Scritta da: Giuliana Z.
in Poesie (Poesie personali)
Fotografia
Un sorriso sornione
il capo chino in avanti
la mano appoggiata sul collo di lei
quasi a voler imporre la posa.
Clic e lo scatto è fatto!
Composta sabato 19 luglio 2014
Un sorriso sornione
il capo chino in avanti
la mano appoggiata sul collo di lei
quasi a voler imporre la posa.
Clic e lo scatto è fatto!
Tu, che insisti nel volermi vedere,
Io ti abbandono.
Non sei nessuno.
Non sei più mio padre.
Esiste un colore
più potente e ammaliante
di qualsiasi macchina.
Esiste un miracoloso fenomeno
capace di colorare il mondo
in poco tempo.
Un colore puro e originale,
è sempre pronto a posarsi
su qualunque colore
scuro e artificiale,
facendo valere la natura.
Esiste un colore dal carattere
probo e magico,
è la nostra amata neve.
M'affaccio alla finestra della mia vita
e vedo il grande palcoscenico del mondo
ornato di cieli e di stelle d'oro
alberi di alto busto,
e cantano gli uccelli,
alita il vento.
L'umanità recita l'infinita commedia
e risponde un'ovazione di palpiti,
e lacrime sospirano,
passano sogni.
Ecco, il tempo mi chiama
quale sia il mio ruolo d'autore
nell'infinita commedia.
Tu che leggi le mie parole
tu che tenti
di comprendere emozioni
con gli occhi vedi gli intenti
del mio pugno
a descriver sensazioni
con il cuore del mio cuore
ascolti il rumore.
Sola nel cielo
scolorita e pallida
la luna rimprovera la terra
che non vede il dolore
fra la sua gente:
guarda giù e piange
lacrime fredde
a veder cos'è
l'uomo diventato.
Nonostante il mondo
è quello che è,
continuo a sperare,
ad andare avanti,
nella mia vita,
con le mie idee,
non mi stanco di cercare libertà,
nelle parole,
per la strada,
nella vita di tutti i giorni;
libertà di esserci,
di essere come si vuole,
e di farsi accettare per come si è.
Insensato poggiare il capo
sul ceppo
e restare immortalato
nello scatto matto
di un fotografo guardone
che del tuo corpo
vuol aver ragione
farne carne
per chi dello sguardo
ne fa mezzo scaltro
di rimozione
e quell'emozione
filamento fragile
di bruco morto farfalla
sta a ricordare
che tutto deve finire.
Punte di spillo
aghi dipinti intinti
e spinti sotto pelle
attraversiamo tante prove
ci perdiamo nei dove
come e perché quando
pensieri tantrici
tanti
alquanto sepolti e impolverati
li ritrovi mascherati
tra etichette e ovvietà
di chi crede sia una banalità
ma sapete una cosa?
Noi siamo qua
siamo diabetici
chiediamo solo di vivere
e poterlo fare senza doverci
dannare e complicare l'esistenza
senza dover star male
vogliamo sia fatta questa speranza
volontà.
Tu qui piangi, là si balla.
Nella tua lacrima, cioè.
Là si ride, c'è allegria.
Là non sanno alcun perché.
Come un brillio di specchi.
Come guizzi di candele.
Quasi portici e scalini.
Scatto bianco di polsini.
Quei leggeri O e H.
Cloro e sodio, bei soggetti.
E l'azoto damerino
in cortei piroettanti
su e giù sotto la volta.
Tu qui piangi, e ben gli suona.
Eine kleine Nachtmusik.
Chi sei bella mascherina.