Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Un giorno che non c'è

Vorrei un giorno che non mi facesse rendere conto che è giorno.
Un giorno con nessuna notizia.
Né certa né incerta.
E soprattutto non cattiva.
Le buone lo sanno già da tempo di non dover arrivare.
Che questo è un indirizzo sbagliato
o un destinatario inesistente.
Vorrei un giorno di silenzio e di noia,
senza incontri ne compagnie.
Ed una strada per uno solo,
di sola andata,
con fonti che danno sorsi d'acqua
e benedizioni di buon cammino.
Un giorno che cominciasse col buongiorno allo specchio
e finisse con la buona notte un attimo prima di chiudere gli occhi.
Un giorno che fosse per sempre.
In un posto amico,
certo e sicuro.
Con in mezzo niente.
Composta sabato 5 settembre 2015
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in Poesie (Poesie personali)

Una cartolina da dove non so di essere

Ha le insegne di luce
che colorano il bianco delle notti vissute
se si ha poco o spese se si ha molto.
Ma entrambe sono permesse.
Ha le belle vetrine che si lasciano avvicinare,
si fanno toccare i vetri.
Schiacciarci il naso contro.
Appoggiare le mani,
ed anche il corpo,
se siamo eccitati.
Ci sono le puttane di lusso
ad illuminare strade ed occhi spersi.
Anche loro si lasciano avvicinare,
ma non si fanno toccare
strusciare,
schiacciare il naso contro il petto.
Hanno più dignità delle vetrine.
Forse,
o forse è che non sono vetrine.
Stanno in vetrina.
Incontri gli ubriachi che occupano tutta la strada
e ti vengono addosso.
Se hai bevuto meno di loro gli scansi.
Altrimenti cozzate,
l'incontro è uno scontro,
ma è concorso di colpa.
Nessuno ripaga la bottiglia all'altro.
Ci sono gli spacciatori,
cravatte di corda usate,
che provano a sedurti,
ma con te niente da fare.
La fortuna è dalla tua.
Sei già spacciato.
E passa pure una volante,
ma come dice la parola
"vola"
e non vede niente.
Il lampeggiante blu ti dice che è mattina.
Adesso capisci dove sei
ma la cartolina è già partita.
Composta mercoledì 2 settembre 2015
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Un autore per un lettore

Io scrivo molto
perché non ho libri da leggere.
Io invento solo storie vere
perché non amo i romanzi.
Sono falsi
e finiscono sempre come vuole l'autore
ma non i protagonisti.
Mi firmo con il nome d'altri.
Nomi veri,
come le storie inventate.
Poi rifletto su cosa ho letto,
sugli errori fatti nello scrivere.
Soprattutto sugli errori.
No,
solo sugli errori.
Non conosco altro.
Li prendo
e con loro scrivo un'altra storia vera.
Di un altro autore.
Una nuova firma.
Ancora qualcosa da leggere.
Ancora errori da raccontarmi,
ma senza che io lo sappia.
Composta mercoledì 2 settembre 2015
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Il guardiano del guardiano nella clinica della salute mentale

Guarda come siedono stretti stretti.
Come per tenersi caldi.
E senti quanto parlano.
Come se non si vedessero da anni
o si parlassero da sempre.
Lo vedi come camminano?
Sembrano militari dallo stesso passo.
Ma senza divise e senza guerre,
a ferma finita.
Annusa intorno a loro,
hanno lo stesso profumo.
E guarda i loro visi
si somigliano anche un po'.
Nati diversi e cresciuti uguali.
Se non li conoscessi
penseresti che sono fratello e sorella,
non moglie e marito.
- Ah? È vero, non li conosci. -
- È vero? Non li conosco?. -
- Guarda. -
- Guardo. -.
Composta mercoledì 2 settembre 2015
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Due datati e litigiosi

Come ci ritiriamo in silenzio
dentro la nostra rabbia
davanti a un'ovvietà detta da un terzo
che ci annienta entrambi.
Noi non ammettiamo il fare pari
né le ingerenze di qualcuno.
Ma è per poco che dividiamo il nostro essere cose da niente.
Il primo che avrà rialzato la testa e scordato l'umiliazione
ricomincerà l'ennesima battaglia di questa nostra guerra persa.
Composta mercoledì 2 settembre 2015
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Scritta da: Mariacarmela Scotti
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Lacrime su carta

La guardai negli occhi,
e vidi solo silenzio,
con coraggio le chiesi
se esisteva ancora
amore per noi
ma nei suoi occhi
c'era paura.
La paura di perdersi
in quella domanda
così troppo grande
davanti
a questo amore
ormai spento,
sentii la sua voce dirmi
che non poteva amarmi.
E fu così
che voltai le spalle,
perché
non volevo che lei vedesse
le mie lacrime
e andai via.
In quel momento
capii che non l'avrei
mai più vista,
ed un urlo
un unico urlo
uscì silenzioso
dalle mie labbra
dicendole
che avrei voluto da lei nulla più,
nulla meno,
se non lei.
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A Franco

Tu non cercare ancora. Non c'è niente da trovare,
niente da capire. Accontentati e vedrai
Quando verrà il giusto tempo fioriranno i figli
e sopra la zolla arata di fresco cresceranno i tigli.

Quando verrà il momento si dissiperà il buio,
scintillerà la luce rinata oltre la siepe.
Niente è concluso, tutto continua sempre
E tu sarai felice e nella zolla aperta ci metterai del seme.

È come lanciare un dado, un sasso nello stagno
ma tra finire e ricominciare può sembrare ingrato
l'impossibile accade di rado ma non è mai un sogno
perché il mistero della vita non è stato mai svelato.

Lasciati cullare dalla dolce melodia
delle voci argentine che senti a casa tua
per cercare il senso profondo, non sprofondare.
Tu non cercare ancora lo hai già trovato!
Composta giovedì 17 settembre 2015
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