L'amore è
Nel profondo del cuore
ho trovato l'ispirazione
per spiegare l'emozione
di questi anni trascorsi assieme.
Tra bufera e tempesta abbiamo combattuto,
ma il più grande miracolo è l'amore.
Composta mercoledì 3 gennaio 2007
Nel profondo del cuore
ho trovato l'ispirazione
per spiegare l'emozione
di questi anni trascorsi assieme.
Tra bufera e tempesta abbiamo combattuto,
ma il più grande miracolo è l'amore.
Il ballo è un gesto grazioso
che si abbandona alla poesia.
I cui coreografi
si abbandonano
nello spazio
e sognano i governi ritrovati
senza continue evoluzioni.
Al ritornare alla luce
il silenzio ci opprime
di persi pensieri
su delle pagine bianche
e vuote d'amore
ed una perversa anima.
Ritorno alla luce
e alla solitudine ritrovata
dei tuoi falsi sospiri.
Il ritornare alla luce
della mia mente ottusa
e ritrovare me stesso.
Fremono i vermi
Nel loro bitume
di finti ricordi mielosi.
Tanto mi cambio la pelle,
Le ossa le guardo marcire.
Dentro ai pensieri,
fino a radici vuote
Vorrei spegnere e spegnermi.
La mia vita era come una cascata
inarcata nel vuoto;
la mia vita era tutta incoronata
di schiumate e di spruzzi.
Gridava la follia d'inabissarsi
in profondità cieca;
rombava la tortura di donarsi,
in veemente canto,
in offerta ruggente,
al vorace mistero del silenzio.
Ed ora la mia vita è come un lago
scavato nella roccia;
l'urlo della caduta è solo un vago
mormorio, dal profondo.
Oh, lascia ch'io m'allarghi in blandi cerchi
di glauca dolcezza:
lascia ch'io mi riposi dei soverchi
balzi e ch'io taccia, infine:
poi che una culla e un'eco
ho trovate nel vuoto e nel silenzio.
Afferrami alla vita,
uomo. La cengia è stretta.
E l'abisso è un risucchio spaventoso
che ci vuole assorbire.
Vedi: la falda erbosa, da cui balza
questo zampillo estatico di rupi,
somiglia a un camposanto sconfinato,
con le sue pietre bianche.
Io mi vorrei tuffare a capofitto
nella fluidità vertiginosa;
vorrei piombare sopra un duro masso
e sradicarlo e stritolarlo, io,
con le mie mani scarne;
strappare gli vorrei, siccome a croce
di cimitero, una parola sola
che mi desse la luce. E poi berrei
a golate gioiose il sangue mio.
Afferrami alla vita,
uomo. Passa la nebbia
e lambe e sperde l'incubo mio folle.
Fra poco la vedremo dipanarsi
sopra le valli: e noi saremo in vetta.
Afferrami alla vita. Oh, come dolci
i tuoi occhi esitanti,
i tuoi occhi di puro vetro azzurro!
Sulla parete strapiombante, ho scorto
una chiazza rossastra ed ho creduto
che fosse sangue: erano licheni
piatti ed innocui. Ma io ne ho tremato.
Eppure, folle lampo di tripudio
e saettante verità sarebbero
un volo e un urto ed un vermiglio spruzzo
di vero sangue. Sì, bello morire,
quando la nostra giovinezza arranca
su per la roccia, a conquistare l'alto.
Bello cadere, quando nervi e carne,
pazzi di forza, voglion farsi anima;
quando, dal fondo d'una fenditura,
il cielo terso pare un'imparziale
mano che benedica e i picchi, intorno,
quasi obbedienti a una consegna arcana,
vegliano irrigiditi. Sulle vette,
quando la brezza che ci sfiora è l'alito
di vite arcane riarse di purezza
ed il sole è un amore che consuma
e, a mezza rupe, migrano le nubi
sopra le valli, rivelando a squarci,
con riflessi di sogno, la pensosa
nudità della terra, allora bello
sopra un masso schiantarsi e luminosa,
certa vita la morte, se non mente
chi dice che qui Dio non è lontano.
Chiunque tu sia,
da qualsiasi posto tu provenga,
a qualsiasi latitudine o longitudine tu sogni, ridi e vivi,
ricordati di ricordare le stelle che hai dimenticato
nel quaderno, sotto il banco, in fondo all'aula.
Lo hai chiuso in un giorno di pioggia
quando i pugni facevano male,
confondendosi col fragore
dei lampi sulla strada.
Ricordati di ricordare
sempre da dove vieni,
il luogo dove hai giocato
la terra che ti ha cullato quel giorno che hai visto il mondo,
perché nei granelli di quella terra
è racchiusa la tua umiltà,
che è la tua grandezza,
ciò che ti rende una persona vera.
Ricordati di ricordare
dove vai, senza esitare,
saranno tante le vie sbagliate
che fuorvieranno il tuo percorso
ma se apri i pugni
che un giorno lontano facevano male
ritroverai la strada, i sogni, le stelle racchiuse nel quaderno,
perché non è mai troppo tardi per potersi ritrovare,
poter stringere le proprie mani come si fa con un amico.
Ricordati di ricordare
che mai sarai del tutto solo
se sarai in buona compagnia
dei pensieri più elevati.
Ricordati di ricordare
che la libertà non serve a nulla
se prima o poi non la unisci
alla libertà di qualcun altro
poiché, se tu non ami,
quell'amore si disperde,
come un bel profumo che nessuno avrà sentito
e infine ricordati di ricordare
di stare calmo, di non arrabbiarti
se hai perduto un solo treno...
ne passano tanti se sai guardare nella giusta direzione,
e soprattutto ricordati di ricordare
che il viaggio della vita è troppo bello, troppo grande, troppo importante
per perderti dietro a piccolezze
a cui dai troppo peso sulla bilancia dell'esistenza.
Apri i pugni ed abbandona tanti inutili rancori,
e vedrai che da quei pugni usciranno un paio d'ali.
Se esiste un Dio
non denaro chiederei
e nemmeno salute.
Se Dio fosse davanti a me
non eternità vorrei
e neanche paradisi o promesse.
Dinnanzi ad un qualsiasi Dio
il tuo sorriso vorrei, sentire il tuo calore.
Chiederei la nostra felicità, limitata si ma unica,
null'altro vorrei, nulla che un Dio possa regalarmi.
Solo un tuo si desidero.