Poesie personali


Scritta da: upbordello
in Poesie (Poesie personali)

Il buono è nell'attesa

Ne rideremo insieme, un giorno,
del nostro tempo, passato ad aspettarci.
Ricorderemo le sensazioni indefinite
che ci parvero avere un senso,
che non potevamo capire.
Ripercorreremo la strada a ritroso
e conteremo gli incontri mancati.
Calcoleremo, con minuzia,
inspiegabili vuoti allo stomaco,
crampi come pegni di un voto segreto,
passi in verso contrario al destino
quando, ancora vestito d'accidente,
camuffava carte, locali, nomi.
Ne rideremo insieme, un giorno,
del nostro tempo, passato ad aspettarci.
E ci scioglieremo in fine nelle lacrime,
del nostro inarrivabile incontro,
dell'impossibilità di trovarci,
se non in quell'attesa.
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    Scritta da: oana.kika
    in Poesie (Poesie personali)
    Innumerevoli pensieri si appoggiano sulla mia testa
    e la mia mente si offusca di te.
    Vieni fuori dal mondo con me,
    tra le stelle, tue amiche
    vieni fuori dal mondo con me,
    tra le foglie dell'autunno
    a farsi spazzare via dal vento...
    vieni sulla cresta del mondo
    ad ascoltare il silenzio del cuore.
    Enormemente vicini, spaventosamente lontani
    Io e te, ombre che si aggirano intorno all'anima
    Io e te, cavie del destino
    Scelti con cinismo a farci compagnia
    Da lontano.
    Cercando di trovare il sole nella notte
    Un'unica amica: la follia
    Un'unica nemica: la ragione
    Ribellati!
    Vieni fuori dal mondo con me,
    tra i petali dai sogni infranti
    Vieni fuori dal mondo con me,
    a cavalcare le onde dei mari
    e ad appoggiare nuove parole
    sulle pagine bianche della nostra vita.
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      Scritta da: oana.kika
      in Poesie (Poesie personali)
      Il mondo disse "hai le ginocchia sporche di sangue!"
      Il cuore rispose "ho camminato a lungo, ricordi?"

      Dal cielo cade una pioggia calda
      Una goccia si lamenta sul davanzale
      Un tuono urla in lontananza
      Ed i miei pensieri fanno rumore.
      Ma non ho più la forza di sgridarli
      Perché è giunta l'ora di dormire.
      E mi accascio sul cuscino pieno di ricordi
      e chiudo le mie palpebre stanche:
      Ho visto il mondo nel sonno,
      Con mille proposte da farmi
      Ho visto il mondo cercarmi
      Con mille inganni e mille promesse
      Ho già la voglia di rialzarmi,
      Ci vado ancora, riparto dal sole
      ...
      Delusa dal corpo ricado sul letto
      La bocca distorta è pronta a gridare
      ...

      Il mondo mi dice "hai le ginocchia sporche di sangue"
      Il cuore risponde "ho camminato a lungo, ricordi?"
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        Scritta da: MELANIE CHANTI
        in Poesie (Poesie personali)

        Inverno

        Scivoli via
        dalle mie dita, e dai miei sogni.
        Rompi
        la quiete della mia tempesta
        che, stridente,
        agita le onde della mia anima.
        In frantumi
        è il mio sorriso:
        perso
        tra le note del mio dolore.
        Cavalco i miei sospiri,
        che con affanno
        aumentano d'intensità.

        Volgo gli occhi alla luna,
        così fiera e nostalgica,
        che accarezza con la sua polvere argentea
        ogni mia lacrima.
        Attendo un raggio di sole:
        Vorrei facesse capolino in questo istante,
        per potermi avvolgere
        della sua fiamma.

        Invece
        tremo, gelo, rabbrividisco:
        è già inverno
        nel mio cuore,
        e soltanto una cosa
        potrebbe sbrinarlo
        e risvegliarmi
        dal torpore.
        Tu...
        Composta lunedì 30 novembre 2009
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          Scritta da: lolly76
          in Poesie (Poesie personali)

          Ombre di luce

          Scorgere proiezioni di vuoto impossibili
          mentre sussurra la gioia sotto neve perenne:
          vedrai ombre di sorrisi nel cuore.
          Voce nella mente...
          non cercare le stelle
          non le hanno mai trovate.

          L'alta marea arriverà presto...
          non ti nascondere:
          porterà i segreti del mare.

          Sussurrano
          fruscii di colori ma
          lo senti...
          che non è ancora luce,
          perché è vero
          che la nebbia inganna e il cuore trema...
          perché è raro
          che i tuoi occhi ascoltino
          e le orecchie vedano.

          Non puoi impedire
          alla notte di cadere:
          ti perderai,
          allora...
          o sognerai,
          ancora...
          Ma quando, sfinite
          le tue lacrime bagneranno la luna
          ... ricorda:
          nessuno
          può impedire all'alba di tornare.
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            Scritta da: lolly76
            in Poesie (Poesie personali)

            Minuto zero

            In alcuni istanti posso pensare
            che il cielo non sia più azzurro, anche se lo è...
            che la luna non brilli, più per me...
            che il sole non mi voglia più scaldare...
            che la neve non possa più farmi sognare.

            In alcuni momenti posso credere
            che continuerò sempre a soffrire...
            che non avrò più la gioia di cantare...
            che davvero nessuno mi può capire...
            che mai potrò più completamente amare.

            Ma poi in alcuni attimi basta un sorriso,
            basta un amico,
            basta un pensiero condiviso...
            questo vento contento
            la luce di un tramonto...
            e, se davvero
            per mano mi stai prendendo,
            riesco a sentire il mio respiro...
            e poi di nuovo, sorridendo,
            so che posso ancora spaccare il mondo.
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              in Poesie (Poesie personali)

              Secondo amore

              Come una fenice suicida
              che si smorza e non risorge,
              così io mi ero accasciata.
              Il sentimento maltrattato
              aveva fatto propria in me
              la fragilità di un albero di cenere.
              Poi tu, acino di zucchero incendiato,
              insabbiato tra i grani non ancora caduti
              di quella mia clessidra sbeccata.
              Se ora il costato mi trabocca
              di argento e caramello
              è solo ad opera della tua incandescenza.
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                in Poesie (Poesie personali)

                Macerie di cacao

                Coglimi come una frustata sulle labbra,
                a tradimento e ruggendo d'ingordigia.
                Imboccami di cioccolato acerbo, amaro,
                ma poi assolvimi con arancia candita e cannella.
                Sul cuscino gianduia e fondente spezzati
                in un ribelle mosaico di cubi scomposti,
                anarchia guerrafondaia del proibito.
                Intingi le dita nella polvere dolce e brunita
                per dipingermi le labbra di mogano,
                in questa caccia insonne la preda ambita
                è una brace elettrica di voluttà.
                L'alba forza le imposte ed inciampa
                nei nostri peccaminosi ruderi di delizia:
                riccioli di cacao e profumo di rossetto.
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                  Scritta da: lilitu
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Avari sguardi

                  Povere
                  le mie commissioni,
                  quelle che domando
                  negli sguardi veloci
                  che offro generosa,
                  caldamente avvolgendoti
                  in un'odissea avvincente
                  di desideri incolti
                  senza meta.
                  Sono accenni,
                  accenni di una vita,
                  e di momenti,
                  che ho trafugato qua e la
                  nel ricordo del futuro
                  quello che lampeggia
                  nelle visioni
                  che lacerano l'ora
                  solitario.
                  L'eremita ed il saggio,
                  quello che sa comporsi,
                  e s'adopra,
                  all'ombra del guado,
                  dietro un'occhiata fuggente.
                  È il vento del nord
                  che taglia la carne
                  del volto asciutto,
                  dopo il pianto del cielo,
                  e quello del cuore infranto.
                  Passi,
                  ammicchi con gesti avari,
                  troppo avari,
                  per me che abbondante,
                  ti getto sguardi d'amore,
                  così,
                  t'ammiro.
                  Amo ammirarti.
                  Nella tua amara follia,
                  quella che tiene per se
                  la bellezza nascosta,
                  sei amaro in bocca,
                  che guizza alle labbra,
                  bagnate,
                  ardenti.
                  È una comunione d'intenti
                  che tacciono
                  e si lasciano intravedere
                  in qualche nota d'azzurro,
                  i tuoi occhi,
                  ninfee celesti,
                  tondi opali che riflettono il cielo,
                  cielo che pudica contemplo.
                  Vergine e santa,
                  così stupendamente lasciva,
                  la voglia,
                  si veste di distanze
                  ineluttabili.
                  E m'avvicina il secondo
                  quando passi
                  ed andando,
                  proseguono e vacillano
                  quegli occhi,
                  abbarbicati sui miei,
                  ed ondeggiano,
                  sulle parti del corpo,
                  che forse,
                  vorresti.
                  Ed io,
                  te le darei cullandomi,
                  in quel profumo di marsiglia,
                  nelle magliette al sole
                  che s'asciugano pigre
                  nelle notti d'inverno,
                  ed ancora asciutte,
                  nel loro biancore,
                  lasciano una scia che riconosco,
                  e di cui m'inebrio.
                  Le tue note
                  sono stridenti sinfonie,
                  ululati fra i ghiacci,
                  che s'inaspriscono fino alla vetta,
                  gelida,
                  e quiete sonorità d'agosto,
                  al suono del ruscello fresco,
                  che scende la collina,
                  ed arriva alla mia bocca.
                  Ed è acqua quel che bevo.
                  Quando quel bicchiere,
                  calice dolce ed amaro
                  viene raccolto dalle membra
                  umide,
                  è te che bevo.
                  Te l'avaro donatore,
                  te che con rispetto,
                  t'allontani.
                  E così t'ammiro,
                  come si mira la montagna,
                  ed il ruscello.
                  Ti guardo e ti desidero.
                  Ti desidero e ti vivo.
                  Vivendoti divieni me.
                  Me che nuova,
                  stesa al Sole,
                  omaggia la Luna.
                  Composta lunedì 30 novembre 2009
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                    Scritta da: lolly76
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Fogli

                    Tremo...
                    senza capire
                    che posso tornare,
                    tu sai
                    ma continuo a soffrire
                    tu sai
                    e non lo posso sapere.
                    Vorrei,
                    e le mie pagine stanche
                    sono fogli di cristallo...
                    che si piegano,
                    come un segno nella mente
                    e tu sai,
                    che tanto io non le cancello.
                    Vedrai...
                    ma non cerco più.
                    Perché non vedo più niente,
                    perché non spero neanche,
                    perché temo ogni istante...
                    perché vorrei che ci fossi anche tu.

                    Le parole ormai tremano
                    Ogni lettera è un respiro
                    Le virgole hanno sempre un senso strano
                    Il tempo ormai è un futuro apparente.

                    Era una notte senza luna e senza voce...
                    Ora è un foglio senza pace.
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