in Poesie (Poesie personali)
Mi chiedo se la compassione
sia un buon sentimento
oppure un mostro di menzogna,
perché ti riduce alla frutta
quando avevi deciso di darti alla verdura.
Composta venerdì 10 febbraio 2012
Mi chiedo se la compassione
sia un buon sentimento
oppure un mostro di menzogna,
perché ti riduce alla frutta
quando avevi deciso di darti alla verdura.
Nel buio,
per paura che il giorno sia troppo corto per sentire il tuo grembo
Ti cercherò nel sogno di un inverno che non vuole cedere
Ti riporterò nella mia vita
quando sarò pronta al respiro.
Mi sono ritrovata, e non
accadeva ormai da tempo,
su di una carrozza assai affollata.
Sguardi assonnati,
ombrelli gocciolanti,
e una signora che, parlando
con un'altra, attira su di sé
l'attenzione di tutti.
Prima sorrisi, poi risate
e il mio viaggio si trasforma
in un piacevole incontro di anime
alleggerite dai consueti
rituali quotidiani,
distratte da un tono diverso
e bisognose di
contatto umano.
Quel buongiorno...
un sorriso alla mia anima.
È Domenica.
Si rileva nell'aria su di noi testarda
l'irrequieta malattia ci rende estranei
quando io le chiedo...
"Mi aspettavo di sentire questo da te.
Sapevo che me lo avresti chiesto,
Giampiero!... con voce dolce... mi cerchi
Mah!
tu non Lo sai, di quanto io ne ho voglia
per offrirti con i sospiri le mie carezze,
coccole di una donna innamorata di te.
Per amare ancora del barbi amore
anche in questo momento brutale
ch'annoia amaro, in noi,
barbaramente agro d'eventi
di più ancor nel mio cuore.
Il nostro frutto è un dolce di more
per rinnovare l'amore per vivere
al meglio la serenità interiore
quella cancrena, l'amarena della vita."
Mi disse Rita...
"Aspettavo di poterti dire quello
che provo io... Lo sai, non è affatto
semplice neppure per me e, sono tanto
disperata per quello che ti sta succedendo!"
Il tuo corso fai malattia ma, non dire mai che tra
una goccia che cade e sale di continuo per un'altra
in me tutto muore... distruggendo dentro qui stai
deponi odio per grattare rabbia in me che voglio vivere.
"Parkinson da me, tu stai in usufrutto!"
Il corpo mente in questua l'anima non c'è testa
anche se in un botto si soffre in un gogò di emozioni
l'allegria nella quiete infesta l'aria aleatoria invano della festa
traveggola l'erba in terra trapezia la poesia s'arma nel cuore del poeta.
Tutto finisce d'incanto nella sera quella notte d'amore che va via
ed, io per la vita amando idee resto a sugare la malattia che è solo mia.
Ho visto una madre
Mi ha insegnato a sorridere,
Parlava un dialetto strano
Difficile da capire
Sembrava arrabbiata
Mentre con le mani raccontava una storia.
Non riuscivo a capire
Cosa ci fosse da ridere.
La gioia di un'amica,
Occhi soddisfatti...
Quasi offesa mi chiede: "hai capito...?"
Col mio senso di colpa
A fior di pelle
Rispondo ingenuamente "no"
Ma una madre sa sempre come fare
E senza nemmeno riprender fiato:
"guardami negli occhi e ascolta con il cuore..."
Il resto è solo una storia
Ma ora mi fa sorridere...
Oggi giorno freddoso, poco nuvoloso
ogni tanto un raggio di sole accecante
si posa di sopra
Ma il debole vento gelido lo copre all'istante
e fa il buio grigiastro che porta malinconia
diventando più grigio a sfumare per l'alto
si vede più nero di prima [grigiastro]
Man mano si sente il fruscio del vento
in un momento
si percepisce
la debole e sottile pioggia
che tic tic crea una melodia
È l'Inverno che suona la sua triste
e malinconica melodia.
C'è una scritta sul muro
che indica la via
ma lei vuole essere sicura
perché talvolta le parole hanno due significati
perché talvolta i nostri pensieri
non sono chiari
e lei è in cerca
di chiarezza
ma la strada è buia e silenziosa
c'è una sensazione che prova
quando guarda indietro
e s'alza un grido che le dice di andarsene
nei suoi pensieri ha visto
le mura crollare sotto il peso del gelo
e ora guarda avanti
e si sussurra piano che presto
se allungherà il passo
quella tenue luce che le pare di vedere
la condurrà alla ragione
e nascerà un nuovo giorno
perché è da tanto che aspetta
e gli occhi abituati alla notte
forse avranno da ridere
ma ora ci sono più strade
e a dispetto di ciò che le hanno ripetuto
sa che c'è sempre un modo per tornare indietro
ed ora non ha più paura di sbagliare
e il silenzio nella testa
ha finito di far rumore
ora sente il fischio del vento
che le dice di andare.
Vivi emozioni e battiti di cuore
in istanti di stupore e di sorprendenti verità.
Gusti e mi fai assaporare il sapore di noi
in ogni respiro provando a fermare il tempo
e a riviverlo quando esso è trascorso.
Proviamo attimi di eterno che non può mentire
mentre pronunci il mio nome e dichiari ciò che siamo.
Sto qui seduto col mio far niente
a meditare,
da un passato fatto di amori in corso
ad un presente di amori in sorso,
non so che cosa bere ma non importa cosa.
Basta che stordisca
che mi faccia meditare
a modo mio.
Ma non mi pesa più di tanto
l'esser rimasto in amore a bocca asciutta.
Mi basta per star bene
che non rimanga a brocca asciutta.
Ed anche se sto di schiena
le vedo le loro facce,
eravamo ragazzi insieme.
Li riconosco tutti
conosco i loro nomi,
i loro peccati.
Li riconosco dal fiato
che sento sul mio collo,
dalle parole dette a voce bassa.
Ma io sono il solo con la faccia al muro
e loro sono in gruppo.
E quando faranno bum,
non lo faranno con il dito,
come facevamo da bambini.