Scritta da: goccia di miele
in Poesie (Poesie personali)
Tu non sai il male che mi fai,
piccola presenza costante
che discretamente ti affermi
e ti insinui piano tra le pieghe della mia vita.
Sei forse tu la risposta ai miei perché?
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Tu non sai il male che mi fai,
piccola presenza costante
che discretamente ti affermi
e ti insinui piano tra le pieghe della mia vita.
Sei forse tu la risposta ai miei perché?
Cos'è l'amore?
È un sentimento!
Cos'è un sentimento?
È un'emozione!
Cos'è un'emozione?
Non c'è definizione.
La senti inaspettatamente,
Arriva senza annunciarsi.
E questo spesso provoca dolore.
Un'emozione è breve,
Arriva e va via.
E l'amore allora è un'insieme di emozioni?
Si!
Ecco perché fa tanto male!
Perché è un'continuo andare e venire.
Incessantemente!
Non sempre...
A volte, ma solo raramente,
l'amore è costante.
Si può provare un'emozione costante?
Si!
E come si fa?
Ecco è questo il vero problema!
Arriva, non lo si crea,
Arriva e basta.
Non bussa alla porta,
non ti manda un messaggio,
non si fa annunciare!
Arriva inaspettatamente.
Come un'ospite inatteso,
a volte addirittura indesiderato!
Non ti da il tempo di pensare!
Se sei impreparato a quella visita
non ti aspetta!
Arriva e se ne va!
E non puoi neanche star li ad aspettare,
a cercare, perché altrimenti non arriverà!
Che fregatura allora è l'amore!
E già!
È la fregatura più grande,
perché se non riesci ad afferrarlo in tempo
ti strazia e se ne va!
Ci sono lacrime nella vita
che nessun abbraccio
nessuna carezza
nessuna parola
neanche il tempo
potrà
mai asciugare.
Una foto,
un ricordo, una lacrima,
un pensiero nostalgico,
di un tempo
ormai troppo lontano.
tempo,
che non torna più,
una foto, un ricordo
ancora vivo, un sorriso,
un bacio a quella foto
di un tempo lontano
che mai più ritorna.
Ed impari che nonostante
tutto ciò che è vita
ti regala,
nonostante tu ti protegga,
alzando un muro tra te ed
il mondo
quasi a difenderti
dagli altri, e
nonostante sei triste
nonostante la malinconia
ti abbraccia
impari quanto sia poi bella
la semplicità della vita.
Sole novembrino,
che butta luce in casa,
e ti torna la speranza e il sorriso,
sembra una specie di primavera,
e sei rincuorato un po',
rumori del mattino,
un auto passa,
colpi lontani,
di muratori;
e pensi a lei,
al suo viso,
e tutto ti manca,
in questo silenzio
del mattino,
che ti fa volare col
pensiero sino a
lei,
lontana,
laggiù;
il telefono tace,
non ti parla,
non sai niente.
Mi amo da solo,
vivo solitudine densa.
Il tempo assilla
squillando sveglie e doveri.
Il piacere si dissolve,
piccolo urlo e respiro.
Squillava il tempo,
assillante sveglia.
Urlo il tuffo,
solitudine densa
la strada.
Suono dolore
come arpa senza corde
nel vuoto di un addio
che non c'è.
Nel protrarsi
di una melodia
che non esiste,
di una luce spenta
nell'anima ferita.
Ho sentito il silenzio urlare
"torna, torna".
Come spiegargli che ora non posso,
che la vita mi impone altri percorsi.
Come dirgli che ora devo restare
in mezzo al caos che non mi appartiene.
Datemi parole che non si possano sentire,
datemi lacrime che non sappiano di sale,
datemi carezze che sappiano placare
il vento rovente che mi trascina
verso la dimora della mia anima.
Non urlare così forte...
non far tremare le mie fondamenta
perché questa casa sta già crollando
e presto sabbia sarò, sì, per te
mio amato deserto.
Giro in tondo dentro me
come un cane cerca la sua posa,
niente mi sottrae a questo moto
ove nulla finisce.
Una solitudine immensa esiste
e sembra torpore,
la pioggia una finzione,
l'anima disfatta nell'aria
è orto incolto.