Neve
Atomi per aria, aggregati, uniti tra di loro grazie a dei legami instaurati
scendono giù dal cielo dipingendo una serena e festosa atmosfera.
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Atomi per aria, aggregati, uniti tra di loro grazie a dei legami instaurati
scendono giù dal cielo dipingendo una serena e festosa atmosfera.
Amore, che sai riempire il mio cuore e la mia anima di emozioni uniche,
Tu che sai appagare il mio essere uomo con un semplice sguardo,
Tu mia piccola ed indifesa compagna di sentimento
che sai essere leonessa forte ed agguerrita se qualcuno invade il tuo territorio.
Mia gioia, mio orgoglio, mia stella polare,
Tu che allieti il mio risveglio e concigli il mio riposo,
Tu che mille e mille prose non riescono a catturare.
Grazie
grazie per aver preso la mia mano quando ne ho avuto bisogno,
grazie per avermi trovato,
grazie per esserti fatta trovare
ma soprattutto grazie per aver deciso di donarmi la tua vita in cambio della mia...
Il tempo passerà e... sarà di nuovo Amore...
i nostri corpi e le nostre menti saranno fusione d'Amore,
quanto lo bramo...
semplicemente...
per sempre...
So dove sono
ma non
dove sto andando
attratto da pellicole
velate
da fotogrammi d'orizzonte
lasciandomi alle spalle
i suoni incontrastati
dei colori
ascolto ed accarezzo
terreni di silenzio
cammino ad occhi aperti
ma
vedo
a piedi nudi
non cerco risposte
di vita... di morte
da dove veniamo
dove andiamo
a
finire.
Ogni volta
che
la nebbia mi avvolge
io
mi lascio rapire.
Ritrovo
i tuoi sorrisi
tra le pieghe del cuscino
lo sfioro
con il volto
e
subito ti sento
a
me vicino.
Stringimi forte
amore mio
e
stancami
baciami
e
lasciami senza respiro
solo così
io
vivo.
Perché spazzi via ciò che esiste appena?
Quale occhio annebbiato ti guida?
Tutta questa furia per ricominciare il niente
l'energia catalizzata tra fantasmi e pena
Sei come una casalinga che spolvera il lucido
trascurando le ragnatele stantie, visibili
Non raccoglierai nemmeno cenere
Anche quella era stata impegnata già
Effimera chimica che ti genera
Lascia in pace chi non vuol essere visto
Tramonta per sempre
Solca terre spaccate dall'odio
Irrigate dal sangue e dalla cupidigia
Infliggi pure la tua punizione al reo
Consenti al sottomesso un alito di pace
Ora e per sempre.
Non sono niente,
solo un segreto, inesistente,
nascosta in un dove,
che nessuno conosce.
Sono pura come sangue,
trasparente come la luce,
fugace come il calore,
il contrasto in ogni colore.
Sono invisibile, indescrivibile,
come l'innocenza del peccatore
sotto il segno dell'amore
più forte di ogni ragione.
Sono la delicatezza della seta
che con un soffio avvolge l'anima,
la leggerezza della fantasia,
sono un'illusione, sono la magia.
Sono la dolcezza di un desiderio,
irresistibile, infantile e candido.
Sono insicura, instabile come l'acqua,
che scorre tra gli scogli della montagna.
E come l'acqua riesco sciogliere
anche le sostanze più rigide...
sono una farfalla nell'inferno
affascinante, miracolata, dannata.
Incomprensibile bellezza
dove si incontrano fuoco e acqua.
Sono un pensiero, un sogno, una favola,
la contraddizione in ogni regola,
la voce in fondo all'anima,
l'ultima immagine dell'ultima ora.
Non sono niente, non ho un nome,
ma è inconfondibile il mio sapore.
Non sono niente da capire o scoprire.
Sono la profondità, sono parte di te.
Se un giorno me ne andrò
non sarà più niente come era.
Il mondo ti sembrerà vuoto,
ti mancherà l'essenza della vita.
Mi troverai soltanto
nel riflesso del tuo sguardo,
Dove non c'è niente. Niente
che per un altro può significare
ciò che significa per te.
Udire ciò che non vedo
è il pensiero superbo
di luce composto
irradiato il volto disposto a mezzogiorno,
sprezzante dell'ora scandita sul quadrante
come se nulla potesse accadere.
Ritrovo quel calore cocente
che nel giorno
via via svanisce:
come è facile pensare
con gli occhi di oggi
al vecchio fiume
che con arcaica tenacia
tutto corrose,
come guardando le rughe sembra di legger un libro,
guardomi allo specchio
forse per una incauta lettura del futuro
e osservando al sole marzolino
i primi germogli
mi accorgo che
la distanza che sembrava infinita è già passata.
Sei tu che mi salvi,
dai numeri,
dai nomi,
dai calendari,
dalla vergogna
della parola degradata
a guscio vuoto,
di cicala scoppiata.
Dilati distanze con morti confini,
schiudi regni sottratti al tempo,
dove non son più Nome.
Ma d'albero scorza rugosa,
e sotto la terra sento
l'acqua che mi nutre,
e sopra lame di sole
attraversarmi i rami.
Sono l'erba delle praterie
e sento l'aria aprirmi in varchi.
Sono il vento infuocato del deserto
raffreddato nelle pietra Sfinge,
a sfidare l'oblio dei secoli
e il brulichio degli umani.
La tua faccia nei miei occhi
sarà naufragio alla mia morte.
Nel vespro dai lenti rintocchi,
in mare pieno, fra anime sperse,
di Proserpina la vela gonfia
t'abbraccerà con foga empia,
Scoglio levigato,
ove il piede poso fidato
a guadare in risalita
il torrente di mia vita.