Poesie personali


Scritta da: Marta Emme
in Poesie (Poesie personali)

Il grillo parlante

L'avevo detto io, dice
il grillo nell'osservar tutto
quello strepitio* (proteste
e disagio). Ora che l'acqua
manca, valla a comprar
a Salamanca! Vedrai
quanto alti saranno i costi
e bene assemblerai che
tanto e assai siamo stati
tosti* (sui no ai dissalatori).
Composta venerdì 4 agosto 2017
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    In questi giorni di fine luglio con un sole che pizzica
    la mia calva, con più di settant'anni che porto addosso,
    ho seguito da lontano insieme alla mia cagna malamute
    come un uomo solo con una enorme mietitrebbiatrice
    in poche ore ha fatto fuori molti ettari di buon grano.

    Seduto su un masso con accanto la cagna e il rumore
    della macchina che avanzava vedevo sparire le spighe
    e il campo che restava aveva perduto le leggere onde
    guardando il cielo azzurro con dei recisi capelli gialli
    rimasti nel terreno come se fosse passato un barbiere.

    Che differenza da quando ero bambino nella mia Lucania
    vedendo mia madre e tante altre farsi il segmo di croce
    prima di mettersi i ditali di canna e iniziare a tagliare
    quelle belle spighe inclinate verso terra per baciarla
    formando tanti covoni che poggiati sembravano fratelli.

    Poi venivano trasportati sul carro, messi sulla rotonda aia
    aspettando gli zoccoli degli animali per far uscire il grano.
    All'ora si mangiava insieme bevendo un sorso di un buon vino
    per prendere il vaglio e con il buon vento separare la paglia
    mentre i chicchi cadendo a terra formavano piccole piramidi.

    Adesso comprendo perché il pane che ogni giorno compriamo
    non ha lo stesso sapore dei forni a legna del mio passato.
    La farina non è più pura e sicuramente ha strane sostanze
    perché il pane indurisce presto e non arriva fresco a domani.
    Grano, farina e pane hanno bisogno di carezze, amore e mani.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)
      Come è cambiato il mondo negli ultimi cinquant'anni:
      allora nel paesino lucano dove ho passato l'infanzia
      passava un bus due volte al giorno andata e ritorno.
      Le macchine? Mosche rare in quelle strade di ghiaia.

      Tutti ci conoscevamo con il nome o meglio soprannome
      i più famosi? "Mezzo pensiero" e l'altro "fuori legge",
      bastano queste quattro parole per capire chi erano.
      Tutti gli altri paesani eravamo ribattezzati in dialetto.

      I primi orologi da polso li ho visti in un piccolo negozio
      del padre dell'amico di scuola dove la bianca magnesia,
      presa di nascosto, l'intruducevamo in bottiglia d'acqua
      per poi andare a berla alla fiumara dove ci bagnavamo.

      Erano altri tempi quelli trascorsi negli anni cinquanta
      quando arrivavano pacchi d'alimenti dalla ricca america,
      ascoltavamo musica con un bel grammofono con tromba
      con un nome curioso e un bel cane: la voce del padrone!

      Nel paese c'erano solo le scuole elementari, un sindaco,
      un banditore che ogni giorno fungeva da vero giornale,
      tre chiese, un sacerdote con quattro suore mantenevano
      in piedi la devozione e quattro maestri per l'educazione.

      Oggi si direbbe che erano tempi duri, ancora arretrati
      invece è stata proprio quella generazione a edificare
      una nuova visione della vita, più cultura e più fantasia.
      Speriamo che nel futuro l'uomo coltivi ancora la poesia.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        Finalmente dopo tanti anni di attesa e di cure
        il mio cactus con infinite corte spine pungenti
        mi ha regalato due bei fiori grandi color rosa
        con corolla bianca e lunghi pistilli al vento.

        Sembrava un calice aperto nel cielo
        aspettando gli insetti per fargli festa
        volando lontano per dargli nuova vita
        forse su un balcone più bello e pulito.

        Quanti cactus con spine incontriamo nella vita:
        alcuni ci regalano bei fiori altri molte spine.
        Non tutti i cactus hanno spine ma sanno vivere
        iniseme a quelli che li pungono e li trafiggono.

        È triste vivere come cactus con spine
        ma più triste è essere uomini altivi
        con un cuore di carne pieno di spilli
        senza saper dire grazie e morire vivi.

        Apprendiamo a regalare fiori belli senza pungere
        chi ci sta accanto nel lavoro e nella nostra vita.
        Regaliamo ogni tanto un sorriso non solo agli amici
        ma anche a quelli che sono cactus con molte spine.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Giocheremo a nascondiglio in questa piccola piazza
          di un paese sperduto sui fianchi di un'alta montagna
          dove i neri pipistrelli guizzano veloci sotto i lampioni
          mentre gli anziani già stanchi sognano la loro aurora.

          Nascondersi negli angoli di vicoli stretti senza paura
          era il gioco più bello della nostra lontanza infanzia
          quando non c'erano macchine e moto facendo rumore
          avvelenando l'ambiente, distruggendo i nostri giochi.

          Passavano solitari nel muto silenzio della tarda sera
          i padroni sui loro asinelli con due sacchi pieni di fieno,
          mentre le nonne con le mamme ricucivano il loro domani
          guardando i bambini giocare e la notte lenta avanzare.

          Arriverà il tempo che ritorneremo a giocare a nascondiglio
          in una città moderna piena di uomini allegri e pieni di vita
          senza smog, senza sirene, senza veicoli che sputano veleni,
          ma con occhi pieni di azzurro e un grande cuore nel cielo.
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            Scritta da: Marta Emme
            in Poesie (Poesie personali)

            Lo smacco

            Se per vincere devo impasticciar la storia,
            sono pronto, avversario della malora*
            (per le invettive rivolte poco edificanti).
            Così puntar i piedi e rifuggir dal
            combattimento è stato ciò che ha deciso
            l'evento e i grandi, miserini* (nell'applicar
            le regole), son pronti ad accontentar i
            ragazzini. Così anche i giudici, che dal
            canto loro, già sanno a chi attribuir l'oro.
            Composta giovedì 3 agosto 2017
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie personali)

              Neve

              Nevica, nevica, la terra è coperta
              da un bianco peso così esteso, esteso.
              Sfarfalla così dolente giù dal cielo
              il brulichio dei fiocchi, la neve, la neve.
              Ora c'è un senso di pace e di vastità,
              il mondo coperto di neve mi sfianca.
              Così prima piccolo, poi grande, il mio desiderio
              si fa largo in lacrime dentro di me.
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                Scritta da: Gerardo Migliaccio
                in Poesie (Poesie personali)

                Suonate campane è festa dell'animazione

                Nel volo verso Dio
                la colomba porta con se le anime
                innocenti di giovani vite volate via
                i bambini uomini del futuro
                navigano nel vento
                sono angeli che volano su di noi
                come delle colombe si fermano sui campanili
                ciechi noi uomini
                stiamo seccando il pozzo della vita
                l'acqua delle vigne e dell'ulivo secolare
                seccheranno o sbocceranno altri fiori
                nasceranno nuovi frutti ed altre anime
                ci saranno altri bambini abbandonati oppure accuditi
                ci saranno mamme che combattono ancora a nude mani
                ci saranno mamme che proteggono con nude mani
                ci saranno padri che ammazzano per mera vigliaccheria
                ci saranno padri che stupreranno per vile passione
                ci saranno lacrime di gioia o lacrime di dolore
                o colombe anime di pace
                volate sui campanili delle chiese di tutto il mondo
                angeli dalle ali di cristallo
                anime innocenti
                azionate le sirene
                fate suonare le campane
                lanciate l'allarme per la vita
                suonate ogni giorno ad una certa ora
                suonate nell'ora dell'alba
                suonate all'inizio del giorno
                suonate per l'inizio del bene e dell'amore
                campane di tutto il mondo suonate a festa
                feste delle anime nostre che portano con se
                le sventure del mondo
                campane fate volare le colombe
                con un messaggio di vita
                entrino nelle anime dei vivi
                suonate! Suonate.
                Composta venerdì 1 febbraio 2008
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  in Poesie (Poesie personali)
                  Apriremo solchi profondi in questa nostra terra
                  dove il cielo possa far crescere sorrisi e fiori
                  insieme al sole che sorge e muore senza dolori.

                  Apriremo le nostre finestre ai colori del mattino
                  carichi di sospiri, di illusioni e sogni non sbocciati
                  perché i bambini possano sognare anche se svegliati.

                  Apriremo gli occhi sui vecchi colori dell'arcobaleno
                  chiusi in quest'arco di trionfo unendo terra e cielo.
                  Siamo i figli della terra abituati al caldo e al gelo.

                  Apriremo i nostri occhi nelle notti oscure della vita
                  quando il cuore batte più forte e ci vince la malinconia:
                  sarà il giorno del nostro pianto e dell'amica nostalgia.

                  Apriremo le nostre mani per accarezzare tutti i bambini
                  nati su questo pianeta azzurro dove gli uomini gioiranno
                  insieme a tutti gli esseri viventi che alla fine si ameranno.
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    in Poesie (Poesie personali)
                    Il vento ha rapito con violenza le nuvole bianche
                    che vestivano il cielo azzurro del mese di luglio.
                    Ha deciso che in questo piccolo verde angoletto
                    deve avere erba verde e moltissime foglie secche.

                    Il soave vento si diverte a muovere le piccole foglie
                    facendole ballare o giocare con estrema dolcezza
                    sul muro di pietre bianche dipinte con ali di farfalle
                    quando arriva l'ora che il giorno muore con tristezza.

                    Cosa sarebbe questo pianeta terra senza il vento?
                    Le nostre alte montagne intagliate nel cielo azzurro
                    il gran mare con le belle onde in continuo movimento
                    i nostri volti scolpiti da raffiche nel crudo inverno?

                    La vita dell'uomo non è una barca portata dal vento,
                    non è una foglia secca che danza nell'aria senza senso,
                    non è un bel fiore che nasce, cresce, si odora e muore.
                    È un sogno fatto carne di un Dio libero come tutti noi.

                    Facciamoci trasportare dal vento leggero della brezza
                    su ali di angeli nascosti in nostra ombra che non vediamo,
                    dalla bianca neve che cade tranquilla sulle nostre teste
                    in attesa di essere uomini veri in un nuovo mondo in festa.
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