Poesie personali


Scritta da: Nello Maruca
in Poesie (Poesie personali)

Alta sei donna mia

Alta sei donna mia turchese e bella
ch'appari quale dal ciel discesa stella,
lo guardo delicato è freccia in core
che riempie di dolcezza e tant'amore.

Profumata sei qual rosa e giglio
più ch'al mattino emana fior di tiglio,
là, ove il passo posi ride la via
inebriata di profumo delicata scia.

Sul dolce, sereno, splendido visino
l'aspetto che raduni par divino,
par che discendi da città remota,
non già nata sull'umano pianeta.

D'umana razza tieni appartenenza
Indi pur d'essa tieni somiglianza;
tuttavia diversa è ogni fattezza
Per quanto stile e immensa tenerezza.
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    Scritta da: Ada Roggio
    in Poesie (Poesie personali)

    Piccole virgole

    Oggi, magica festa.
    Festa per tutti, ma non per il mio cuore.
    Invano ho atteso.
    Si è fatto notte.
    All'improvviso.
    Uno squillo.
    Pronto!.
    Una voce, mi mette il sorriso.
    Piccole virgole d'amore.
    Riescono a scaldare il mio cuore.
    Sono parole semplici ma buone.
    Sono regali che riceve il mio cuore.
    Non mi aspetto dalla vita, grandi sorprese.
    Non ho grandi pretese.
    Piccole virgole, ritorna il sorriso.

    A te che aspetto da tanto tempo.
    Tanto tempo, che fa paura.
    Questa notte la passerò più sicura.
    Domani leggerai il mio cuore.
    Non è scritto sulla sabbia, che il vento cancella.
    Non è scritto sui muri, e qualcuno cancella.
    Non è scritto sul foglio che strappi, o cancelli.
    È scritto sul libro inciso per sempre.
    Ti resterà il ricordo del mio cuore, che ama te solamente.
    Composta mercoledì 8 dicembre 2010
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      Scritta da: Nello Maruca
      in Poesie (Poesie personali)

      Saggio corona di sonetti

      In questa classe siamo sedici alunni,
      nove siam maschi, sette sono donne.
      Quattro son compagni dei passati anni;
      un solo maschio e tre hanno le gonne.

      Elsa, Lucia e Caterina Lo Munni
      nomata, per sue rime, poetessa "Erinne" *
      il maschio, compagno, Cucco Giovanni.
      Quest'è la prima B d'Istituto Aronne.

      Uom'elegante da fattezze basse,
      si sofferma tra i banchi e sorridente
      dice: sono il docente Carlo Alasse

      proffessor di lettere in questa classe,
      al vostro fianco sarò costantemente,
      io sarò ruota e voi sarete l'asse.
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        Scritta da: Nello Maruca
        in Poesie (Poesie personali)

        Eredità

        Di un padre moribondo
        scriveva Passeroni
        che al letto chiamò al bordo
        per mai aver tenzoni
        i dieci figlioletti
        che tutti tiene in petto.
        Dà un mazzo di bacchette
        legate strette strette.

        Chi rompe, dice, il fascio
        e mi mostra possanza
        ogni ricchezza lascio
        e gli altri restan senza.
        Dall'uno all'altro
        così, il fascio passa
        ma niun pur forte e scaltro
        lo sfascia di sua possa.

        Ad ogni figlio, allora,
        solo una verga dona,
        spezzatela, qui, ora
        e avrete il vostro dono.
        E tutte in un istante,
        l'ha scritto Passeroni
        le verghe furo infrante.
        Ecco or qui il dono:

        Se lontan da voi le risse,
        cagion di debolezza
        le avrete regola fissa
        vi avrete una corazza.
        Se lontano le contese
        invece vi terranno
        per niun nemico è impresa
        donarvi pena e affanno.

        Pure i debolissimi
        che pensavanvi pria forti
        saran per voi fortissimi
        se voi sarete smorti.
        L'ha scritto Passeroni,
        pur'altri prima ancora,
        io ne confermo il vero
        che ne son prigioniero

        Non sono, pertanto, alcuno
        perché mi persi ognuno.
        Perciò tenete cura,
        Per evitare sciagura,
        Di rimanere tutt'uno.
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          Scritta da: Nello Maruca
          in Poesie (Poesie personali)

          Qualità del cornuto

          La bontà, è risaputo, qualità
          è del cornuto che quand'anco la sua donna
          trova a letto con l'amico a sfregarsi
          l'ombelico, li osserva desolato
          e per mera umanità, avvilito,
          se ne va..
          Poi credendo che l'amico dipartito
          si sia già, come d'uso d'ogni dì,
          torna a casa al mezzodì; da sull'uscio
          fragoroso ode il riso degl'amanti
          e allora cosa fà? Scoraggiato
          se ne va.
          Attraversa il ponte grande, scende giù,
          verso la valle, si sofferma sulla sponda,
          guarda l'acqua gorgogliante: si lo fò.
          Indi pensa alla sua donna, indietreggia
          di un bel po': Poverina! Non lo fò.
          Ed allora cosa fa? Mogio, mogio
          se ne va.
          La campana dondolante dona l'ora
          della sera, il profumo delle viole
          sta a nunziare la primavera;
          Lui è solo nei suoi pensieri: a quest'ora
          ancor lo trovo? Certo no!, è ora di cena.
          Farfugliando in questo dire verso casa
          s'incammina.
          Mentre il sole cala a ponente
          avanzando lentamente, con il cuore
          palpitante guarda in alto, ahimè
          chi vede? È l'amico alla veranda
          che ridendo sta cenando. Si domanda:
          Mo che fò? Più lontano me ne vo.
          Poi, intanto, la campana dalla vetta
          al campanile lenta batte mezzanotte;
          con in cuore speranze vane fa ritroso
          il suo cammino, alla luce della luna
          della casa ai gradini stancamente
          s'incammina e la chiave nella toppa
          ruota lento, pian pianino e con fare
          quasi furtivo alla camera da letto
          tristemente s'avvicina. La sua donna
          con la guancia è distesa sulla pancia
          dell'amante ch'è d'accanto. Indietreggia,
          va in cucina, un trinciante stringe
          in pugno e s'avventa alla consorte
          e dell'uomo fa stessa sorte. Poi s'accascia
          lentamente e riposa, finalmente.
          Pure questo è risaputo qualità
          è del cornuto. N. Maruca.
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            Scritta da: Emanuele Marcuccio
            in Poesie (Poesie personali)

            Eternità

            Oltre quel fumo,
            oltre quella porta,
            oltre il mare immenso,
            oltre l'orizzonte sconfinato,
            oltre le piogge di mezz'agosto
            c'è una luce che io voglio attraversare,
            c'è una soglia che io voglio varcare
            in questa pioggia del mio vegetare,
            in questo mare del mio non vivere.
            Composta martedì 10 marzo 2009
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              Scritta da: Serena Mainini
              in Poesie (Poesie personali)

              Il destino

              Nella vita si nasce e si muore.
              Per vivere bisogna imparare
              a camminare sul sentiero
              del nostro destino.
              Prenderai la strada giusta solo dopo
              aver visto davanti a te il pericolo;
              ricorda che comunque
              le scelte che farai
              porteranno ad una conclusione
              perché nella vita
              per gli sbagli
              c'è il perdono,
              ma non c'è futuro
              se si vive nel passato.
              Infine ricorda che
              l'ultimo tuo respiro
              sarà vano per chi dopo di te
              percorrerà quel vicolo cieco
              che ha sempre un inizio e una fine.
              A metà di quel sentiero
              voltandoti versò il ricordo
              di quello che hai vissuto,
              ridendo dirai: "Ora posso andarmene in pace!"
              E io guardandoti andartene
              capirò che comunque
              una lacrima versata per una persona cara
              è sempre qualcosa di meglio
              che piangere per un capriccio
              perché ci ricorda che non siamo solo corpo,
              siamo anche anima e non smetteremo
              mai di credere che comunque in quel pericolo
              combatti per difendere il tuo destino
              e quello di chi ti voleva al suo fianco.
              Composta mercoledì 8 dicembre 2010
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                Scritta da: romeo 92
                in Poesie (Poesie personali)
                Un ultimo bacio per te
                che hai reso le nostre domeniche
                e non solo
                più saporite
                con quel tocco di magia
                chiamata famiglia
                che con te non si perderà mai
                un ultimo bacio per te
                che ci accarezzi ancora
                con la tua semplicità
                un ultimo bacio per te
                che sei dentro i nostri cuori
                e da lì non te ne andrai mai
                un ultimo bacio per te
                che non sarai mai
                la fine dei nostri giorni
                ma sempre l'inizio di tutto.
                Composta mercoledì 8 dicembre 2010
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