Poesie personali


Scritta da: Rosarita De Martino
in Poesie (Poesie personali)

Concerto di pensieri

Nel parcheggio
dell'opacità quotidiana
stazionano
i cavalli del pensiero.
Ma ecco che vibrazioni
di eterne melodie
li scuotono liberandoli
da briglie di perché.
Partono ora,
si abbeverano
al limpido fiume
dell'infanzia.
Sulle rive acciottolate
di sassolini rilucenti
brucano avidi
l'erba di speranza.
Ripartono ed io
non sazia ancora
ricerco cattedrale
di silenzio
e ritorno
con velo candido
di fede.
Improvvise Vibrazioni
di tuo sorriso amico
mi arpeggiano dentro
e accarezzo luminosi pensieri
che si perdono
in azzurra pace.
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    Scritta da: Rosarita De Martino
    in Poesie (Poesie personali)

    Il cielo di mia vita

    E delusa staziono
    in tenebre di egoismo,
    il mio cielo è offuscato
    da nebbia di pensieri,
    ma la dirada d'incanto
    improvvisa,
    soave,
    leggera,
    amica
    ala di vento.
    Ritrovo la mia perla
    di perdono.
    Trepida la moltiplico
    in infiniti
    raggi d'amore.
    Libera
    nel mio cielo di luce
    ritorno.
    Composta domenica 3 gennaio 2010
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      Scritta da: Rosarita De Martino
      in Poesie (Poesie personali)

      Le tre perle

      Staziono delusa
      sul mio monte di orgoglio,
      mentre vento gelido
      sferza mia nudità di fede,
      non più adorna
      delle smarrite perle
      del credere, dell'amare,
      dello sperare.
      Ma ecco voce di preghiera
      mi raggiunge attenta
      ricoprendomi
      di azzurro
      manto di umiltà.
      Trepida lo indosso.
      Trasformata,
      perdonata,
      amata
      respiro luce
      in sorrisi di fratelli,
      che mi riconsegnano
      le tre perle colorate.
      Ritorno in pace di pensieri
      e libera intono
      giovane canzone
      d'amore.
      Composta venerdì 1 gennaio 2010
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        Scritta da: Federico Di Lembo
        in Poesie (Poesie personali)
        E le parole più profonde
        a volte sono nei silenzi
        Perfette come cifre tonde
        Non le ascolti ma le pensi

        e pensare per non parlare
        Ma per il solo gusto
        Di ascoltare
        Ciò che tu ti volevi dire

        a volte penso che sia il solo
        a stare fermo mentre volo
        a volte rido perché se piango
        La mente da neve diventa fango

        e sono sporco questa sera
        Sporco di illusioni
        Che gocciolano come cera
        e mi cambiano i colori

        Se era bianco vedo nero
        Se era rosso vedo grigio
        e se tolgo quel velo
        Non resta che un miraggio

        è il miraggio che mi cambia
        Una lotta eterna ed infinita
        Come l'onda con la sabbia
        Per chi arretra non c'è vita

        Ci sente un po' immortali
        Quando si è in compagnia
        Non ci si sente tali
        Quando soli e in agonia

        Lo so che è triste
        Non c'è festa e non saltella
        Ma il pensiero insiste
        e in testa mi martella

        Il motivo per cui scrivo
        Mi è ignoto non lo nego
        Fin quando sarò vivo
        Io scrivo e me ne frego

        Perché mi parte da dentro
        Questo impulso d'espressione
        e non lo fermo se non centro
        Il punto della questione

        Siamo soli contro noi stessi
        In svantaggio e già persi
        Perché non c'è battaglia
        Contro chi ha la briglia

        Non siamo noi a governarci
        Ma qualcosa che ci invade
        Siamo solo poveracci
        e vaghiamo per buie strade

        Come spiriti ribelli cerchiamo risposte
        Come lupi o come agnelli
        Siamo solo delle bestie

        Forse adesso ho capito
        La risposta non è importante
        Ma forse e lo dico
        è la domanda che è impertinente

        è per questo che viviamo
        Alla ricerca del futuro
        e ci illudiamo che questo
        sia persino duraturo

        Magari lo sarà ma non certo
        è per questo che siamo vivi
        Se il presente è un pretesto
        Per qualcosa a cui aspiri.
        Composta sabato 5 dicembre 2009
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          Scritta da: Don Juan
          in Poesie (Poesie personali)
          Spargeva petali sul cuore,
          scriveva parole e le posava nel vento,
          le lanciava a chi sapeva coglierle e tenerle strette,
          dipingeva sogni e li profumava d'amore,
          pulsava forte ed ora giace immobile, incapace,
          come animale ferito che non ha più
          voglia di correre ma solo lasciar stare ed aspettare,
          aspettare che qualcosa cambi,
          che il sole torni a riscaldare.
          Composta domenica 17 gennaio 2010
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            Scritta da: Costa
            in Poesie (Poesie personali)

            Haiti, sto male

            Pendii di lunghe attese che la mente percorre a cercare quel che ero.
            Mani che invocano tra polveri e lamenti.
            Corpi stesi senza voglia. Occhi che non vedono.
            La terra trema. La terra vendica. La terra ordina.
            Ed io ancora in balia delle tante illusioni, non mi basta più neanche morire.
            Mi chiedo, perché prima? I miei malumori. I miei capricci. I miei rancori.
            Ora che non ho più, come posso ritrovarli?
            Ora che non sogno più, solo affamato, ferito, svuotato, come posso più sperare.
            La mia vita di mancanze, ora non ho neanche quelle.
            Ora sono a terra, mi guardo intorno, la terra trema e si lamenta,
            non riesco più ad immaginare come sarà il mio domani.
            Se ci sarà per me un domani!
            Composta domenica 10 gennaio 2010
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              Scritta da: Antonio Prencipe
              in Poesie (Poesie personali)

              Angelo Maledetto

              Perdonami,
              non ti ho dato ciò che meriti,
              ti amo ma sono stato troppo orgoglioso per dirtelo,
              ti penso sempre,
              sei parte di me,
              ora che non sei accanto a me
              sento il tuo odore, il tuo amore,
              ma ormai,
              mi manchi e non so come fare
              per compensare ciò che vive nell'anima mia,
              ciò che grida ai margini
              folli e sbandati di questa incompresa vita mia,
              ti amo e non so come vivere
              senza il battito del cuore tuo.
              Quell'angelo maledetto ti ha portato via da me,
              quell'angelo maledetto insieme a te
              si è portato via l'insostenibile e aggressiva anima mia,
              quell'angelo maledetto ti ha portato in paradiso
              mentre accompagnava la mia anima all'inferno,
              quell'angelo maledetto mi ha fatto
              sprofondare giù negli abissi infami
              di un mare bastardo, disperato,
              quell'angelo maledetto si è fottuto
              la stella più bella,
              quell'angelo maledetto mi ha portato
              via l'amore che tanto avevo rinnegato,
              mi hai dato tanto ed ora
              non ci sei più a dare un senso a questa vita mia,
              sarai la mia volontà,
              perché non scendi a trovarmi,
              perché il cielo ti ha preso con se,
              perché Dio non prende me,
              ma io verrò un giorno la
              ti prenderò per mano e mai più
              ti lascerò cadere.
              Composta martedì 22 febbraio 2011
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                Scritta da: Davide Bidin
                in Poesie (Poesie personali)

                A Nostra Signora della Malattia

                Nostra signora dellà Malattia
                Noi ti preghiamo
                Possa la tua forza contundermi
                Possa il tuo spettro possedermi
                e la tua volontà affliggermi

                Nostra signora dellà Malattia
                Noi ti invochiamo
                Giacenti in confortevoli letti
                Nella gelida penitente nausea
                Nell'atroce palpitante febbre

                Poiché sappiamo
                Cosa si prova a sentirti viva
                Mentre noi moriamo

                Malattia
                Che di noi ti nutri
                Che con noi giochi

                Possa una volta conclusasi l'opra tua
                Piangere lacrime di sangue
                Come hai fatto a noi uscire
                Nell'amare le tue spoglie stupranti

                Possa tu stessa provare,
                Quando non ci sarà più vita alcuna,
                Quando ogni gemma essiccherà
                La croce dell'inutilità.
                Composta giovedì 2 luglio 2009
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                  Scritta da: Violina Sirola
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Tristezza

                  Quanta tristezza, dove è passione
                  senza sentimento
                  dove fanciulli soffrono
                  la fame! Quale giustizia è nelle nostre
                  mani, noi che indugiamo
                  nel porgere al viandante, a lui
                  la mano che ci tende invano?

                  Aria nel vuoto
                  immenso della sfera
                  e, se la vita è certa
                  all'infinito, sospesi noi
                  danzanti in mezzo al cielo
                  come pupille nella notte nera.
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