Poesie personali


Scritta da: Rosita Matera
in Poesie (Poesie personali)

Prospettiva

Quando ti chiederai se la vita ha un senso
pensa al senso che hai tu per gli altri

quando ti chiederai se il cielo ha una fine
considera che è infinito come i tuoi pensieri

quando sentirai il vuoto della noia,
dei tuoi giorni piovosi e inutili,
sappi che persino il vuoto possiede un senso,
se lo inserisci tra una nota e l'altra
sullo spartito della tua esistenza.

Se penserai all'inutilità delle parole,
rifletti che anche un semplice "ti amo"
sono solo due parole
che rivoluzionano la vita.

Se ti accorgerai che il male crea zone troppo scure,
capirai che in fondo getta
solo ombre al tuo disegno,
e se lo saprai guardare dalla giusta angolazione
darà maggior spessore all'immagine che vedi.

È la giusta prospettiva che dà un senso ad ogni cosa

se possiedi il giusto metro
con cui guardare al mondo
presto ti accorgerai che solo tu
sei tutto quel che hai.

Sei tu il metro di ogni cosa,
da te parte ogni punto:
di osservazione, di evoluzione
di libertà e di decisione

e qualunque linea tu vorrai tracciare,
per dare alla vita una direzione
non dovrai dimenticare che ogni tratto avrà un senso
se lo saprai osservare dalla giusta prospettiva,
quella della tua esperienza che nessuno potrà insegnarti.

dovrai capirla, quasi intuirla
e tradurla in mille lingue,
lingue segrete
chiare solo a chi le sente
perché soltanto dal tuo cuore parte il senso delle cose.
Composta giovedì 12 gennaio 2017
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    Alle colonne d'Ercole ho visto ancorata la memoria
    degli uomini antichi, battaglieri, religiosi e fieri.
    Sono rimaste ancorate dietro quell'immenso orizzonte
    sogni, speranze, timori e intimi strani ricordi.

    Ditemi, onde del mare, chi vi spinge così lontano?
    Indicate la giusta rotta a questo nuovo marinaio
    senza bussola, carte, radar, ma solo vele bianche.
    Ditemi dove si è nascosto lo stupore di millenni?

    Oggi più di ieri l'uomo solca il cielo e il mare
    indossando altre corazze, elmi e niente spada.
    Abbiamo costruite per lo spazio nuovi rifiuti e navi
    contemplando la luna, le stelle e altri umani ideali.

    Alle colonne d'Ercole l'uomo lanciò lontano la memoria
    costruendo la futura avventura dell'uomo e della storia
    iniziando a sognare un'umanità giocando al girotondo
    senza spade, né bombe ma solo pace in questo mondo.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)
      Il mattino si è vestito con abiti di nebbia
      saltellando sui tetti delle case, ridendo.
      Avvisa il giorno di aprirsi alla tenue luce
      per guardare il segreto visto nelle stelle.

      Guardo silenzioso la nebbia scendere sui vetri,
      sento i passeri beccare le notturne ombre,
      un gatto randagio si aggira per mordere
      gli ultimi residui rimasti della oscura notte.

      Il mattino esce alla luce con abiti diversi.
      I suoi movimenti non sono sempre gli stessi
      se li ascolti con le mani rivolte verso il cielo
      sentirai che il cuore si riempie di affetti.

      Sono rimasto a respirare la nebbia del mattino
      su un balcone affacciato a un piccolo giardino.
      È sparita la nebbia del mattino sonnolento
      in un cuore allegro di un piccolo monello.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)

        Autoritratto

        Dopo tanti giorni vissuti nel paese coltivando
        allegria, lavoro e tristezza con radici umane
        ho incontrato nell'album dei ricordi la speranza
        nel mio piccolo fiorito giardino dell'infanzia.

        Non so se era mio quel grido nascosto nel bosco
        che cresceva sotto le foglie insieme ai funghi.
        Ricordo che mi nascondevo dietro lo specchio
        quando la gente fingeva di essere onesta.

        Per i vecchi erano tempi arrugginiti nella memoria:
        guerra, dolore, allegria e molte parole non dette.
        Per me era un'infanzia di lavoro e poca tenerezza
        ricca di visioni su distese immense di grandi foreste.

        Dopo molti anni ritorno indietro su strade di montagna
        con negli occhi vigneti, ulivi, palme e facce meste.
        Da anziano leggendo il libro del mio vissuto calendario
        mi ritrovo un uomo con barba e testa abbastanza calva.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          La terra è sempre benedetta dal sudore dell'uomo
          quando il cuore è forte e generoso come un olivo,
          le mani sempre aperte al sole come i fori dei campi,
          gli occhi gioiosi e allegri come il mese di maggio.

          Non è stata abituata a essere fecondata da concimi
          gettati da aerei nelle ferite aperte dai grandi trattori
          che non hanno un cuore per dispensare aromi.
          La terra ha amato da tempo i calli e gli scarponi.

          Mia madre mieteva il grano con la falce di ferro
          le dita le proteggeva con ditali speciali di canne.
          I mietitori cantavano canzoni maturate col grano
          che finiva messo a nudo sotto zoccoli di animali.

          Anche la terra è amica degli umani progressi
          ma non accetta l'avida superbia dell'uomo
          che l'abbandona, depreda, avvelena e calpesta.
          La terra ama la tenerezza e il mutuo rispetto.

          Cambiano i tempi, cambiano anche i fiori
          restano le stesse erbe nelle stesse stagioni.
          L'uomo e la terra sono sempre una cosa sola.
          La terra non è serva n'è l'uomo suo padrone.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)

            Piazza San Pietro

            Spararono in una piazza romana molto conosciuta
            contro un uomo vestito di bianco che amava la vita
            racchiusa in volti di uomini e bambini contenti
            in mani callose di un popolo buono e credente.

            Si udirono sirene, grida, preghiere e muto silenzio
            sotto arcate di molti messaggi lanciati nel tempo.
            Anche le bianche colombe sparirono dicendo:
            "Anche qui è giunta l'umana e vile violenza".

            Passa il tempo dello stupore: il bianco e il nero
            formano girandole di giudizi nelle televisioni.
            Si intrecciano le supposizioni e la tetra prigione.
            Con il delitto e il castigo si offre anche il perdono.

            Oggi gli estremi di due mondi si sono incontrati
            in una cella dove luce e ombra si sono abbracciati.
            Le parole umane hanno perduto il loro pieno senso
            acquistandolo in un abbraccio di pace e pentimento.

            Spariranno gli spari e matureranno i frutti del silenzio
            in quella piazza aperta a tutto il mondo e alla speranza.
            Una finestra sempre aperta al cuore di tutta la gente
            è guardare in alto con fede per chi è ancora credente.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)

              Preghiera

              Signore, abbiamo atteso il tuo Spirito di fuoco
              accendere la lampada che si spegne nella sera
              quando le mani giunte stringono un altro giorno
              passato in fretta senza uno sguardo al tuo cielo.

              Oggi sentiamo l'impellente bisogno di ascoltarti
              per comprendere la corta strada che percorriamo
              insieme a tanti uomini che neppure salutiamo
              perché infastidiscono con il semplice parlare.

              Distruggi, Signore, con il fuoco del tuo Spirito
              il programma di Babele che di notte sogniamo.
              Non farci vivere in una grande casa di cristallo
              quando addosso portiamo una pelle di catrame.

              Noi siamo i figli di creta del tuo povero Adamo
              che piange suo figlio Abele morto fra le mani.
              Il deserto molti lo conosciamo solo in fotografia,
              il Mar Rosso lo scopriamo in cliniche senza vita.

              Rallegrati, Signore, perlomeno con te siamo sinceri
              perciò nei momenti tristi ci mettiamo in preghiera.
              Il tuo Spirito ci ha fatto dono della tua intima allegria
              sognando un tuo nuovo mondo con tanta nostalgia.

              Tu ci conosci, Signore, siamo amici di tuo Figlio
              con un cuore di carne e un pizzico del tuo Spirito.
              Fummo nel passato delle semplici statue di argilla
              ma il tuo soffio e la tua luce ci hanno fatto felici.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)
                Un fuoco di pace si è acceso nella notte:
                ritornano gli uccelli al loro nido
                le lampade accendono le finestre
                piene di alito caldo e voci amiche.
                Le sirene hanno rotto l'ultimo silenzio
                di un giorno pieno di scioperi e lamenti.

                Si è acceso un fuoco di giustizia
                su mani di statua e anima d'argilla.
                Un domani non lontano saremo uguali
                mangiando pane salendo delle scale.
                L'uomo e la donna saranno figli
                d'una dea che decifra il labirinto.

                Un fuoco di pace si è acceso negli occhi
                guardando una farfalla accompagnare un morto.
                Il passato ha chiuso in una tomba
                frontiere, bandiere e il proprio tornaconto.
                Resta in piedi, in attesa che sbocci un fiore,
                un uomo perbene in un giardino di colori.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Guerra civile spagnola

                  Quando era giovane fu chiamato alla guerra
                  apprese a sparare con un vecchio moschetto
                  sparando in faccia i propri amici e fratelli.
                  Finì la guerra quando i grandi lo decisero
                  ma lui la portò dentro come una ferita:
                  gli era pesante guardare un bambino!

                  Passarono gli anni e sposò un'amica
                  il pane gli odorava a raffiche di mitra
                  il vino a vecchio olio di ricino.
                  Adesso è vecchio e gioca con i nipoti
                  distruggendo navi spaziali e rancori.

                  È meglio fare la guerra su uno schermo
                  che saltare in aria per dei dementi.
                  Passeggiando in un giardino in fiore
                  il nonno coglie una rosa e la odora.
                  Il profumo l'ha beccato una colomba
                  per costruirgli un nido nel nuovo mondo.
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