Poesie personali


Scritta da: Melina Altieri
in Poesie (Poesie personali)

Canto

Canto percghè non è finita,
canto a te "sorella vita".
Canto col cuore, canto all'amore,
a quello fraterno di ogni colore...
Canto la distruzione
di bimbi poveri senza amore,
di niente colpevoli
e, neanche consapevoli!...
Piange il mio cuore
perché vedo il mondo senza calore.
Canto per darmi coraggio
e, della vita faccio solo l'assaggio.
Canto perché amo la gente,
e vorrei tutto diversamente.
Canto come un uccello di rovo
che sa di morire poco a poco!...
Canto con amore e, prego il "Signore"
di avere pietà e, perdono col cuore.
So, che è buono e Misericordiosso,
spesso molto parsimonioso!...
Canto a tutti gli italiani,
ricchi poveri e popolani.
Canto un'amore universale
per il mondo di passionali...
è difficile questa poesia,
perdo le parole per la via.
Vorrei regalare più del canto
tante cose ogni tanto...
Ma, sono povera di condizione
spassuionata nel dono d'amore!
Il "Signore" sà, conosce la verità,
sono del popolo, vivo la povertà
Vorrei vedere in alto il tricolore...
e, canto ai caduti per amore.
Figli di tanta gente
caduti per niente atrocemente!...
Continuerò a cantare
finché avrò vita
e, vincerò ogni partita,
vedrò ogni guerra finita!...
Composta venerdì 13 maggio 2011
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    Scritta da: Nello Maruca
    in Poesie (Poesie personali)

    Il tradimento

    È detto nel Vangelo che l'apostolo
    fidato per solo trenta monete
    fece la carognata. E, nello sconsolo
    ebbe di morte ardentemente sete.

    Legò la fune in cima all'albero
    vicino; Un cappio intorno al collo
    e penzolò a valle. Il volto paonazzo
    del tracollo disse dello spergiuro pazzo.

    Tu hai fatto di più di chi tradì Gesù:
    dato m'hai alle ortiche e non sei pentita.
    Niente per me affetto, per gli atri sempre più.
    Lavato t'hai le mani e crediti pulita.

    Così come Pilato lo fece per Gesù
    così, senza ritegno, per me l'hai fatto tu.
    Pilato nelle arterie sangue diverso tiene
    lo stesso, invece, scorre nelle nostre vene.
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      Scritta da: Nello Maruca
      in Poesie (Poesie personali)

      Il biondino

      Al biondino, al mio piccino
      gli dono un bel bacino;
      glielo do sul bel visino
      mentre dorme sul cuscino.
      Lo faccio dolcemente
      per lasciarlo ancor dormiente
      ché se dorme è santarello
      ma se sveglio è monello.
      Quando un piede mette a terra
      ricomincia già la guerra.
      Indi, fo, la ninna nanna
      per rifargli fare la nanna.
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        Scritta da: Nello Maruca
        in Poesie (Poesie personali)

        Gli usurpatori

        Un tempo al litorale viaggiavan tutti
        fossero sani, storpi, malandati o zoppi
        pur quando i più piangean per fame e lutti
        e i montanari a valle scendeano a gruppi.

        Era il tempo cui s'avea rispetto
        della donna, dell'anziano e del maestro
        e, certo le croci non stavano sul petto
        dell'assassino, del ladro oppur del mostro.

        I ricchi vantavano palazzi e fondi,
        i poveri stavano quieti al loro canto.
        Erano è vero, sì, due separati mondi
        ma d'audacia pochi facean vanto.

        Era il periodo in cui ognuno teneva
        il culto della legalità e onestà
        e d'amore e d'umiltà viveva
        nella passione di sua moralità.

        Gli abbienti non sono piùnè conti,
        nèduchi nè marchesi, ma violenti
        personaggi da triviali atteggiamenti
        da crudeltà d'infuriati bisonti.

        Legati sono forte ad uomini di corte
        non d'alto rango per nascita e casato
        ma dirigenti d'associazioni incerte
        capaci di donare distruzione e morte.

        I più violatori d'usanze e leggi
        che or questo arruffando or derubando
        quello, divenuti sono cupi personaggi
        che delle nefandezze cantano vanto.

        Hanno usurpato spiagge, hanno usurpato
        fondi, hanno innalzato alberghi, palazzi
        han costruito, ovunque han cementato
        realizzando ville con piscine e spiazzi.

        Con la minaccia dell'armi e lo potere
        dei soldi imposto hanno, asservendo
        ribaldi, di leggi fare loro volere
        e piegare ognuno al lor comando.

        Non più leggi di Stato ma voler di cosche.
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          Scritta da: Nello Maruca
          in Poesie (Poesie personali)

          All'adespoto

          Tu che all'ombra te ne stai, fango a dare
          In ogni dove, non t'accorgi che il tuo fare
          è spregevole e villano nel donare
          Di spergiuro, di bastardo e stupratore
          a chi intendi assai vilmente screditare
          Perché speri di salire quella china
          Irta e lontana che così tanto t'appare?
          Se divieni più civile la cima s'avvicina.

          Quanto al rito mafioso parmi essere
          Lontano. Tu l'affermi e io ti credo:
          alcun scambio non è stato. Sono vere
          le asserzioni. Malaffare non ci vedo.
          Quanto poi, ai lanzichenecchi, mercenari
          Di professione eran tutti per sbafare?
          E il regalo assai costoso magari
          Ti fa gola? Ti consiglio: Sappi aspettare

          Alla prossima annunciata sii leale
          e coraggioso. Alla fine del tuo scritto,
          Con caratteri ben chiari, scrivi il nome
          e il cognome così come qui facc'io.
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            Scritta da: Nello Maruca
            in Poesie (Poesie personali)
            Dal chiarore delle stelle, nella notte fredda e buia
            nel fetore della stalla s'è calato il Redentore.
            adagiato sul giaciglio, ricoperto fu di paglia
            ché quell'era il focolare attizzato dal respiro
            di quegl'esseri viventi che al peccato erano
            assenti. Gli era accanto, un po' tremante per
            stanchezza e di paura, quella Donna mesta e pia
            che più avanti prende il nome di Santissima Maria.
            Cereo il volto, stanchi gli arti per cammin di lunga
            via, aggravata dal gran parto, mal reggevano i suoi
            occhi ma l'evento era sì grande che le pene poco
            sentia. Ad un lato, inginocchiato, era in umile
            preghiera quel brav'uomo falegname che d'averi
            superava un qualunque alto reame. Era fredda
            quella notte, era neve a fiocchi a fiocchi, v'era
            turbinio di vento, era buio tutt'intorno. S'aspettava
            il nuovo giorno. Una stella rilucente si partì
            dall'Oriente rischiarando dal gran buio il cammino
            ai viandanti ch'erano i tre grandi re magi. Da dimora
            dei lor luoghi carchi ivano d'omaggi alla grotta
            di Betlemme onde rendere ovazione d'ogni cosa
            al Creatore che pur piccolo com'era l'universo
            gli soggiaceva. Cielo e terra, mari e laghi, acqua
            e vento, monti e piani, neve e nebbia, sole e stelle,
            luna e buio, grandine e gelo tutto quanto gl'apparteneva.
            Tutto suo era il creato ma, poi, l'uomo vile e ingrato
            Tutto quanto gli ha negato. Solo il bue e l'asinello
            con Giuseppe e con Maria i re Magi e l'Angioletto
            gli rimasero vicino mentre Erode già pensava
            come farlo eliminare.
            Dai re Magi s'aspettava di sapere ove cercare
            ma dal cielo appare un Angelo ch'altra strada
            fa lor fare. Ampie ali, vesti bianche dalla Reggia
            del Divino con un tuffo s'avvicina a Giuseppe
            che dormiva Messaggero, che il Buon Dio giù spedito
            avea al Messia e, accosto all'orecchio gli sussurra:
            Presto, presto per il ben del Pargoletto svelto, giù, salta
            dal letto, corri via con Gesù e la Santissima Maria.
            Questo è loco non adatto, questo è loco di misfatto.
            La Santissima Maria pur se stanca non dormia, indi,
            stretto tiene in braccio il Figliolo benedetto. Quindi
            al bue dolce e buono danno in testa una carezza
            e in fretta dalla stalla menan fuora lo somarello
            e la Donna benedetta, la Santissima Maria, stretto
            in braccio il Bambinello, si sistema sulla sella
            del docile asinello e, intraprendono il cammino
            per il loro nuovo destino.
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              Scritta da: Giuseppe Freda
              in Poesie (Poesie personali)

              Che ne sai (canzone)

              Che ne sai tu
              del sole,
              che ne sai...
              Io l'ho veduto
              posarsi sul mare,
              e bruciare le onde.

              Che ne sai tu
              del vento,
              che ne sai...
              Io l'ho sentito
              sfiorarmi i capelli
              e baciarmi in silenzio.

              Che ne sai tu
              del cielo,
              che ne sai...
              Io gli ho parlato
              vestito di stelle
              una sera d'estate.

              Che ne sai tu
              di un fiore,
              che ne sai...
              Io gli ho donato
              un volto di bimbo
              non ricordo più quando.
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                Scritta da: *marta*
                in Poesie (Poesie personali)
                Hai aspettato i miei 18 anni per andartene.
                Hai resistito finché ne ho avuto bisogno.
                Sono cresciuta con te.
                Ti ho vissuto sempre
                Con tutto l'amore
                Che tu ricambiavi.
                Che tu ricambi.
                Non ci sei più.
                Mancano i tuoi racconti
                I tuoi baci
                Le tue carezze.
                Resta quel senso di appartenenza
                Che era solo nostro.
                Speciale.
                Resta il tuo amore.
                Resta nel sole che splende ogni giorno
                Nella pioggia che mi accompagna quando sono triste
                Nella forza che mi appartiene
                Nonostante le ferite.
                Ti sento al mio fianco in ogni attimo
                Anche se non ti vedo.
                Ti prendi ancora cura di me,
                angelo.
                Composta giovedì 12 maggio 2011
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                  Scritta da: *marta*
                  in Poesie (Poesie personali)

                  A mia madre

                  Legate dalla nascita.
                  Accomunate dal DNA.
                  Il nostro sangue è diverso.
                  Eppure ci apparteniamo.
                  Abbiamo imparato a conoscerci
                  onestamente
                  ad apprezzarci con pregi e difetti.
                  Un filo rosso ci unisce
                  Anche se la distanza è tanta
                  Anche se non ci vediamo spesso
                  Empatia.
                  Questo è il mio modo di dimostrarti
                  Il bene che ti voglio
                  Anche se non te lo dico spesso
                  Mia cara
                  Imperfetta
                  Stupenda
                  Coraggiosa
                  Mamma.
                  Composta giovedì 12 maggio 2011
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                    Scritta da: Giuseppe Freda
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Resurrezione

                    Promessa.
                    Sul fiore appassito
                    petali teneri,
                    gocce di stelle.

                    Segreto.
                    Vento notturno,
                    mantenerlo e sperare.

                    Sorriso.
                    Sul cuore impietrito
                    battono candidi
                    baci di luce.

                    Destato.
                    Soffio di vita,
                    riscaldarsi e pulsare.

                    Osserva.
                    La coltre di nubi
                    filtra una pallida
                    falce di luna

                    Svanita.
                    Cielo di seta,
                    ritrovarla e pregare.

                    La mano.
                    Si muove indecisa.
                    Prendila, stringila
                    prima che fugga

                    Rapita.
                    Fiaba incantata,
                    risvegliarsi ed amare.
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