Città dalle mille luci,
moderna, avanzata,
dai grandi lampioni,
le luci al neon,
la stazione dei vigili del fuoco,
la guardia costiera;
luci, neon,
riflessi di una grande città,
le palme, che si affacciano rivolte
al cielo,
le siepi,
odore di mare,
di sale, di smog,
di gas di scarico;
il porticciolo di Savona,
coi panfili attraccati,
chissà chi sono, dove andranno;
Savona nella notte.
Alba,
sole che sorge,
come un disco di fuoco,
un alone lucente,
disco luminoso, che scacci
le tenebre,
le nubi della notte,
ritraggono,
macchine sfrecciano
coi fari accesi, e vanno
al lavoro;
mattina presto,
i camion della spazzatura
fanno casino,
studenti cogli zaini,
prendono la strada
per la scuola,
autobus fanno scendere,
mattina.
La notte vola veloce,
pensieri fluttuano nell'etere,
animo travagliato,
dolore in superficie,
mille pensieri e uno,
mille cose da fare e nessuna;
vorrei non essere trovato, né cercato,
vorrei sparire, ora subito,
e perdermi tra i meandri della notte,
le sue luci,
le sue sagome ombrose,
le sue immagini,
e figure defilate nel buio.
La notte vola veloce,
ciò che resta della tenebra, adesso
che si avvicina l'alba;
io vorrei la notte,
non finisse mai, e stare coperto dal buio,
nascosto al mondo,
avvolto dalla penombra,
nella mia casa,
vorrei la notte non mi lasciasse,
per il ritorno del giorno e del reale;
il giorno porta il dolore e le preoccupazioni,
le menate e i problemi,
notte di sogno,
luci tenui,
momenti notturni,
figure defilate,
ombre in dissolvenza,
notte ti amo di più.
Cala la notte in paese,
si accendono le luci della notte,
i lampioni,
i faretti,
i neon dei bar e dei caffè,
la gente passeggia nel buio,
gustando il tepore di settembre,
prima che arrivino le piogge, e il freddo;
gente ferma a gruppi, chiacchiera
e ciondola nella notte,
bevendo e mangiando gelati;
tutto passa lentamente,
e l'autunno si avvicina.
Albeggia,
la luce ferisce gli occhi,
e fende il cielo,
le ten ebre fuggono,
la notte è finita,
la notte giovane se ne và,
il giorno avanza,
con il reale,
il dolore,
gli affanni,
e i problemi,
vorrei non essere trovato,
non essere cercato,
aspettando un'altra notte.
Notte silente,
notte che mi copre come un lenzuolo,
mi nasconde al vero,
mi fa sfuggire al reale,
mi metto tra le sue braccia e mi
ranicchio come un gatto,
rifugiandomi tra le sue luci
fioche,
i neon della notte,
i lampioni grigi,
i cartelloni illuminati,
le luci della notte,
i semafori monocoili;
il mio mondo, la notte.
Genova pegli
Perla della sera,
notte estiva,
la luna balugina
sopra la darsena e i pontili;
rampe stradali,
passano sopra le teste;
una fiumana di motorini parcheggiati,
carugi dai mille odori,
strade, viottoli,
garage,
e poi i negozietti
con mille tentazioni,
le botteghe esotiche col kebab,
dai nomi orientali,
i distributori di caffè,
gente una marea di gente,
traffico frenetico,
moto sfrecciano nella notte,
da qualche parte,
rumore di onde,
la risacca del mare,
qualcuno pesca,
nella brezza del mare di Genova;
pegli sogno di una notte d'estate.
La vita è una costante,
perdurante, infinita lotta
contro la solitudine,
il non sapere come passare il tempo,
l'alienazione, la tristezza;
tutti quanti siamo soli
più o meno e cerchiamo
di sfuggire al vuoto,
al tedio,
la monotonia, di questo mondo folle.
Sera di fine estate,
agosto è quasi andato,
di sera c'è una brezza fredda,
ci vogliono i maglioncini,
ultimi sprazzi di estate, poi
a settembre la vendemmia
e l'uva, il mosto,
e le ultime giornate di caldo.
La sera si esce ancora,
ci stà bene un gelato,
passanti nelle panchine e
lungo i viali;
gelaterie con masse di clienti,
bar affollati,
ristoranti all'aperto;
e l'estate và.