Poesie personali


Scritta da: Gerlando Cacciatore
in Poesie (Poesie personali)

L'irritante

Se la moto, non si fosse
schiantata a terra.
Se avesse continuato
la sua corsa,
tu uomo
non saresti, un demente irritante.
Sottrarti al tuo destino
non puoi.
La moto a terra,
la vita salva.
Ma è come se fossi morto,
dal momento, che il destino
ti ha sconvolto.
Tu uomo,
mi chiederai:
Quale sarà il mio destino,
d'ora in avanti?
Io ti risponderò:
Quello di irritare la gente.
Composta giovedì 10 novembre 1977
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    Scritta da: Rosanna Tafanelli
    in Poesie (Poesie personali)

    Universi sbriciolati (poesia non-sense)

    Universi sbriciolati
    e mille piccoli soli roteanti
    nell'infinito nulla.

    Gocce e gocce di cielo sfilacciato
    scolorano le tende del mercato,
    picchiettano le melegrane e i fichi.

    Sul muro, gechi vermigli saettano,
    precipitando incolumi nel vuoto
    e urlando afoni al vento.

    Schegge di pietra schizzano sonore,
    tamburellando tronchi marcescenti
    e trafiggono fiori morbidi carnosi.

    Puc, puc, puc... grosse e lente
    si levano nell'aria bolle dorate
    ripiene di pensieri... puc!
    Composta lunedì 1 marzo 2010
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      Scritta da: Giuseppe Freda
      in Poesie (Poesie personali)

      Preghiera

      Questa notte
      io canto per te,
      segreto antico
      della Terra che vive.
      Respiro caldo
      delle sere d'estate.
      Brivido dolce
      che dai luce
      e sorriso alle stelle.
      Alzami al cielo,
      e lascia che io goda
      della gioia e del dolore,
      del sole che mi scalda
      e del ghiaccio che mi gela,
      del velluto di una carezza
      e del singhiozzo di una ferita.
      Gabbiano nella luce del sole.
      Delfino nell'azzurro del mare.
      Amore,
      prendimi per mano
      e conducimi a Dio.
      Tu che mi doni la vita,
      fammi gli occhi raggianti
      del mio immenso destino.
      Verso lo spirito,
      anche attraverso i sassi.
      Verso orizzonti tersi,
      anche attraverso la nebbia.
      Verso la luce,
      anche attraverso il buio.
      Verso la gioia,
      anche attraverso il dolore.
      Ma se la gioia
      di cui son capace
      non è la più grande,
      la più pura,
      la più vera,
      l'l'unica gioia
      che esista al mondo,
      dammi il dolore.
      Perché questa notte
      io sogno di te,
      mistero profondo
      della Terra che ama.
      Sapienza eterna
      che ti sveli in silenzio.
      Candido Padre
      che mi batti
      potente nel cuore.
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        Scritta da: Simone Sabbatini
        in Poesie (Poesie personali)

        Uguaglianza

        Scopriremo forse un giorno
        l'uguaglianza.
        Tanti cyborg vestiti da persone
        tutti in fila sulle panche della chiesa
        tutti in coda, sguardo a terra, camminare
        passo passo, dirigersi all'altare.
        Ma sotto sotto controllare
        il cappellino storto della signora accanto
        la scarpa sporca di chi torna già a sedere,
        perfino il prete ha lo sguardo stanco
        mentre dice, o almeno pare,
        Buon Natale.
        E ognuno è già più buono
        a non capire
        solo aspettare
        In nomine Patri,
        sequenza di zeri
        fuor di codifica
        "andiamo grazie a Dio".
        Allora
        campane solo come tortura
        latrati di povere bestie animate,
        e animali insipidi
        in coda per un pezzo di pane.

        Cimiteri astratti di pensieri sintetici
        rifugi artificiali senza inferni e paradisi
        di preghiere eteree verso tombe vuote.
        Cimiteri da schiamazzo il 2 novembre
        da strapazzare i morti di fiori e avemarie;
        da stramazzare morti tutto l'anno
        non più nel corpo, non nel cuore
        morti soli nell'oblio.
        Composta martedì 16 novembre 2010
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          Scritta da: Simone Sabbatini
          in Poesie (Poesie personali)

          Sudore

          Tanta fatica per nulla.
          Tanto rumore
          occluso
          nel tuo silenzio ottuso,
          infantilmente bello
          e terribile,
          e le mie brutte mani
          in questo stesso bivio
          di parole soscritte, che
          non so scrivere,
          modi difficili da dire
          ridere chiassoso da museo
          e sempre la stessa insoddisfatta fame.
          La strada intrapresa ci naviga un po' addosso,
          per forza o per rancore, asfaltata di tempo.
          Composta domenica 10 febbraio 2008
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            Scritta da: Simone Sabbatini
            in Poesie (Poesie personali)

            L'attimo

            Cogli l'attimo:
            quel tenero, violento momento
            vero
            in cui si fa estate nel tuo cuore,
            la terra s'asciuga al sole.

            E tutto evapora lasciando finzione:
            le emozioni si fanno bugie,
            che dicesti a te stesso;
            le illusioni, dolci che avevi coltivato,
            nient'altro che falsità;
            e gli inganni per l'anima,
            e il mare di ricordi in cui nuotavi felice...

            Tutto s'asciuga al sole,
            e uno scheletro di polvere
            resta a graffiarti l'anima, finché
            tutto crolla come terremoto – o sei tu che hai mosso il tavolo?
            vola via come uragano – o sono castelli di carta le nostre lacrime?
            come mareggiata tutto è travolto – chi li regge i fili dell'anima?
            (Come può andare lontano
            se tutto adesso è vento
            negli occhi...)

            Nel sale che scopri a sfaccettare l'alba
            un giorno che hai dormito di più
            leggi diverse impressioni
            sepolte, risorte, divenute
            passate in un attimo.
            Composta mercoledì 8 febbraio 2006
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              Scritta da: Simone Sabbatini
              in Poesie (Poesie personali)

              Corsa libera

              Trasportato da emozioni e stati d'animo,
              prigioniero di processi e impulsi chimici,
              ma cosciente, e la coscienza mi fa libero
              che la chimica fa manifesto il vivere
              (acqua e saporito sale son le lacrime!)
              Vivo in pace la battaglia più difficile,
              dell'angoscia, dell'assurdo mal d'esistere.
              Corro svelto a quella mèta non visibile;
              l'importante non è più non farsi prendere,
              non cadere, ma nel caso ripartire,
              non rischiare di vedersi un giorno perdere:
              l'importante adesso è credere!
              Composta mercoledì 7 giugno 2000
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