Poesie personali


Scritta da: Simone Sabbatini
in Poesie (Poesie personali)

Turista dell'anima estiva

Nasce un sentimento:
nuovo o troppo vecchio,
c'è sempre più paura
che grida alla ragione
per una spiegazione.
A volte c'è finzione
o immaginazione.
Ma è quando la risposta è
Non c'è razionalità,
che allora che si fa?
Che allora questi vuoti,
questi buchi
Memoria...
Coscienza...
Storia...
E allora c'è questo temporale
(per me meravigliosa compagnia),
che dentro piango e rido
e il cielo piange e ride
lacrime portate dal vento
sotto questo fazzoletto di stelle
assediate, abbagliate dal sole
fulmineo,
d'un lampo ch'è sera e mattino,
d'un tuono, d'un sogno vicino
turista dell'anima estiva.
Composta venerdì 20 luglio 2001
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    Scritta da: Simone Sabbatini
    in Poesie (Poesie personali)

    Turista dell'anima estiva

    Nasce un sentimento:
    nuovo o troppo vecchio,
    c'è sempre più paura
    che grida alla ragione
    per una spiegazione.
    A volte c'è finzione
    o immaginazione.
    Ma è quando la risposta è
    Non c'è razionalità,
    che allora che si fa?
    Che allora questi vuoti,
    questi buchi
    Memoria...
    Coscienza...
    Storia...
    E allora c'è questo temporale
    (per me meravigliosa compagnia),
    che dentro piango e rido
    e il cielo piange e ride
    lacrime portate dal vento
    sotto questo fazzoletto di stelle
    assediate, abbagliate dal sole
    fulmineo,
    d'un lampo ch'è sera e mattino,
    d'un tuono, d'un sogno vicino
    turista dell'anima estiva.
    Composta venerdì 20 luglio 2001
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      Scritta da: Pamela Iani
      in Poesie (Poesie personali)

      Con te è un sogno

      Io sola nel mio letto,
      tu solo nel tuo...
      Penso e ripenso a noi,
      alla nostra felicità,
      quando innavertitamente cala il sonno...
      Ed ecco, ora tu sei di nuovo davanti a me,
      che sorridi guardandomi,
      mi parli serio di te e del mondo,
      piangi perché sei fragile,
      lo sai, lo so...
      Noi nel nostro rifugio segreto,
      persi l'uno nella braccia
      dell'altra...
      Questo non può che essere un sogno!
      Vedo il tuo corpo davanti al mio,
      mentre il primo raggio di sole lo illumina
      in tutta la sua bellezza...
      Noi che rimaniamo fino a tardi sotto le coperte,
      perché non possiamo fare a meno
      di coccolarci tra le lenzuola...
      Noi che facciamo la colazione a letto,
      seguita da una lunga doccia insieme...
      Questo non può che essere un sogno!
      Io e te in cucina a preparare il pranzo,
      mettendo tutto sottosopra
      tra una risata e l'altra...
      Noi due insieme che decidiamo
      dove andare e cosa fare...
      Scegliere di stare insieme per sempre...
      Questo non può che essere un sogno!

      E quando ad un tratto mi sveglio,
      mi accorgo che lo è stato per davvero...
      Ma dentro di me percepisco la sensazione
      che tutto ciò è stato frutto della mia immaginazione,
      in realtà è una dolce consapevolezza
      che prima o poi prenderà finalmente forma...
      Composta lunedì 6 giugno 2011
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        Scritta da: Gennaro Keller
        in Poesie (Poesie personali)

        Nell'ozio di un tramonto

        In una giornata storta
        al rombo di un motore
        un malinconico sorriso
        di una ragazza in fiore
        odore ardito
        nell'ozio di un tramonto.
        Sulla sua pelle ambrata
        il chiarore di un diamante.
        Le mani cercano il piacere
        penetrando il mistero
        che gioiosamente brami
        nelle stanze della notte
        sperando che il cuore viva
        come pellicano sull'onda
        di velluto mare.
        Pelle nuda al sole
        intimo tra la bocca taci
        e corpulenta assecondi
        le mie bianche vele.
        Composta lunedì 23 maggio 2011
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          Scritta da: Mariella Mulas
          in Poesie (Poesie personali)

          A te, un bacio

          A te,
          che delirante
          guardi il tempo depresso,
          che involontario di destino
          scorri le pagine dei desideri...
          A te,
          che abbandonato
          ti perdi nella solitudine,
          e giochi con le nuvole
          cercando il suo volto...
          A te,
          che allunghi pene
          nel misterioso ricercare
          la felicità negli angoli
          ombrosi e oscuri di silenzi...
          A te, l'amore...
          A te, un bacio sulla bocca
          che sia invito
          a ritrovare nelle carezze
          l'arrivo verso quelle mete
          impossibili e fragili.
          A te, mio spirito
          che hai lasciato nei ricordi
          lo slancio dei suoi occhi...
          A te, un bacio sulla bocca
          per un sogno nel cuore
          custodito fedele
          tra sussurri dell'anima!
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            Scritta da: Simone Sabbatini
            in Poesie (Poesie personali)

            Binari

            Su questo treno l'amore viaggia dentro i nostri cuori,
            ce lo teniamo stretto un po' per vergogna un po' per coraggio,
            ce lo teniamo stretto per non farlo uscire fuori.
            Sarà solo un errore o la rinuncia
            che quotidianamente lasciamo sui binari?
            Qui è sempre primavera: anche se nevica,
            se fuori fa bufera, e l'acqua scivola,
            se il cielo è grigio gelo, e il vento mormora
            a bruni eroi tenaci ch'è quasi giunta l'ora,
            dei bruni eroi perdenti già porta via le prime
            che bruni eroi pendenti li lascia nella brina.
            Qualunque vista veda attraverso il finestrino,
            l'amore non s'accorge, o se ne frega; vuole Maggio,
            e Maggio fa. Perché si sa, l'amore è cieco.
            Che sia per cattiveria o forse solo per natura,
            il nostro un po' ci marcia, e s'approfitta;
            ma come biasimarlo, la nostra presa è stretta,
            e a volte pare morto. Ma fa finta
            per noi, che il dubbio non fa grandi, ma spaventa,
            e codardi lo lasciamo nel suo buio. E non si sente.
            È il rimorso che ci prende, quella colpa
            che cammina a passi lunghi nei vagoni, gli occhi seri;
            o più semplicemente ci sentiamo troppo soli,
            vuoti a rendere buttati là, ad inquinarci. E lui non torna
            se lo chiami, aspetta invece che dormiamo
            per riprenderci e donarci finalmente un po' di sole.
            Ma sempre meno lacrime ormai bagnano i sedili,
            perché siamo abituati: non si ferma alle stazioni,
            e seduti oppure in piedi tutto accade nei calzoni,
            qui nessuno scende o sale, e se sale o scende è uguale.
            Senza fine il nostro viaggio, senza mèta i nostri sogni,
            si continua a andare avanti per inerzia, certi solo che bisogna.
            Speranzosi, questo è vero, forse un giorno di cambiare,
            ma pur troppo coraggiosi, troppo fieri,
            e troppo incerti di sbagliare.
            Composta venerdì 24 giugno 2005
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