Sono una scheggia d'amore inesploso.
Sono il dolore di un sorriso soffocato,
la pena di una carezza non data,
l'incolpevole angoscia
di tutto quello che rimane dentro.
Io non sono un poeta.
Sono solo il mio bisogno di amare.
E solo amando
io riesco
a brillare.
Solo amando
io riesco
a vivere.
Cosa rimarrà di noi?
Rimarrà il canto.
L'incanto.
Le briciole d'amore
che avremo sparso sul nostro cammino.
E noi saremo negli occhi
di chi avremo incontrato.
Di chi avremo amato.
Una luna al sole è,
un desiderio.
Immerso dall'oscurità,
immobile esiste.
Il treno di una vita,
scorre sul binario
paesaggio dinamico.
Una montagna
ferma il sospiro,
lontana
quasi immobile,
Lo stelciato prevale
scorre veloce
e deforme.
La vita.
Scavare nel fondo dell'anima
gettandovi un seme
raccoglierne il fiore
una rosa decadente
versarvi un fiume di lacrime
per non farla appassire.
Donarle una brezza leggera
per non farla dormire.
E poi restare sveglia anch'io
fino allo stremo delle forze
per esserle vigile sempre
come una guida silenziosa
ma presente.
A quella rosa che amo e che odio
a quella gioia assente.
Muggisce il mare e spaventa...
Il vento ulula...
ora più calmo ora più prepotente...
scompiglia si placa
e poi ancora stordisce.
Onde spumeggianti, spinte dal Libeccio
si infrangono a riva e ritirandosi...
"modellano" la caletta.
Il sole sorride... mi bacia e mi sussurra: non farti spaventare...
non te ne andare, resisti.
Eccoli lì, li vedo tutti in fila
acclamano la libertà di pensiero
purché dal loro non sia straniero
e se mi parto da chi beve tequila
ricevo sguardi con fare severo
e se si sbatte in faccia il vero
ancor peggio, il guaio ormai si profila.
Che il conformismo sia l'unica via
la mia mente ne è ancora restia.
Solo in una convinzione tutta mia
professo l'invidiata pace interiore,
appeso al contrario nella volontaria prigionia
nuoto controcorrente in un mare di liquore.
Ombre cadute del tempo fermo
quando cuore e membra riposano.
Restano in attesa
nelle notti aggrappate ai ricordi
sciolte in preghiere mai ascoltate
intrise di sudore e sospiri.
Ed è pace per ogni battito
che scandisce il tempo
fino a quando la luce
non bacia l'orizzonte
mentre culla la luna che stanca e serena
accarezza il sole ancora assopito
mentre sveglia l'aurora.
Leggera dolcezza di donna
questa tua età
che sulle gocce della pioggia
si arrampica a fatica.
Portala dentro la luce
delle stelle
dove si sente crescere
il silenzio,
dove alla luna
si abbracciano le nuvole
di sera
dove si può
coi sogni
vivere dentro un sole
di conchiglie.
Il dolore è andato
oltre.
Ha spaccato gli argini
e il muro d'acqua
è troppo grande.
Vorrei passare di là
ma non so nuotare.
O forse non voglio.
Il dolore divide
si nutre di solitudine
di tormentati pensieri
annienta
ti chiude gli occhi
ai sorrisi della gente
alle vane consolazioni.
È solo buio.
Se solo allungassi la mano
potrei toccare tua
ma è troppo tardi.