Poesie personali


Scritta da: Nello Maruca
in Poesie (Poesie personali)

CXVI

Se il caso fosse tangibile realtà
sarebbe, esso, autore dell'incontro;
ma essendo impalpabile, di contro,
in altro alto Loco la veritate stà.

Lesta passam'innanzi bionda beltà
e lo suo guardo nel mio cuore è centro
e imbrigliato il mio nel suo è dentro
e anchilosato lo mio corpo stà.

Qual fulmine ch'appare, colpisce, spare
così quella beltà passa e s'invola
e nella marea di folla si scompare.

Ancora lo mio corpo rest'immoto,
sol lo mio senno or s'è sveglio e vola
nel buio, a inseguir lo biond'ignoto.
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    Scritta da: Nello Maruca
    in Poesie (Poesie personali)

    CXV

    Perciò pure noi saremo all'abitato
    a seguir da presso festeggiamenti
    che del Patrono sono buon'eventi
    dacché è degnamente celebrato.

    Lasceremo 'n agosto 'l caseggiato,
    l'orto, li prati, l'asino e gl'armenti
    che a custodir saranno esperti aiutanti,
    noi riacquisteremo perduto fiato.

    Ancora tre giorni all'appuntamento,
    tempo per donare suggerimenti
    pure se superfluo è nostr'intervento.

    Buon'aiutanti vivono d'esperienza
    e, d'altronde, sono due buon'elementi
    ch'anno agir cortese e riconoscenza.
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      Scritta da: Nello Maruca
      in Poesie (Poesie personali)

      CXIV

      Il meglio dei mesi è l'agostano
      ch'altro tempo dell'anno non uguaglia
      che Santo Rocco nella fitta maglia
      tutti e trentuno stretti tiene in mano.

      Il primo dì comincia il gran baccano
      che gente d'ogni loco a noi convoglia
      e di persone e cose è parapiglia
      ché scampanate portan da lontano.

      Nessuno del villaggio penserebbe
      starsene lontano volutamente
      ch'anzi chi per necessità distante sta

      a Santo Rocco mai torto farebbe
      di starsene partito, ancor costà
      ch'allor l'anima sarebbe penitente.
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        Scritta da: Nello Maruca
        in Poesie (Poesie personali)

        CXIII

        Iddio l'Onnipotente che in Cielo
        dimora all'augelletto non disdegna
        amore e lo beato Suo guardo degna
        puranco chi d'amore tiene disgelo.

        Se di cotanto affanno è tutto un velo
        e tutto tiene in pugno e solo regna,
        che tutto Lui soltanto opra e ingegna
        e forma monte e piano, acqua e gelo

        come vuoi tu, o donna, che non veda
        lo languore calato entro lo core!?
        Come pensare tu puoi che non ceda

        a sincer prece d'anima sincera?
        Sendo dolcezza, bene e tant'amore
        già desiderio posa entro Sua sfera.
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          Scritta da: Nello Maruca
          in Poesie (Poesie personali)

          CXII

          Portano tal nuove buon'ossigeno
          capace di scacciare ogni tristezza
          e svuota l'alma di tant'amarezza
          e di speranza, pare, faccia il pieno.

          Non un giorno che non stringa al suo seno
          la Vergine Maria che in tenerezza,
          col dialogar dolce e silente, in gaiezza,
          m'allontana dal petto ogni veleno.

          Poi, però, la tema rinvigorisce
          e il turbamento prende il sopravvento
          così speme dal cor si ripartisce.

          Pensa l'implume uccello che pipisce,
          Incapace di darsi nutrimento:
          unica fede: Mamma che lo pasce.
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            Scritta da: Nello Maruca
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            CXI

            Disanimato raggiunge l'erboso spiazzo
            e stringesi lo petto a più sconforto
            allorquando dal lussureggiante orto
            compare mamma con più triste vezzo. * Atteggiamento

            So che al mio tormento sei avvezzo,
            vorrei poterti essere di porto
            di contro, ahimè, sono peso morto
            ma di serenità non trovo mezzo.

            Il tormento, vedrai, che tosto passa,
            godi, intanto, la mia affermazione
            che condivisa teco parmi più grossa...

            Buona nuova quanto a lontana ressa
            giacché promotori di contestazione
            opransi acché rivoluzione è cassa.
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              Scritta da: Nello Maruca
              in Poesie (Poesie personali)

              Punti di vista

              Scrive un Nobel che pur stando in punta
              di piedi mai vide il Signore Iddio
              passare per le vie.
              E allora bisognerebbe arrampicarsi
              in cima al sicomoro per vedere
              il Signore se mai passi.
              Di contro, posso dire, inchinandomi
              umilmente al Grande del novecento,
              che pur senza sforzarmi di stare in punta
              di piedi o arrampicarmi sugli alberi
              l'Onnipotente lo incontro tutti i giorni
              e in ogni luogo, nelle grandiose
              opere da Lui compiute e nei miracoli
              che perpetua, da sempre, ogni giorno.
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                Scritta da: Nello Maruca
                in Poesie (Poesie personali)

                All'amato

                Quando su prato il fiorellin germoglia
                e il sole di primavera scalda e accresce
                così, per te, l'amore mio arde e si pasce
                e ingigantisce di te più la mia voglia.

                Il fiorellin che spoglio nasce su prato
                al sole che lo scalda, però, fa voto
                sciente che a carità è da ignoto
                così lo calor ch'il nutre lo fa grato.

                Io t'ho dell'amor mio gratificato
                avendoti al core la porta schiuso
                e l'essere tutto mi resta confuso
                e pure un poco, ahimè, amareggiato.

                Poiché lo foco ch'ò arde e consuma
                e ogni dì di più s'innalza e avanza
                purtuttavia non scuote tua coscienza
                e al grand'amore mio non si costuma.

                L'amore m'ha invaso anima e corpo
                e gli occhi mi costringe a lungo pianto:
                Nemmanco tieni un poco di compianto
                e lasci incolto il rigoglioso orto.

                Non fare che si trasformi a malasorte
                e cingi l'amor mio a forte abbraccio,
                non far che per un misero capriccio
                trasformi tant'ardore a triste sorte.
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                  Scritta da: Melina Altieri
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                  Toc... toc... Sento bussare,
                  è il dolore che vuole entrare,
                  con una cartilaggine
                  mi proteggo dalla tua immagine...

                  Dal tuo ricordo
                  che mai più scordo,
                  sei andata via all'improvviso
                  lasciando solo pianto sul mio viso!...

                  Toc... toc... è inutile bussare,
                  il dolore non deve entrare...
                  Non voglio soffrire,
                  perché non posso morire!...

                  Non adesso... Perlomeno!
                  Non posso venir meno,
                  devo dare ancora tanto amore,
                  perché sono un genitore!...

                  Toc... toc... mille volte hai bussato,
                  alla fine sei entrato!
                  Butto via la cartilaggine
                  e, tengo stretta la tua immagine!

                  Non potrò mai dimenticare
                  tutto l'amore che hai saputo dare!...

                  Io... quel giorno ti ho cercata!...
                  Ma, il dottore disse:...
                  -Mi dispiace... Se né andata!... -

                  c'è un vuoto nel mio cuore
                  dove c'è nascosto il mio amore,
                  "Mamma" ", cordone ombelicale
                  che nessuno sa spiegare!...

                  Gramdezza del nostro" Signore ",
                  che è stato il" Creatore".
                  Voglio pensarti al Suo fianco
                  col viso sereno e, non più stanco!...
                  Composta giovedì 2 giugno 2011
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