Poesie personali


Scritta da: Ada Roggio
in Poesie (Poesie personali)

Ognuno è il frutto del proprio seme

Ognuno è il frutto del proprio seme
Se semini vergogna
Se semini odio
Se semini violenza
Se semini astuzia
Se semini ingiustizia
Se semini imbrogli
Se semini il complotto
Se semini la cattiveria
Se semini il male, riceverai prima il plauso, ovazione, sarai acclamato da bagni di folla da coloro che hanno venduto a te la loro dignità.
Poi... come tutte in tutte favole il lupo.... tu sai che fine fa!
A te pare poco!
Io la chiamo Violenza.
Se semini gioia
Se semini amore
Se semini pace
Se semini serenità
Se semini giustizia
Se semini lealtà
Se semini l'unione
Se semini l'altruismo
Se semini il bene, riceverai goccia, su goccia il sorriso di chi a condiviso il tuo amore.
Non hai scelto una strada maestra, hai scelto un sentiero sdrucciolevole, pieno d'insidie, ma ancor più pieno e ricco d'amore, amore di Dio.
Composta mercoledì 18 maggio 2011
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    Scritta da: Nello Maruca
    in Poesie (Poesie personali)

    CLXV

    La triste nuova ci trafigge i cuori
    e traboccar fa l'alma di tormento
    Che solo di Maria lo Santo Manto
    Lenire pote barbarie e siffatti dolori.

    Tua giovinezza tiene dentro e fuori
    Il segn'eterno di vil avvenimento
    Ch'uomini crudi, spogli in sentimento
    Han messo in atto a mò di traditori.

    Scrolla di dosso lo pesante cruccio
    Chè sofferenza tanta n'hai passata
    e libera lo cor da tanto peso.

    Cristo, lo giusto, fu in Croce appeso
    Da mano umana di sangue assetata
    mentre nientar potea movendo braccio.
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      Scritta da: Nello Maruca
      in Poesie (Poesie personali)

      CLXIII

      Quando ai miei occhi il molo si para
      Tutte cose, tosto, cervell connette
      e ognuna al posto giusto rimette
      e quel di prima e quel di poi separa.

      Di dosso si scrolla ogni residua tara,
      mentre occhio contempla, mente riflette
      e d'ottobre mi porta a quella notte
      e a nonno steso in quella fredda bara.

      La tormenta annienta uomini,
      animali, alberi, case e cose
      e sono lutti miseria e sofferenza.

      Ma Carità che non tiene confini
      pietosa, il manto della sua clemenza
      sul nostro capo, per pietate, pose.
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        Scritta da: Nello Maruca
        in Poesie (Poesie personali)

        CLXII

        La nave che m'accoglie in alt'oceano
        degli usa è Ammiraglia militare
        al cui comando, d'aspetto nobiliare,
        espression'onesta, occhi vispi castano

        è elegant'uomo di possente mano.
        Nemmanco avea, mai, visto da lontano
        un sì grande naviglio mare squarciare
        e manco sua complessità potea pensare.

        Al trentesimo dì appare San Francisco
        tra la patente gioia dell'equipaggio
        pago che nave si resta all'ormeggio.

        Pur'io il mio mutismo lì finisco
        che la mia mente s'apre a largo raggio
        e mi vien netto l'esser mio randagio.
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          Scritta da: Nello Maruca
          in Poesie (Poesie personali)

          CLXI

          Quando l'animo riconquista pace
          La mente fine di quell'uomo divino
          Spacciandomi qual figlio del vicino
          Cile m'affida a capitan'audace

          Di peschereccio di bandier mendace
          Acché mi sbarchi, poi, oltre confino
          e m'accompagni, sua persona, infino
          In Montevideo, a villa Treverace.

          Tempesta ci sospinge in alto oceano
          sferzando violente onde su fiancate
          ch'ogni nostro sforzo riducon vano.

          Tre giorni dura, ahimè, l'immane lotta
          e vicina è ormai nostra sconfitta;
          speranze e nostre forze son'andate.
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            Scritta da: Nello Maruca
            in Poesie (Poesie personali)

            CLX

            A conoscenza del vile misfatto
            per nostra casa innata simpatia
            e anche perch'io caduto in apatia
            danno d'amicizia grande rispetto.

            Tre mesi resto steso dentro un letto
            e solamente Dio sa quant'io patia
            che mente da dritta e storta si dipartia
            non rispondendo più alcun concetto.

            Dì e notte m'accudiva la buona donna
            e mi cantava pure la ninna nanna
            come faceva la dolce mia nonna.

            Per otto mesi mi danno lor cure,
            finché mia mente sconfigge condanna
            ridando riso a quell'anime pure.
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              Scritta da: Nello Maruca
              in Poesie (Poesie personali)

              CLIX

              Sette vite ritrovo accanto a me
              Spezzate, inzuppate del lor sangue
              Innocente; dall'or lo cor mi langue
              e la mente mai scosta nefanda trame.

              Ma qui non sono a raccontar di me
              Né di mia casa che sciagura estingue
              Ma di due anime di bontate pingue
              Ch'an vinto trame, nefandezza e fame.

              Di zio Gianni dico e zia Sisina
              e reco di loro a voi ambasceria:
              Sono sfuggiti a disumano eccidio,

              scampati, pure, a un vile incendio,
              hanno perduto casa e pur cascina
              compreso vacche, tori e masseria.
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                Scritta da: Rita S.
                in Poesie (Poesie personali)

                Mediterraneo

                Sono onde notturne
                le tue ciocche corvine
                mosse in danze di brezze

                cornici di strali di ossidiana
                e di morbide dune.

                Sole di bronzo
                sulla pelle adagiato
                un trompe l'oleil
                dipinto di luce profonda.

                Distese di sale sciolto
                le tue fattezze
                ancheggiano sotto la luna

                maree di accorati impulsi.

                E navighi...
                navighi insieme alle vele

                sogni in movimento
                nel tuo universo.
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                  Scritta da: Melina Altieri
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Ribellione

                  Si dice sempre
                  "l'erba marcia va levata"! ...
                  Si dice che "è dannata"!
                  Non credo a queste cose,
                  perché amo anche le rose...
                  Lo si trova nelle piante
                  e qui nasce il proverbio,
                  dove di luogo è l'avverbio!
                  Tanta gente è malata...
                  Anche quella va levata...
                  La società non accetta
                  questa triste realtà,
                  non aiuta minimamente,
                  passa oltre impunemente.
                  Questa grande verità
                  va levata senza pietà
                  dalle piante e dal governo
                  va levato il primo,
                  di tutto il "Perno"!
                  Composta lunedì 16 maggio 2011
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