Scritta da: Sir Jo Black
in Poesie (Poesie personali)
Stringi questa mano
Stringi questa mano,
entrala nel tuo cielo,
resterà con te
e sarà carezza,
non fuggirà lontano,
aiuterà la tua.
Composta lunedì 27 febbraio 2012
Stringi questa mano,
entrala nel tuo cielo,
resterà con te
e sarà carezza,
non fuggirà lontano,
aiuterà la tua.
Cielo bianco di sole
dove non sono trasparenze,
lievi nebbie da diradare
cercando occhi che guardano vita.
Occhi veri che osservino
nei miei con i miei i suoi
nei suoi con i suoi i miei.
Cielo bianco di sole
dove non sono trasparenze,
lievi nebbie da diradare
cercando chi suona sentendo vita.
Suoni veri che parlino ascoltati
nei miei con i miei i suoi
nei suoi con i suoi i miei.
Cielo bianco di sole
dove non sono trasparenze,
noi vicini:
occhi negli occhi,
suoni nei suoni,
passi nei passi,
mano nella mano,
lievi nebbie da diradare.
C'erano una volta due persone, Primo e Ultimo.
Primo diceva di sapere sempre tutto,
Ultimo cercava di sapere.
Primo diceva che non si fidava di nessuno,
Ultimo diceva di voler prima conoscere e poi giudicare.
Primo pensava di essere il migliore,
Ultimo cercava di non essere il peggiore.
Primo pensava di essere il più sfortunato,
Ultimo pensava che ci fosse qualcuno meno fortunato di lui.
Primo pensava che il prossimo non aveva bisogno di nulla,
Ultimo pensava di avere qualcosa da poter dare al prossimo.
Primo diceva che avrebbe fatto tanto, Ultimo.
Non so voi, ma io ammiro tanto Ultimo!
È stata lunga la strada per arrivare a te,
ora sono felice,
eri quella giusta.
Ma sono arrivato tardi,
sono così stanco.
Posso solo distendermi,
e non rialzarmi più.
Le ho messe in fila le mie mille parole,
le ho guardate,
ricordate,
ho sfiorato l'ultima,
volevo correggerla.
Tutte sono cadute,
è rimasta in piedi solo la prima,
cosi lontana,
cosi inutile.
Ho visto un'altalena e mi sono gettata nel vento
ho ripreso a dondolare su e giù
anche se la nausea ogni tanto ritorna
io conosco il limite della rabbia di un uomo
e se non posso fare a meno di scatenarlo
significa che il mio destino sarà dimenticare di avere avuto
paura di amare.
Per te fratello mio
per te io sono viva
per te io credo nel futuro
per te io vorrei rinascere dalla disfatta
ma sei stato tu a colpirmi per primo ricordi?
E io ti perdonai per amore
ma non posso evitare di sentire il coltello
e il dolore mi sta uccidendo.
Poi ripenso allo scherzo che ci ha giocato il destino
alla ridicola tristezza del nostro triangolo
e capisco che il triangolo è diventato un ottagono
e lascio che i lati si moltiplichino a oltranza
ma non posso permettermi un cerchio.
I giorni dedicati ai nostri cari, supermercati
di fiori e profumi, parcheggio completo
ed entrata affollata.
Davanti ad ogni abito marmoreo, chiacchiere
di sguardi e scambi di saluti.
Mi accerto che siano sempre lì, dove li ho lasciati
l'anno scorso, e che fiori freschi lascino, almeno
per due giorni, un ricordo del mio venire.
Cari e sconosciuti, il dialogo è nel cuore,
nel passaggio rispettoso, nel silenzio dei giorni
imprevisti e deserti, nei gesti imparati con amore,
nelle parole ripetute a distanza, nella nostalgia
dei ricordi, nello scoprire sui vostri sorrisi
un accenno alla mia anima.
Dopo l'ira, la furia, lo sfogo acceso
c'è il pianto, la resa,
l'ascolto di braccia sciolte e fragili,
faccio, aggiusto e sistemo,
ricomincio da qui in modo migliore,
sono cresciuta e sono un esempio,
imparo dai miei errori,
una nuova carica dalla quale partire,
sento il bisogno di fare pace.
Assaporo il meglio dopo la rabbia
e vado oltre.
Cosa c'è all'inizio della calma?
Chiederò perdono a Dio
anche se non ho commesso nulla
Chissà perché finisce sempre che la vittima
si scusa per il violentatore
e il carnefice vuole vendetta
ma che giustizia è mai questa?