Rifrazione
Aspettando l'arcobaleno
dopo lo scroscio
naufrago alla ricerca
del colore ameno
e mentre la notte
si tinge di blu
rimango svagato.
Dinanzi gli occhi tuoi
toccano il colore...
e... mimetici
annodano il mio cuore.
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Aspettando l'arcobaleno
dopo lo scroscio
naufrago alla ricerca
del colore ameno
e mentre la notte
si tinge di blu
rimango svagato.
Dinanzi gli occhi tuoi
toccano il colore...
e... mimetici
annodano il mio cuore.
In silenzio resto a pensare
chi si esprime con la musica attraverso dei strumenti,
senza distrarmi cerco di ascoltare
le parole di una qualsiasi nota,
che siano tante o poche non importa
loro aspettano solo
che la mia anima apra la porta,
per toccarmi, per sfiorarmi,
o semplicemente per emozionarmi,
la nota sta lì e ancora spetta
ma senza sapere che la mia anima
la porta l'ha già aperta,
è così che entra e inizia a suonare
fino a quando la sua musica non riesce a farmi danzare,
e con il suo ritmo e la sua melodia
dice di chiamarsi "Salsa" e di restare per sempre
nella vita mia...
Vorrei...
raccogliere tutto un prato
di fiori e donarteli
come segno d'amore.
Vorrei...
trovare parole del cuore
per farti capire
le emozioni struggenti
che provo con te.
Vorrei...
poterti cullare
sospesa su un'amaca
tra le margherite fiorite
e la melodia degli usignoli.
Vorrei...
essere una goccia
di rugiada
per scivolare lievemente
sul tuo candido corpo.
Vorrei...
accarezzarti e stringerti
per sempre
fra le mie braccia
dicendoti: amore ti amo.
Ciao Silvana...
Il tempo e passato
Da quando in quella cucina...
Tu eri la nostra regina!
E anche nel bisogno,
a noi maestre eri sempre vicina.
Con te si sorrideva, si chiacchierava
e tanto bene insieme si stava.
Il tempo poi è passato
Ma l'affetto e il ricordo dentro,
per te è restato...
... ti ho sempre salutato...!
Ma ora che tutta a d'un tratto,
... velocemente...
Sei volata via...
Un ultimo pensiero,
e nel cuore tanta malinconia...
Di quei momenti trascorsi
così... fra noi... in armonia...
Fra le pentole, un sorriso e un gioco,
che poi chissà perché...
alla fine...
è durato poco!
Ciao Silvana.
Voce di popolo
che giace nella polvere.
Voi che udite, ascoltate
il galoppo dei cavalli
del Gran Re che viene,
ascoltate i latrati dei suoi segugi,
il suono delle trombe,
lo sferragliare delle armature.
Voi che vedete, guardate i colori,
i suoi stendardi garrire al vento,
il suo sguardo altero virile,
esultate nei vostri cuori.
Voi che avete robuste gambe, accorrete
stendete i vostri mantelli sulla sua strada,
imbandite di fiori la sua via.
Voi che avete forti braccia cogliete
rami d'olivo, intrecciate
corone d'alloro per il Gran Re Vittorioso.
Voi che avete voce gagliarda gridate
il vostro giubilo, la gioia della risurrezione.
Voce di popolo
che giace nella polvere.
Noi ch'eravamo terra ora siamo carne
eravamo persi, ci siamo ritrovati
noi ch'eravamo morti ora siamo risorti.
Ecco il Gran Re è tornato,
le porte della Città Santa aperte
pronte le dimore per i suoi figli.
Fuori la morte sconfitta,
dispersa per sempre nel nulla,
ecco la morte della morte.
Voce di popolo
che giace nella polvere.
Voce di popolo che grida dalle tenebre
abbiamo mancato alla Misericordia
del nostro Dio, infangato i suoi sentieri,
oltraggiato le sue vie, nascosto
i nostri delitti davanti i Suoi Occhi.
Non abbiamo creduto alla Sua Misericordia,
abbiamo gettato le nostre vite nel niente
confuso i nostri giudizi, bestemmiato
il Suo Santo Nome.
Voce di popolo che grida dalle tenebre
una grande luce c'ha abbagliato,
ma noi nella nostra stoltaggine
l'abbiamo rifiutata, abbiamo rincorso
obiettivi umani ch'erano miraggi,
cose illusorie di materia mortale.
Abbiamo rifiutato l'immortalità
per il godimento di un minuto
per un soffio d'amore perso,
dimenticato in un momento
Voce di popolo che grida dalle tenebre
ascoltate la nostra voce voi che vivete,
raddrizzate le vostre azioni,
percorrete il sentiero della rettitudine,
del vero amore che non deperisce,
che non muore che si rigenera
eternamente, che sale verso il cielo,
verso le stelle, verso la Stella che illumina
il nuovo mattino, per l'umanità redenta.
Voce di popolo che grida dalle tenebre
una gran luce v'abbaglierà
non cacciatela abbandonatevi ad Essa
come il bimbo s'abbandona al sonno
tra le braccia della madre,
come il fiore s'abbandona al sole nascente,
come il giusto s'abbandona sereno
all'oceano dell'eternità.
Io mi soffermo a guardare il tuo dolore...
e mi rattristo a pensarti amareggiata, triste e sconsolata...
i tuoi occhi che fino a qualche giorno fa illuminavano la città...
ora pieni di lacrime cercano un rifugio...
tutto l'amore,
tutta la dolcezza donata...
a nulla può valere se data alla persona sbagliata.
Vieni da me
Aspetto sparsa nell'aria
Quella brezza di vita
Che si chiama ti voglio
Qui vicina nel fianco
Dove il caldo è più dolce
Nella flebile mancanza
Di parole a filo d'aria
In quella buffa ritrosia
a guardarci nel dentro
Per la vigliacca paura
Che lo specchio sia aperto
... e nella luce si veda
Il rumore del cuore
Tum tum è vero
Tum tum è amore.
Si puoi avere tutto ciò che si vuole, basta volerle le cose e tutto si ottiene.
Solo l'amore non si ottiene, l'amore nasce senza acqua, ne terra, necessita solo il cuore perché il cuore batte sia che lo indossi un povero o che lo vesti un ricco... l'amore ha bisogno di un cuore, solo e sempre il cuore crea l'amore.
Raccolgo negli occhi ciò che ora non vedo e, anche a voler aprire il cuore, resto da solo con il niente.
Suffragio di palpebre intrise di pioggia, sanno di sale, sanno dolore, non fanno male ma fanno soffrire.
Io non apro il cuore, forse lo farò, mi aprirò al nuovo sole, quel sole che mai brucia e che saprà scaldare il mio gelido cuore.
Si, forse lo farò.