è bagnata,
              ma forse erano lacrime
              scivolate in basso,
              mentre mi stringeva forte
              con mani cattive.
              Subivo la stretta
              ma seguivo con gli occhi d' illuso
              i medici andare all'  uscita
              con l' aria di chi ha vinto
              ma voleva di più.
              Dietro la porta di legno e chiodi
              il medioevo,
              strada in salita
              strada di grossi sassi appuntiti.
              Verso la piazza,
              alla stazione del treno
              Fellini Federico
              professione impresario
              aveva mandato un clown dietro al gruppo
              di turisti stranieri,
              saltava e suonava la tromba.
              Io stavo a distanza
              con i pantaloni bagnati
              bagnati di lei.
              Il cielo si manteneva scuro,
              tarda serata d' estate
              o preludio al temporale  
              o pomeriggio d' inverno,
              niente mi era ben chiaro,
              solo i miei tempi sbagliati,
              forse.
              Composta venerdì 12 aprile 2013
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                in Poesie (Poesie generazionali)

                Una nuova alba.

                Quest'oggi un nuovo giorno nasce per noi
                la tempesta è passata portando via
                tutto ciò che infieriva. Sul nostro amore
                un sole nuovo risplende sul mondo
                è l'alba che lo precede, risplenderà
                sulla tua e sulla mia anima.
                Oggi è il preludio di una nuova vita.
                Un cui saremo liberi di
                appartenerci l'uno verso l'altra.
                Composta venerdì 12 aprile 2013
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