Poesie personali


Scritta da: G. Casarini
in Poesie (Poesie personali)

Spirava uno zefiro gentil

Spirava quel dì uno zefiro gentil,
soave melodioso degli uccelli
il canto, di profumi fiori erbe
arbor odorava il bosco, fresco
il capanno, soffice il giaciglio,
lì la mia ninfa, ignudo, d'amor
pronto alla tenzone qual dio
Pan ardente il desiderio pronto
sol attendeo poi venne, vide,
persi, irata irose le parole disse:
non può esservi pugna non
battaglia con simile zagaglia!
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    Scritta da: Paolo Annibali
    in Poesie (Poesie personali)

    Venticinque Dicembre

    Una donna, suo marito,
    un muro diroccato,
    l'unico riparo,
    si scambiano
    teneri sorrisi,
    fulgidi sguardi
    mentre ulula il vento, là fuori
    e fiocchi d'innocenza
    s'infrangono sui vetri
    di locande sprangate,
    ostili, come può esserlo
    il cuore dell'uomo
    che non sa più sperare.

    D'improvviso, nell'aria,
    si spandono vagiti:
    una tempesta nei cuori
    questo strano Amore
    che mai nulla pretende,
    eppur mai vano
    perché scalda l'alma
    con un sorriso
    e prendendo la tua mano
    ti conduce verso l'Infinito,
    anzi, ancor più lontano.
    Composta domenica 23 dicembre 2012
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      in Poesie (Poesie personali)

      il resoconto

      Come un fumatore di fede,
      confuso nel suo credere di pensare,
      chiusa la porta in faccia a un incompleto ieri ancora non ho aperto quella del domani,
      abito sospeso nel mio fumo.
      Resta il ricordo
      dell'aver fatto alle testate
      per le idee degli altri,
      vangeli di quarta mano
      con mille correzioni,
      pagati molto cari,
      ferite sotto gli abiti
      e sotto pelle.
      Come un fumatore di fede
      ho creduto
      a chi mi ha fatto credere di pensare,
      ed ho fumato fumo.
      Composta mercoledì 26 dicembre 2012
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        in Poesie (Poesie personali)

        Chissà come si dice merry christmas in italiano

        Dalla finestra sul retro,
        il vuoto,
        il niente,
        auto parcheggiate,
        bagnato in terra,
        gocce di pioggia senza convinzione,
        senza la voglia di far danni
        o bagnare troppo,
        insolito silenzio.
        Ed oggi passerà
        fra "pranzi meravigliosi"
        e pranzi che "pensavo meglio",
        la messa "almeno per quel giorno",
        i regali fatti col cuore o per tradizione,
        un merry christmas
        perché l'inglese fa più natale,
        foto di gruppo
        col bicchiere in mano
        e qualche mal di pancia.
        E tanta allegria a chi è già allegro
        e più tristezza a chi è già triste di suo.
        Ma forse vedere in tv
        un pranzo offerto ai bisognosi
        e l'intervista fatta ad arte
        basta a far star bene tutto l'anno,
        ed il commento "poverini"
        assolve benedice lava le coscienze.
        Ancora in piena digestione
        già si scatena l'ansia del cenone
        del botto a mezzanotte,
        delle mutande rosse e della pazza gioia,
        al capodanno.
        Eccoci qua
        pronti alla ripartenza,
        con l'occhio agli orologi
        e la bottiglia in mano,
        ridere è d'obbligo.
        E poi di nuovo ad incazzarsi tutto l'anno,
        sognando che dopo il tre gennaio
        vengano i giorni del buffo carnevale
        e subito l'agosto
        per una una vacanza
        e dopo agosto
        subito natale,
        e tutto si ripeta,
        come d'usanza.
        Composta mercoledì 26 dicembre 2012
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          in Poesie (Poesie personali)

          I preparativi

          Perché vi meravigliate
          se sono qui da giorni,
          e mi comporto in modo per voi strano,
          chiudo e riapro valigie vuote,
          disfo e compongo abiti da inverno,
          li lascio lì e passo ad altro,
          ma sempre lasciando valigie vuote.
          Voi se partite,
          anche per poco tempo,
          ci state un giorno intero a far preparativi,
          fare e disfare
          poi ricontrollare.
          Pensate a me,
          che parto per l'ultimo viaggio,
          quello più lungo,
          quello per sempre,
          Tenete d'occhio invece
          quella montagna di sassolini
          che ho tolto tutti dalle mie scarpe.
          Ce n'è uno per ognuno di voi,
          ognuno prenda il suo
          e se lo cacci
          dove si cacciano quelle medicine
          che non si prendono per bocca
          ma per quell'altra via.
          Composta mercoledì 26 dicembre 2012
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            in Poesie (Poesie personali)

            La corsa e rincorsa

            Aspro sapore
            quello del tuo fiato corto,
            sempre di uomo in corsa,
            sempre con qualcuno dietro,
            mascheri il viso,
            cambi sempre passo,
            sobbalzi anche ad un tuo colpo di tosse,
            brutto il tuo male,
            colpevole di nulla,
            quindi di tutto.
            Per rallentare
            per riposare un po'
            ti appesantisci
            con qualche sasso in tasca,
            solo un attimo,
            li getti e torni a correre,
            senza sapere per dove,
            senza sapere da chi,
            solo il perché,
            quello lo sai.
            Vorresti sempre tempo piovoso,
            il cappuccio in testa,
            la maschera in faccia.
            La porti tutta tu
            la vergogna che dovrebbe essere di altri.
            Composta mercoledì 26 dicembre 2012
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              in Poesie (Poesie personali)

              Per non sentire male

              Se rinascessi
              vorrei essere una cosa,
              utile o inutile,
              da prendere a calci
              o tenere in un angolo,
              dimenticata,
              una cosa che fa tenerezza
              o inorridisce,
              che sta in casa o al chiuso.
              Vorrei essere un'arma
              che difende da un arma che offende
              o viceversa.
              Tutto vorrei essere
              fuorché un essere pensante,
              che soffre.
              Composta mercoledì 26 dicembre 2012
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                in Poesie (Poesie personali)

                La galleria chiusa al pubblico

                Fai della mia lingua
                la frusta leggera per il tuo piacere,
                usa la tua bocca
                ma non per parlare.
                Fai delle mie mani
                le tue carezze al corpo
                e del tuo alito
                quel tiepido calore
                che scalda i nostri incontri.
                Facciamo delle nostre vesti
                stese
                confuse a terra
                veli come mura
                a isolarci dal mondo.
                Ti osservo
                statua che si muove
                fatta di pelle e profumo,
                sembri scolpita apposta per stare sopra un letto.
                Io sono il visitatore
                di questo tuo corpo nudo,
                collezionista di un solo pezzo,
                unico,
                in questo museo,
                fatto per noi soltanto e chiuso a tutti gli altri.
                Composta mercoledì 26 dicembre 2012
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