Poesie personali


Scritta da: Maria
in Poesie (Poesie personali)

Il lenzuolo di un angelo

E si copre e si scopre
quel corpo silenzioso...
Essere di un abisso ormai dimenticato
e si odono le linee di quel lenzuolo
e si odono le sue parole mute...
Avvicinati a me re degli abissi
donami il tenero frutto della tua vita lacerata...
e ascolto il suono dei ricordi
e ascolto le melodie di quei violenti giochi
Sorrido di pianto
Ed intravedo il tuo sguardo malefico
La tua bugiarda innocenza ti richiama...
e sento quell'acqua scorrere... ho paura
e ascolto l'ansia delle mie vene
Sorido di pianto
e ti scopri re degli abissi... e mi tuffo... l'acqua è profonda...
e il tuo lenzuolo mi accarezza nel dolore.
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    in Poesie (Poesie personali)

    Un'emozione

    Fugge infinita nel mare del tempo...
    soffia ribelle tra le cime del mio cuore,
    e cerca riparo tra le pieghe di questo sole.

    La notte è custode dei suoi segreti,
    scivola tra le rughe di una mano,
    tra le crepe dei rumori
    e scava solchi che nascono dai miei occhi...

    Ha paura di uno squillo e dell'indifferenza
    teme la parola fredda e si chiude nel silenzio...
    sospira alla vita e origlia alla speranza...

    Perché lei è in me... lei è in noi.
    Lei è...
    un 'emozione per te... che profuma d'amore.
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      Scritta da: Giulia Guglielmino
      in Poesie (Poesie personali)

      Linea Magenta

      Da Vinci sbagliava:
      Le linee in natura esistono...
      Esistono eccome...
      Esiste il confine...

      Il tuo viso è una sfumatura,
      dove il sottile orizzonte,
      separa il primario rosso dal suo complementare...
      Come fossero gli estremi di essa: fuoco e acqua.

      Bruciava il tuo bacio di ardenti fiamme,
      che gridavano l'impotenza di non avvolger le mie.
      Fiamme deboli.
      Non alimentate dal mio roseo mezzo di voce sporco
      di bugia e di confusione.

      Soffrivano i tuoi occhi solenni.
      Implodevano dolore pur evitando di incontrarsi con i miei:
      Unici fuochi.
      Nemmen vedevano luce nonostante fossero fatti un tempo di essa...

      Vero era il mio sorriso, ormai disarmato.

      Consapevole era il tuo:
      Non di avermi poi persa.
      Ma consapevole che la legge della linea, che esiste:
      Separa si le sfumature, ma unisce due punti... e per quei due punti può passare solo una linea ed una soltanto...
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        Scritta da: Armando Martino
        in Poesie (Poesie personali)

        Desiderio di te

        Mai le tue labbra hanno baciato le mie
        ne il tuo corpo col mio si è fatto tutt'uno
        eppure mi manchi
        Mi manca il tuo sorriso
        mi manca il tuo sguardo...
        mi manca il suono delle tue parole...
        mi manca il tuo abbraccio...
        tutto di te mi manca.
        Mi manchi... e...
        mi tormenta il desiderio di Te.
        Composta domenica 7 giugno 2009
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          Scritta da: Maria Romano
          in Poesie (Poesie personali)

          Incrocio nella gente, l'assenza nel presente

          Incrocio il suono di un vento
          e tra le mani, il mio viso...
          Incontro lo spavento
          Nel vecchio passato di un sorriso

          Incrocio gli occhi di una storia
          Diversa, mai sentita
          e i miei occhi sentono nostalgia
          Nella mente, la sua vita

          Incrocio nel sonno l'abbraccio invisibile
          e d'improvviso il mio sorriso
          Sogno qualcosa di imprendibile
          lacrime scendono sul mio viso

          La realtà non mente
          Non scambia l'anima con corpo inerte
          il passato non è più il presente
          ricerca solo un piccolo bisogno di scelte

          pensieri unici, irreversibili, impronunciabili... sentono di viverti
          incontrandosi con la mia vita.
          Composta lunedì 8 giugno 2009
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            Scritta da: Ada Roggio
            in Poesie (Poesie personali)

            È difficile allora...

            Allora aiutami oh madre mia
            Allora aiutami a morire
            Non voglio più stare qui
            Dio aiutami in questa preghiera
            Fa che quando arrivi la sera
            io dorma, non veda più i fantasmi del passato
            quelli che mi hanno intrappolato
            Tutti vogliono Ada di ieri
            Ma quei pensieri
            padroni di ieri padroni di oggi
            della mia mente
            dove non è rimasto niente
            Se solo avrei saputo, non avrei mai creduto
            Quella acqua chiara, che era l'amore
            poi divenuta un torpore
            Dio quanto grande è il mio amore
            per quei figli che amo dal profondo del mio cuore
            a cui non importa più niente
            se io ci sono o se vado via per sempre
            Allora che sto a fare?
            Solo per farmi altro male
            Cercare avvocati che non vogliono prendere in mano
            cio che a me a tolto il respiro
            Allora mi affido a Dio
            Sai una cosa veramente
            Spero che un giorno mi venga veramente
            un dolore irrefrenabile
            che mi faccia chiudere gli occhi in un istante
            Dio guarda questa donna
            non è più mamma
            non sarà chiamata nonna.
            Composta domenica 7 giugno 2009
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              Scritta da: Barbara Brussa
              in Poesie (Poesie personali)

              Sulla Porta del Paradiso

              Seduta, a gambe incrociate, chiudo gli occhi e sento...

              Sento dentro, tutto ciò che non riesco più a sentire fuori.

              Ho pianto lacrime amare, sulla porta del Paradiso,
              dove milioni di anime, prima di me,
              hanno bussato, elemosinando un miracolo
              che solo a pochi eletti è stato concesso.

              Chiedevo dei pennelli, per dipingere la tua mente
              di onestà, saggezza, coraggio e buon senso.
              In cambio, ti avrei dato tutta me stessa,
              e il mio sorriso, da stamparti nell'anima...

              Nessuno è venuto ad aprirmi,
              e nel silenzio imbarazzato delle stelle,
              chiunque avrebbe potuto udire il fruscio
              della mia anima, volare tra i miei pensieri.

              Se apri gli occhi, puoi vedere
              che qualcosa di sbagliato c'è.
              I tamburi del cuore battono fuori tempo,
              i silenzi sono stonati...

              Vuoi ascoltare i pensieri miei?
              Li ho impacchettati, ed ora
              stanno tutti dentro le mie tasche.
              Non è difficile prenderli,
              basterebbe allungare una mano...

              Segreti rubati dal profondo,
              valigie di ricordi, da riporre
              sullo scaffale più alto dell'armadio,
              finché un nuovo viaggio avrà inizio.
              Non sento nemmeno più
              il rumore fastidioso delle mie lacrime sfinite.
              È tempo di alzarsi.

              Camminerò lontano,
              assaggiando il gusto del dolore.
              Perché vidi la fine, prima dell'inizio,
              ma tu mi chiedesti di non aprire gli occhi,
              mi chiedesti di non vedere con gli occhi miei...

              Ed io lo feci, per essere parte di quell'onda,
              che non riesco più a fermare.
              Cadono le ombre...
              non posso, e non voglio, più nascondermi.

              Anche il diavolo piangerà,
              sarò la memoria di qualcosa
              che è riuscito soltanto ad annusare...

              Non chiedo alla vita la forza di sognare,
              ma chiedo ai sogni la forza di vivere la vita...
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                Scritta da: Carlo Peparello
                in Poesie (Poesie personali)

                Spero

                Sperare che sappia ascoltare
                che oltre lo sguardo sappia capire
                che non è solamente chimica la nostra
                ma una nuova dimensione che ora si mostra
                cercare silenzioso un suo contatto
                sognare un suo gesto e stringere un patto
                che per ogni sua lacrima una stella si spenga
                che la voglia di averti per sempre mi sostenga
                per smentire la legge più vile
                che al mondo tutto ha una fine.
                Composta domenica 7 giugno 2009
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                  Scritta da: Ada Roggio
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Mamma, non ce la faccio più

                  Oh mamma mia!
                  Non ce la faccio più

                  Ma dimmi mamma,
                  Devo stare qui solo perché respiro?
                  Perché è il mio dovere di essere umano?
                  Perché, perché, perché?
                  La legge è lenta
                  Io non posso più fingere
                  Non riesco più
                  Ora sono sola da stamane
                  Non ho più voglia nemmeno di respirare
                  Sono andata dinanzi a Dio
                  a chiedergli di prendersi il cuore mio
                  Mamma mia,
                  da quanto tempo in casa mia non ascolto più la parola mamma
                  Mamma aiutami a dormire
                  in quel sonno vero
                  che si è impadronito del mio pensiero.
                  Composta domenica 7 giugno 2009
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