Poesie personali


Scritta da: Marta Emme
in Poesie (Poesie personali)

L'arte del glissare

Chi non ha argomenti per difetto
di ragioni, cambia il discorso e
punta su nuove questioni per
distrarre l'attenzione e sanar la
delusione. Ma nessuno è fesso
e, per chi nei guai è stato messo,
rimane un pesce lesso. Ma,
purtroppo, mentre così s'imbroda
rimangono irrisolti tutti i noda* (nodi).
Composta lunedì 10 luglio 2017
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    Scritta da: Rosita Matera
    in Poesie (Poesie personali)

    Il sogno di un uomo è il sogno di tutti

    Ogni uomo ha dentro un sogno
    che nasce prima che egli lo sappia,
    un sogno fatto di vento e di cielo
    e di frasi scritte tra i moti del tempo
    a volte, però, quel sogno s'infrange,
    tra mille flutti affonda e riaffiora
    ma sugli scogli una mano raccoglie
    quei pezzi di vita ancora pieni di sole...
    e, d'improvviso, quel sogno riappare
    perché ha ali grandi con cui può volare
    il sogno di un uomo è il sogno di tutti,
    e se qualcuno gli rimette le ali
    non le darà ad un solo uomo
    ma allo spirito del mondo intero
    se tutti sogneremo lo stesso sogno
    sconfiggeremo per sempre la notte,
    non ci saranno più offese o lacrime
    perché brilleranno per sempre le stelle
    nel cavo di una mano socchiusa,
    un giorno, un soldato stringeva un sogno
    e in quel messaggio nella bottiglia
    c'è ancora il sogno di ognuno di noi.
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      Scritta da: Marta Emme
      in Poesie (Poesie personali)

      Emergenza Italia

      Le ONG se ne devono fare una ragione,
      qui* (Italia), la sicurezza stessa, per la
      sopravvivenza civile di tutti, è diventata una
      questione che riguarda una nazione...
      ormai al collasso, che non regge proprio
      il passo* (lo sbarco e accoglienza)
      ed è ricolma*di migranti fino allo
      sconquasso. Il loro intervento prezioso deve
      andare avanti ma l'approdo coi migranti deve
      essere nei porti d'origine, con i pregevoli
      natanti. Perché non si vuol affondar la
      nave Italia, ed è, ora, questa emergenza
      prioritaria*Frontex). Perciò, santa pazienza,
      non serve di nessuno l'indulgenza* (Frontex),
      così si vada avanti e se ne faccia senza,
      che motivi ce ne sono a sufficienza.
      E siccome la questione umanitaria è un
      onere di tutti, belli e brutti, che scoppi il
      bubbone e, per ragionar, saltin giù*, i capi tribù
      (partner europei), dalle comode poltrone*
      (azione), perché per investire in Africa
      servon soldi veri, non bastano i pensieri.
      Diavolo è proferir così, col cavolo*
      (a vuoto), che nel verso del cuculo par
      ci prendan per il culo. Ma con la Turchia
      non si scherza e lì non si parla di aria fresca.
      Composta lunedì 10 luglio 2017
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        Scritta da: Marta Emme
        in Poesie (Poesie personali)

        Ingratitudine

        Cuore ingrato è colui* (Bergoglio) che ferisce
        affondando un paese* (Italia) che l'ha tanto amato, considerato, onorato...
        allorché di migranti l'avrà ben sovracaricato, con una politica a buon mercato.
        Dopo la beffa dell'Europa da incassar* (sul nodo immigrazione posto), in tutta tranquilità, il Papa
        si mette a dar lezione di umiltà* (con immigrati).
        Ma è un messaggio di viltà tanta gloriosa umanità,
        che la propria coscienza solo può acquietar,
        per la gioia degli scafisti al di là del mar.
        Un alleato migliore, certo, i nostri
        partner europei non lo potevano trovar.
        Così non ci resta* (Italia) che Dio da pregar.
        Composta mercoledì 5 luglio 2017
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          Scritta da: Urszula Gajowniczek
          in Poesie (Poesie personali)

          Incontro

          Questo è quello che mi ricordo
          la prima parola, primo tocco della mano
          ricordo primo bacio, il tuo viso le tue mani, profumo.
          I nostri occhi sono socchiusi come un cielo prima di morire
          dove dovrei andare con il mio cuore
          tutti desideri dolori e la paura
          sarò la tempesta di sabbia
          brucia la mia anima come un flash nel cielo
          momenti di gioia, tesori accumulati di intimità
          rido, piango, tremo come un soffio di primavera
          aspetta chiudi gli occhi, respira
          ascolta i miei passi nel tuo cuore.
          Composta venerdì 7 luglio 2017
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            Abbiamo un'età di pietra
            nascosta nel cuore e nelle mani.
            Giochiamo in caverne oscure
            per avere un pezzo di pane
            in compagnia di un cane.

            Abbiamo camminato sulla luna
            senza svelare i suoi segreti.
            Lei di giorno dorme nascosta
            dai nostri occhi indiscreti.

            Nel nostro intimo museo
            portato negli occhi
            continuiamo a dipingere
            i sogni che ci confortano.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)
              Non siamo più nel tempo delle grandi cattedrali
              quando l'uomo del campo umile s'inginocchiava
              sotto archi romanici di pietra viva tagliata a mano.

              Il monaco colto sognava, pregava e custodiva l'arte
              su alti monti e boschi pieni di misterioso incanto
              mentre il popolo forgiava le sue pesanti spade
              per preparare il duro apocalisse del suo domani.

              I dipinti interni delle chiese erano i libri del popolo
              dove trovavano le radici della fede e la propria storia.
              Il suo pane quotidiano sapeva a sudore del giorno
              scacciando il timore della peste a galoppo sul tramonto.

              Era il tempo quando l'uomo costruiva le sue cattedrali
              sognando che i suoi figli avrebbero pregato con fervore
              difronte a un crocifisso di legno vivendo di fede e speranza
              mentre da anziani sognavano di morire tranquilli nella stanza.

              I loro sogni in pietra li troviamo oggi davanti ai nostri occhi
              con i pinnacoli di pietra e mostri sconosciuti in alto nel cielo.
              Le loro anime sono ancora vive all'ombra delle loro cattedrali
              mentre a noi semplici profani ci dicono cristiani e non lo siamo.

              Oggi si dissacralizzano molte belle chiese frutto della vera fede
              di quei nostri padri che credevano in un Dio fatto carne come noi
              mentre noi con la nostra arroganza ci crediamo dio e Lui solo uomo!
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)
                Il freddo uccide nel muto silenzio l'ultima allegria
                sgorgata da bicchieri di vino e varie bottiglie di birra.
                In quel gasthouse di un paesino di verde montagna
                l'emigrante si giocava a carte il poco salario di ieri
                sperando di riempire con il gioco le tasche di domani.

                A mezzanotte in mezzo al grigio fumo delle sigarette
                trasformava, con il gioco, le speranze in pura illusione,
                i sogni vissuti durante il lavoro del giorno troppo duro
                svanivano di notte con bottiglie vuote e donne nude.
                È stata terribilmente crudele emigrare da analfabeti!

                Le mani callose e gli occhi spenti carezzavano il paese
                lasciato alle spalle con ferite di guerra e cuori a terra.
                La sigaretta si consumava lentamente nella bocca chiusa,
                le mani incrociate sotto il peso ardente della sua testa
                mentre il cuore batteva forte per dirgli che non era morto.

                In terra straniera piena di freddo, neve, pioggia e silenzi
                trascorrevano i mesi, gli anni e le amarezze di un tempo.
                Molti si perdettero, ma molti altri realizzarono il loro sogno
                ritornando al paese del sole per costruire la sua casetta
                dove risuscitarono i sogni, l'amore e le umane carezze.
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