Poesie personali


Scritta da: CINELLA MICCIANI
in Poesie (Poesie personali)

Carnevale voluto

Un detto antico dice
"A Carnevale
ogni scherzo vale".
Nell'anima, in verità
non c'è tanta voglia
di ridere e scherzare.
Provare a gioire, però,
non ci farebbe male.
Io voglio crederci.
Metterò da parte
tutte le ansie avvilenti
le paure e le angosce
diventate quotidiane.
Lascerò il mio cuore
libero di cantare.
Forza, amici miei.
Lasciamoci andare.
Liberiamo l'anima.
Inventiamo pazzie
Mescoliamoci allegri
tra chi ride e impazza.
Creiamo una giornata
di burlesca allegria.
Torniamo bimbi
spensierati, festosi.
Il sorriso è contagioso.
Buttiamoci spensierati
tra le mille maschere
sfarzose, divertenti.
Ridiamo a crepapelle.
Tutto servirà a reagire.
Tuffiamoci in un mare
di coriandoli colorati.
Uniamoci alle danze
spontanee, divertenti.
Per un giorno almeno
ne usciremo diversi
più spontanei, più veri
con l'anima in delirio
e il cuore in pieno volo
verso la felicità ambita
da troppo tempo
perduta o accantonata.
Composta lunedì 13 agosto 2018
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    Scritta da: Enzo Di Maio
    in Poesie (Poesie personali)

    La tua Italia

    Non prendertela per questa Italia
    l'Italia che cade a pezzi
    l'Italia che trabocca di vizi

    Non prendertela per questa Italia
    l'Italia dell'acqua pura delle sorgenti
    l'Italia dell'acqua impura delle tangenti

    Non prendertela per questa Italia
    l'Italia che non ti dà futuro
    l'Italia che è solo un punto oscuro

    Non prendertela per questa Italia
    l'Italia che ti ruba casa e non se ne dà pensiero
    l'Italia che il tuo bene lo consegna allo straniero

    Non prendertela per questa Italia
    l'Italia della mafia e del delitto
    l'Italia che ti nega ogni diritto

    Non prendetela per questa Italia
    l'Italia del governo ladro patentato
    l'Italia del governo che hai votato

    Non prendertela con questa Italia
    l'Italia è come tu hai voluto
    l'Italia ti ripaga per quanto ti è dovuto.
    Composta domenica 23 settembre 2018
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      in Poesie (Poesie personali)

      Genova

      Sopra le case resta l'ombra

      e mentre loro entravano nello snodo,
      accovacciati sui guanciali degli abitacoli,
      dopo ore di focacce e linimenti,
      canti, bronci, lui (esso) laggiù/lassù -
      ancora lontano, ancora altissimo -,
      strideva, si apriva delicatamente,
      fino alla violenza, ci pensava seriamente
      accozzaglia dopo accozzaglia,
      ricordato da tutto il tempo,
      da tutte le voci richiamato indietro,

      quasi ponderando
      il loro arrivo, il transito
      che deve averlo inasprito,
      ripugnante inanimato va
      oltre il taglio della struttura,
      tenue vacillare di sistemi,
      retaggio e finezza,
      simbolo che attacca,
      svela il suo mistero,
      la sua molle intimità,
      dirompendosi in un pianto
      di milioni infinitesimali lacrime

      il cui sogno è il miraggio
      di sollevare il mondo,
      benedirlo per se stesso,
      riaverlo indietro, rifarsi,
      ergersi e inginocchiarsi
      al servizio del cammino,
      per i flutti dell'andirivieni,
      per il parlottio della maretta,
      declino dopo declino...
      Composta giovedì 16 agosto 2018
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        Scritta da: omarea
        in Poesie (Poesie personali)

        Mani al Cielo

        La discesa rifiutò il battito del tamburo
        Dei cori a valle sollevati dalla folla.

        Quando provai a cambiare anche io,
        Contro le maiuscole del testo di legge,
        Contro la voglia di lasciarmi andare giù.
        Verso il futuro dal complesso attinto
        Dove tornare a capo ad ogni punto
        Dove imparare a cambiare ancora,
        Ancora e ancora.

        Dalle voci mi guardai,
        Di scegliere ancora male.
        Composta sabato 8 settembre 2018
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          Scritta da: Luca Vigile
          in Poesie (Poesie personali)

          Vite spezzate

          È solo un attimo
          basta poco per non ridere più
          per bagnarsi il viso con lacrime amare
          è solo un attimo
          basta poco per vedere un sogno spegnersi
          ogni certezza crollare
          non credere più al domani
          è solo un attimo
          basta un nulla per perdere casa e chi ami
          è solo un attimo
          per poi chiudere gli occhi e accettare la fine
          eppur lasciare il cuore aperto per non dimenticare mai.
          Composta domenica 19 agosto 2018
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            Scritta da: Luca Vigile
            in Poesie (Poesie personali)

            Ode all'inverno

            Vorrei essere
            come i fiocchi di neve
            per cadere in terra dolcemente
            per accarezzarla
            per accarezzare le radici degli alberi
            per accarezzare i fiori e le piante più delicate
            per ricoprirle e proteggerle
            per unirmi agli altri fiocchi
            per divenire un tutt'uno
            per esser compatto
            e amare la natura
            la vita.
            Composta domenica 19 agosto 2018
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              Scritta da: Lorence
              in Poesie (Poesie personali)

              Caronte

              Caronte è il suo nome,
              mercante di morti,
              lo Stige è il suo fiume,
              un fiume di corpi.

              Si accosta silente,
              mi tende la mano,
              moneta sonante
              attende ma invano.

              Il Vecchio ha premura
              ma il sacco è vuotato,
              solo pena, paura
              ed un cuore spezzato.

              Ti basti il mio corpo,
              è l'ombra di un uomo,
              il ricordo di un uomo
              già morto da tempo.

              È il corpo di un padre
              che assieme a una madre,
              è riuscito ad amare
              ma non a salvare.

              È il corpo di un padre
              che non ha potuto,
              nemmeno abbracciare
              il figlio perduto.

              È il corpo di un padre
              che ha visto suo figlio,
              partir con il vecchio
              dagli occhi vermiglio.

              Non sono più niente,
              ne ombra ne luce,
              solo un'anima errante
              in cerca di pace.

              Caronte ricorda
              quel volto velato,
              beffardo lo guarda,
              lui sà che ha pagato.

              Infondo al suo cuore
              qualcosa si smosse,
              la sorte del padre
              Caronte commosse.

              Ritira la mano,
              il remo riprende,
              Il suo viaggio è finito,
              per lui non v'è niente.

              Ne padre ne figlio
              solcheran le sue acque,
              al meschin barcaiolo
              l'affare non piacque.

              "Profitto assai scarno"
              Caronte sospira,
              "ma di tempo ne ho tanto"
              e la barca lui vira.

              "Lungi il mio lume"
              disse convinto,
              "sulla sponda del fiume
              la Vita oggi ha vinto".
              Composta martedì 23 giugno 2015
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