Mi chiedo cos'hai guadagnato quella sera; mi chiedo cos'hai guadagnato su quella panchina; mi chiedo cos'hai guadagnato ad ascoltarmi; mi chiedo cos'hai guadagnato a capirmi; e mi chiedo cos'hai guadagnato a non abbandonarmi. Io non so cosa posso darti in cambio, posso darti uno sguardo sincero se avrai bisogno di verità, posso darti una mano se mai potrà esserti utile, posso darti un sorriso se ti potrà risollevare quando la vita ti farà cadere, posso darti i miei sogni se potranno rendere più colorata la nostra realtà, posso darti la mia amicizia se avrà la presunzione di migliorare un solo attimo del tuo tempo, posso darti queste parole se leggendole ti potranno recar piacere. Lo scambio non è equo ed io non ignoro che ricevo da te molto più di ciò che posso darti io. Ma forse è questa la cosa più preziosa che hai guadagnato imparando a fare qualcosa di giusto senza aspettarti nulla in cambio, hai guadagnato ciò che ora tu sei: un uomo, un uomo vero, un amico vero ed io per questo non posso che dirti grazie!
Adesso che i nostri corpi stanchi, giacciono sul letto. Adesso che appoggio la mia testa, sul tuo petto, per ascoltare il tuo cuore. Adesso che il tanto sudore, ci fa rimanere vicini, quasi incollati. Adesso che la passione si è spenta, perché esaurita. Adesso piano, riesci a sussurrarmi, un ti amo.
Arroccato nel cuore, alte e solide mura avrà innalzato la tua paura attorno a quelle che crederai le tue certezze;
Fermerai il graffiare dell'insensato vento ma il tuo invalicabile scudo limiterà anche i semi nuovi;
Il vento troverà muro il muro combatterà vento e il tuo cuore resterà nel suo tormento a ribollir nelle acque stagnanti dove solo il riconsiderare antiche conquiste farà vibrar in superficie le acque ma non ne scuoterà i torbidi abissi;
Riconsidererai alla luce della tua fioca candela e nella penombra della tua comprensione non scorgerai il cielo acceso al di là del tuo muro, che busserà con mani di vento alla tua porta chiusa.
Riconsidererai, sempre e solo bevendo dalle tue torbide acque;
Abbatta le mura l'arroccato nel cuore e faccia transumar i venti dal fuori al dentro e dal dentro al fuori.
Sacra è l'icona dipinta dalla sua mano ma se occhio non coglie l'arcobaleno da quali colori avrà allora attinto le sue tinte.
Abbatta le mura l'arroccato nel cuore e respiri il vento del vivere il suo graffio spinoso altro non è che il guanto della carezzevole comprensione.
In quella caliginosa e vuota stanza, mi adagio sul letto ormai priva di lei, tenendo stretto tra le mie tremanti mani la sua scarlatta veste dal profumo ancora fin troppo vivo, d'acqua di rose.
Malgrado non vi sia, il suo ricordo mi giunge sino al cuore e come un filtro magico mi fa credere tuttora che lei sia ancora distesa li, in quelle morbidi lenzuola di seta, mi volto e comprendo che tutto ciò è solo un sogno; ancora una volta i miei occhi riprendono a luccicare come stelle nel cielo, ed il mio sorriso sino a poco tempo fa vivo, si spegne nel ricordo di quella sua foto nel comò.
Mi guardo attorno e nella stanza sul quale sono avverto la sua presenza, con follia ma disperazione divulgo parole, e queste, invano risuonano nella vuota e desolata stanza. Una leggiadra brezza fresca si espande dalla finestra alla stanza, accarezza il mio corpo e gela l'animo mio che non si rassegna al pensiero di averla persa per sempre.
Alzo gli occhi al cielo e cerco una eventuale risposta a questo mio dolore che non trova pace e nel baratro di un esistenza che non ha più senso aspiro a divenire cenere, polvere, come ciò che ne rimane della mia vita.
A gran voce chiamo il più bel dono che lei donna creatrice mi donò, giunta dinanzi a me, le presi la mano e gli diedi un bacio sul viso e con l'animo infranto dissi: figlia mia! La donna di casa adesso sei tu, la mamma è volata via, gli angeli l'hanno fatta diventare una di loro, ma ricorda che lei rimane viva nel nostro cuore attraverso il suo ricordo...
Tutto questo eterno girare, senza te non mi diverte più, per questo chiedo di venire con te la su...
Gioco di ombre disegnato dal vento gioco di forme che prendono vita ... ombre distrutte in un attimo ombre rinate dopo un grande silenzio giochi danzanti forme diverse fantasie dimenticate nascoste nel fondo dell'anima mai scordate sensazioni mai dimenticate... vento che sibili e che racconti quante parole mi hai portato vento che ascolti tutti i segreti fa che io veda ancora una volta l'ombra che tu per me hai disegnato...
Da piccola cercavo di toccare le stelle con un dito, sperando di trovare il cammino diritto verso la luna. Nonostante i miei fallimenti per raggiungerlo, me ne stavo sempre li su quel davanzale a fissare qualcosa che avevo sentito chiamare irraggiungibile, ma dentro di me era tutt'altro. Piccola com'ero mi pensavano una ragazzina che con la fantasia amava viaggiare, ma non era di astrattezza che sentivo il bisogno ma qualcosa di concreto per toccare un sogno. Mi guardavano con occhi sospettosi, come se stessi pianificando in modo pericoloso e io li contraccambiavo con occhiate che trasmettevano voglia di nuotare, in un oceano senza fine arricchito di insidie e sfide; e ti aiutava a credere che appoggiarsi alla finestra e guardare il cielo anche con la tempesta, cercando di raggiungere ciò che splendeva lassù in alto, non è come superare un impossibile salto ma come una salita fatta da scale di pietra, la quale scalare cn i nostri piedi di creta.
Non chiedermi nulla. Il mio cuore ferito è ancora dolorante. Accetta quel che posso offrirti sincerità, onestà. Non promettermi la luna, è troppo lontana; non far progetti per il futuro per non perderti il presente. Vivi ora quest'attimo perché domani sarà troppo tardi.
Sono in mare aperto odo la tua voce ed eccoti ti vedo, sei proprio là inn quell'isola che mi hai tanto promesso. La sabbia è bianca e gli alberi sono colmi di frutti succulenti. Cerco di raggiungerti+ma non riesco a nuotare, mi agito ma non avanzo. È la paura che mi blocca, la paura di affogare qui in aperto mare, la apura di accorgermi che quello che vedo è solo un miraggio. La paura di scoprire che l'isola della felicità non esiste ed al suo posto trovar l'isola che non c'è.
La notte scende di colpo su di me, il freddo mi avvolge ed ogni cosa ha un sapore amaro.
Come d'istinto alzo la testa e vedo una stella, come d'incanto la sua luce torna a scaldarmi, a prendermi per mano come una tiepida carezza... grazie stella... grazie amore mio.
Nel momento in cui veniamo al mondo, il regalo più grande che ereditiamo, è la capacità di migliorare, in ogni istante, il nostro sapere. Possiamo, ogni giorno, nutrire il nostro intelletto, di nuove conoscenze, che possono solo aumentare all'infinito. Oggi, invece, è strano notare, come il genere umano, si faccia trascinare più dall'istinto, precludendo ogni forma razionale, facendoci diventare bestie feroci, con la capacità sempre più forte, di ferire chi ci è vicino.