Poesie personali


Scritta da: Monica Cannatella
in Poesie (Poesie personali)

Qualcuno mi porti via

Qualcuno mi porti via da qui!
Da questo mondo che non mi appartiene
da questa gente troppo piena di sé.
Qualcuno mi salvi da idee e guerre che
non condivido.
Dalle azioni ignobili e dalla cattiveria gratuita.
Qualcuno mi sposti altrove
dove non bisogna abbassare la testa
e dire sempre "sì",
per essere una bella persona.
Qualcuno si preoccupi di tirarmi fuori
da questo universo così tanto in disaccordo
con la mia testa e il mio pensiero.
Qualcuno mi porti via
adesso
per sempre!
Composta martedì 28 marzo 2017
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    Scritta da: Dolcemente monello
    in Poesie (Poesie personali)
    Vita.
    Mi hai messo al mondo.
    Mi hai dato due gambe per fare grandi passi.
    Non immaginavo che con il passare del tempo
    potessero stancarsi di camminare.
    Mi hai dato due braccia per sollevare il mondo.
    Non sapevo che mi sarebbero servite per scrivere le mie sofferenze.
    Mi hai dato due occhi per vedere le cose belle e brutte del mondo.
    Mi hai dato un cuore.
    Credevo servisse per regalare amore e non per ricevere sofferenza.
    Mi hai dato labbra per sorridere.
    Ma con il passar del tempo il mio sorriso si è spento.
    Mi hai dato sentimenti che ho donato
    con affetto e amore alle persone sbagliate.
    Vita.
    La malinconia mi assale e non va più via.
    Ma non ho voglia di chiudermi in casa
    con gli occhi tristi che nessuno capisce.
    Non ho più voglia di prendermela con il mondo intero.
    Vita.
    Siamo solo io e te ormai.
    E come ben sai sono grande
    e vorrei mandar via questa malinconia che mi fa soffrire.
    Sono grande sì ma ancora troppo giovane per morire.
    Troverò la forza per chiudere il mio passato in un cassetto
    e lasciare tutto ciò che mi fa male dietro le spalle.
    Percorrerò un nuovo cammino, per dove ancora non lo so.
    Sicuramente da solo come sempre.
    Tornerò nel cammino della felicità.
    Composta lunedì 27 marzo 2017
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      in Poesie (Poesie personali)

      Le tue gote rosse di latte

      Col pianto venisti alla luce,
      con le mie braccia avvolsi
      il tuo esile corpo.
      Tu col pianto ed io col pianto,
      toccasti di me la parte più
      bella, il cuore che vide
      la vita apparire
      quella parte di me
      che era fatta di te!
      Le notti insonne
      che io festeggiavo
      la musica fatta del pianto
      di fame, il latte era pronto
      il tuo riso di grazia
      diceva ti amo.
      Le tue piccole gote
      di rosso e di latte
      io baciavo fiero
      di avere un neonato
      un soffio di Dio,
      un portento,
      un fiore
      un gaio
      lamento.
      Or sù stelle lontane
      qui sulla terra è nato
      mio figlio,
      irradiate
      la culla di luce divina!
      Il bambino che è nato
      è un frutto d'amore
      un germoglio, un seme
      sulla vita che scorre!
      Amore di mamma
      la fortuna sorride
      in questo giorno di festa
      suvvia gridiamo
      al mondo
      la gioia che ci resta!
      Composta domenica 26 marzo 2017
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        Scritta da: Marta Emme
        in Poesie (Poesie personali)

        Terra: appello urge

        Che le intelligenze del mondo,
        senza perder giorno,
        faccian salir fin alle stelle
        uno spirito così ribelle
        da inventarsi la giusta mossa
        o magari una sommossa
        per dar ai potenti una tale
        scossa da farli tremar
        fin nelle ossa e costringerli
        così, ovunque nel mondo,
        a non perder più neanche
        un secondo, per cambiar
        le cose* (nell'ambiente), per
        far fiorir nei cuori
        ancor le rose.
        Dunque ci sia un momento
        per agire, perché pensando
        al domani, insieme a voi,
        si possa ancor gioire. Giacché
        c'è allarme sul Pianeta,
        è evidente, ma a chi conta
        importa poco o niente se
        anche la più drammatica
        vicenda* (clima) non è servita
        a fargli cambiar lo stato
        della mente, a mostrarsi
        persona intelligente e sfruttar
        l'esser suo potente per far
        l'interesse vero di ogni gente.
        Composta domenica 26 marzo 2017
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          Scritta da: Marta Emme
          in Poesie (Poesie personali)

          L'impronta

          Con quella faccia da fetente* (Trump)
          vorrei fossi solo un abbaglio
          della mente. Con l'inquinamento
          che ha prodotto il drammatico e
          climatico cambiamento, con le
          dinamiche economiche, da
          rosso profondo* (finanza, banche...),
          l'America di oggi lascia
          pagare agli altri il conto,
          infischiandosene del tardomondo*
          (sottosviluppo) e chiede ancora a
          quello di patir le tante pene,
          sol perché così conviene,
          senza pensar al comune bene,
          perché il Pianeta è di tutti
          e qui forte si sostiene.
          Poi, testa, se così avanti andrai
          solo rogne ai posteri lascerai.
          La loro maledizione per
          sempre tu sarai. E questa
          sarà anche la sola impronta
          che con l'America, tu lascerai.
          Or, se si vuol sapere un
          modo strano di vedere, ecco:
          il terrorismo non si sa più
          da che parte stia, ma è certo
          che non scompare con l'ipocrisia.
          È un'opinione la mia, che
          si ripete, come un vecchio
          adagio, perché sento forte
          il disagio. Allor mi
          perdonerete se anche stavolta
          non so essere cortese.
          Composta lunedì 20 marzo 2017
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)

            Preghiera

            Aspettaci, Signore, sul calvario di Gerusalemme;
            siamo anche noi uomini battuti con il lattigo
            ascoltando il rantolo del cielo e della terra.

            Non andare solo a gridare sul duro patibolo
            dove un cielo cupo si abbassa e ti respinge
            mentre la terra triste piange, trema e canta.

            Fermati a guardare su queste pietre antiche
            dove la sofferenza ascolta il grido vigliacco
            degli uomini del potere di ogni tempo ed età.

            Fatti coraggio, ascolta l'umana e vera preghiera
            di quest'ultimo giorno morente sulla tua croce.
            Cammina coraggioso al tuo sublime martirio.

            Questi uomini fatti di creta e del tuo soffio di vita
            te lo abbiamo preparato con fierezza da millenni
            per vedere la nostra morte sparire nella tua tomba.

            Non temere, Signore, noi uomini che viviamo poco.
            Tu lo sai che noi vogliamo un martire a mani aperte
            ascoltando il giorno che muore inchiodato sulla notte.

            Tu, Signore, facci comprendere il tuo ultimo grido.
            Aiutaci a capire il tuo silenzio che ha sconfitto la morte.
            Le nostre mani sporche sanno di strade senza rotta.

            Aiutaci nei nostri giorni pieni di polvere e piedi sporchi
            quando gli occhi si riempiono di solitudine e penombra
            mentre la morte ci passa vicino e vorrebbe morderci.

            Insegnaci, Tu che fosti crocifisso dai tuoi stessi figli,
            di seguirti fino in fondo, dove temiamo riconoscerci.
            Fà che davanti alla tua croce giungiamo da veri uomini.
            Composta lunedì 30 novembre 2015
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)

              Preghiera alla Vergine

              Rivolgiamo a te, o Donna della Vita,
              una preghiera nata dal cuore dei figli di Adamo
              in cerca di tuo Figlio.
              Siamo uomini fatti di sangue e di terra
              carica di ossa, ma conosciamo ben poco
              l'azzurro che ci cade addosso.

              Siamo abituati a vivere in un mondo
              pieno di frastuoni per dimenticare
              che siamo chiamati a vivere molto poco.
              Aiutaci, o Vergine Madre, a capirci nel nostro silenzio.
              Facci comprendere l'alito vitale dei nostri pochi giorni.
              Tutti noi che oggi ti preghiamo siamo figli di una donna
              che come te ha portato i segreti della nostra vita.

              Tu Madre, insegnaci a rispettare il mistero della donna.
              I suoi occhi e il suo cuore sono specchi fatti per donare.
              Aiutaci, Vergine Madre, a non infrangere con violenza
              l'immagine di vita delle nostre compagne di viaggio.

              Che in ogni donna riusciamo a vedere l'immagine
              di nostra madre sempre attenta, buona e delicata.
              Ti preghiamo come figli nati dal dolore di un parto
              sotto quella croce dove tu piangevi il tuo unico figlio
              vedendo cadere a terra acqua, cielo, amore e sangue.

              Guidaci in questi giorni di sole dove la notte avanza.
              Guardaci, Madre degli uomini, con occhi del mattino
              aperti alla luce del sole e ai messaggi nati nel cuore.
              Fà che i nostri giorni si aprano come fiori di cactus
              in un mondo nuovo pieno di vita e sorrisi di infinito.
              Composta lunedì 30 novembre 2015
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)

                Solo davanti alla tua croce

                Solo davanti alla tua croce prego. Ascoltami.
                Tu che vivi da secoli appeso a quella croce
                guardando gli uomini camminare sulla terra
                con il fagotto della vita sulle spalle, fermami
                sulla strada solitaria e donami il tuo silenzio.

                Ti prego come uno che non vuole ricchezze
                ma che conosce il passo stanco dell'uomo,
                gli occhi tristi di bambini che odiano la fame.
                le mani vuote di chi non ha niente da fare.

                Aiutami a guardare intorno e scoprire la tua voce.
                Sorridimi Signore dall'alto del tuo umano dolore:
                guarisci la mia gioia troppo umana e poco matura,
                trasporta la mia felicità sulle montagne solitarie
                dove ancora aleggia libero il vento del tuo Spirito.

                Fai che le mie pupille si specchino nel tuo cielo,
                si riempiano della tua pace e del tuo ricco silenzio.
                Sotto la tua croce dei miei e tuoi venerdì santi
                voglio lavare i giorni saturi di sole e nuvole pesanti.

                Ti prego in nome di tutti gli esseri viventi della terra:
                fai che non abbiamo paura di staccarci da terra,
                che non temiamo il vuoto e le maschere che l'avvolgono,
                purificaci com forza come il cielo durante una tempesta.

                Ti preghiamo tutti insieme uomini di questo tuo mondo:
                chiamaci per accompagnarti al tuo umano calvario,
                facci vedere il filo invisibile che ci lega alla tua croce
                quando l'ombra della morte scende nei nostri occhi.
                Composta lunedì 30 novembre 2015
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