Poesie personali


Scritta da: Jen
in Poesie (Poesie personali)
Quelle tue lacrime, che incessanti
percorrevano il tuo volto,
portavano con sé l'inesauribile dolore della tua anima;
quell'anima che oramai non riusciva piu a trovare pace,
che invano si girava e rigirava
perlustrando ansiosamente sé stessa e tutti
alla ricerca della sua essenza
perdutasi nei meandri di un passato mai esistito.
Composta lunedì 9 maggio 2011
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    Scritta da: Jen
    in Poesie (Poesie personali)
    Se non fosse perché un persistente senso di speranza che, in un modo alquanto misterioso, continua a fluttuare in un luogo non definito del mio essere, proiettando la mia immaginazione attraverso ed al di la di questo mio stato di dolore permanente verso una prospettiva di futuro migliore, forse io, molto probabilmente, oggi sarei già morta.
    Composta lunedì 9 maggio 2011
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      Scritta da: 178 belisana
      in Poesie (Poesie personali)

      Fine

      Una dolce espressione ed un colpo d'ira feroce,
      cosa vuoi che sia un amore che finisce.

      Lascia solo spazio ai dolori infiniti dello spirito,
      a chi ha amato o a chi ha giocato.

      Non ha importanza, tutto fila in una logica della vita,
      dove gli eventi si raccolgono in grappoli zuccherati, in perfetti momenti.

      I bei passi che si rimpiangono sono pura liberazione dove ci si può risollevare; vorrei tanto aver creduto alle dolci parole che ci sussurravi.

      Ma erano solamente collera d'ormoni e forse ancor più voglia di pure trasgressioni; fuggire dalla quotidiana noia è comprensibile, è pure lecito credere di potersi soddisfare, tra le gambe scorre il sangue dell'insaziabile.

      Ma io ti ho amata veramente.
      Composta giovedì 9 novembre 2006
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        Scritta da: Giuseppe Romano
        in Poesie (Poesie personali)

        Caldi sospiri

        Si incrociano i nostri sguardi,
        sotto gli occhi attenti delle stelle
        e fanno presto le carezze
        a rendersi più audaci
        ed ecco le mie mani
        scivolare sulla tua pelle,
        la tua bocca sulla mia
        i nostri corpi uniti dal desiderio,
        più leggero nel suo abbraccio forte
        in questa danza di caldi sospiri
        solleva sempre più in alto l'anima
        distruggendo le sue malinconie
        con la furia della passione
        in questa notte di piacere.
        Composta venerdì 20 ottobre 2006
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          in Poesie (Poesie personali)

          Gelo

          Gelo, apatia di un cuore ormai stremato.
          Rassegnazione di un corpo al dolore che lento e costante logora.
          Sorrisi storpiati incorniciano un viso consumato dal ribrezzo
          e la paura in quegli occhi innocenti senza più lacrime da versare.
          Colpa e rassegnazione in quella mente vuota che non sa più sognare,
          mente corrosa da ricordi soffocanti e agonia.
          Lo sguardo basso con le mani giunte a quel grembo profanato che non potrà mai più donar vita.
          Un corpo violato, sporcato da un orrore spregevole
          che vorace si è sfamato del suo candore.
          Svuotata di ogni emozione
          privata della giovinezza, della vita
          giace esanime con occhi vitrei come una bambola di porcellana.
          Composta martedì 3 maggio 2011
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            Scritta da: kundera
            in Poesie (Poesie personali)
            Ho taciuto non volendo vedere il tuo sguardo, la tua vera assenza e tutto perché non volevo vedere la mia di presenza. Ma ora vedo la luce, vedo il coraggio, vedo senso, vedo calore, vedo pienezza; Vedo una vita che voglio vivere davvero secondo le mie scelte. Non abbasserò mai più lo sguardo, non cucirò più le mie labbra per paura di parlare. Sarò ciò che desidero più essere ovvero "me stessa", scoprendo la verità, perché ho scelto di nuotare, ho scelto di muovermi perché la vita è speranza e sempre ricomincia.
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              in Poesie (Poesie personali)

              Lei

              Come laconico barlume d'occhi teso verso la serena immensità celeste,
              mendica l'ultimo orizzonte del tempo e del pianto,
              cogliendo risposta nel frutto acerbo del mai e nei petali appassiti di dolore.
              Lei.
              Sospira e si dimena bramando un orecchio spiegato
              che conceda asilo alle sue urla afone ed erranti,
              - disperate-.
              Lei.
              Fu madre di una delicata creatura che mai conobbe battito di cuor
              - o di ciglia-
              ma solo un fermo scuotere di corpo inflessibile a lontane preghiere
              e al pianto - materno - del cielo.
              Il vento soffia forte, sente il puzzo, lo esala.
              È... La morte.
              Tra preghiere e scongiuri, false promesse
              giunge ancor il suo gemito, stanco, ma arriva.
              Cullato da sinfonie piagnucolanti.
              Morte non può vincere.
              Il Creatore solo sa quanto vorrebbe cedere la sua vita
              - tutta intera-
              per un solo respiro di quella sua creatura.
              Ancora una volta è la mano del Padre a restituire la vita.
              Avviene il miracolo.
              Anima rigettata come esca nel mare e ripescata dall'amore.

              - in tempesta-
              Lei.
              Osserva quelle sue piccole mani cresciute per agguantare la presa del mondo,
              maturate per sete e fame.
              Dal buio della morte alle strade del vento giunge ai piaceri della terra
              Lei.
              Affamata, smarrita, impaurita.
              Cerca e trova.
              Con affanno ruba vita, tra un battito e un altro...
              Fornace del desiderio. Consumato
              -forse.
              Si perde, si ritrova, si arrende, si mescola e recupera la bellezza smarrita,
              come fuoco che divampa
              -cammina-
              e lascia traccia.
              Composta giovedì 14 ottobre 2010
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                in Poesie (Poesie personali)

                Sulla fronte, come un lampo

                Ravviva la coltre di nubi
                bagnata dal ricordo di tempesta,
                così il bacio
                - abbagliante di peccato -
                dissipa il tumulto delle ombre.
                Poi, s'affioca nel nulla.
                Straniero...
                Il ritmo del tempo riparte veloce,
                rimescolo il mio riflesso allo specchio;
                bocca sfatta di rossetto,
                viso stropicciato, piegature sulla pelle.
                Stesso vestito sventrato, deriso, abbandonato.
                Attorno agli occhi
                kajal nero oltraggia la realtà
                cola e macchia il silenzio
                solcato da note stillanti lacrime...
                La verità della visione
                intorpidisce l'aria.
                Divampa la lussuria
                nell'ardore di una luce scarlatta.
                Lui, spettatore, acclama discosto e
                cede alla tentazione della Natura.
                Come sempre.
                Addenta il frutto del destino acerbo.
                Ora inebriati dallo stesso odore selvaggio.
                Essenza di sempre...
                Infervora il desiderio del letale bacio, un altro ancora a ridestar l'abbaglio.
                Immutato suono di parole presagite
                come eco aliena al cuore
                Esausta...
                Ucciderò l'amore.
                L'ordito del passato si dipana come trama di un canto...
                Svenata di lottare sola,
                sfido i limiti della terra,
                ulissiache colonne d'Ercole,
                preludio dell'incompiuto "Nostos".
                Nessuno il nome che l'Amore porta...
                Composta venerdì 11 giugno 2010
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                  Scritta da: Ancimelor
                  in Poesie (Poesie personali)
                  Vivo il presente, e nessun sentiero mi guida, ascolto i miei
                  vagabondi pensieri e rifletto su di loro.
                  Guardo ancora, e poi, mi soffermo a sognare su di essi.
                  Dopo, scruto e vedo bene dove ero ieri.
                  Vedo uno strano, insolito e spensierato passato.
                  Tranquillo rivedo il volto mio quando ero bambino,
                  ancora lontano dal quel mondo che non conoscevo.
                  Poi una mano calda e al sicuro mi sentivo.
                  Suoni di giochi e colori festosi, rumori e parole dentro un tramonto.
                  E come un fanciullo il tempo, che si perde lontano
                  e il ricordo mi duole.
                  Osservo un viale, poi davanti a me, una strada,
                  ecco come ero leggero.
                  Ancora un piccolo letto, e un protettivo tepore.
                  E sempre fuggevoli e più distanti i sereni ricordi.
                  Solo il silenzio mi sente.
                  Un lenzuolo, una coperta e ritorno al presente.
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                    Scritta da: Ancimelor
                    in Poesie (Poesie personali)
                    La silenziosa notte è padrona del mio animo.
                    Avvolge nell'ombra tutti i miei segreti e non mi turba.
                    Davanti a me, pone ora, quesiti leggeri, essa mi culla, la mente.
                    Con il suo vestito nero, sinuosa è bella mi incanta.
                    La notte mi vuole, mi chiama, come una donna, mi ama.
                    E il mio petto batte come il cuore di un cavallo davanti al fieno profumato è d'orato.
                    Sento il bisogno del sottile odore di pino appena tagliato.
                    In lei io trovo lieto ristoro, e sogno.
                    Piacevole è dolce sento la calma è come
                    un tiepido vento che mi accarezza la fronte.
                    E ancora mi da dolce riposo, quando la vita s'aggiorna.
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