Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Sentivo...

Drinn! Come la dannata sveglia
che mi buttava giù dal letto presto
e che ora non suona più;

Brumm! Come il rumore delle macchine
che sentivo passare per strada
e che ora non passan più;

Bla Bla Bla! Come le infinite chiacchiere
che facevo in corriera con i miei amici
e che ora non faccio più;

Boomm! Come il rumore della porta
che sentivo al ritorno di mia madre
e che ora non esce più.

Con questa sconosciuta e sconvolgente emergenza
questi suoni per me così normali
non esistono più...

Nel silenzio, rimango solo io, un po' più tranquillo
e a farmi compagnia il sol telefono
che per fortuna ora può tutto fare.
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    in Poesie (Poesie personali)

    Covid 19

    Sembra un codice spaziale
    che nessuno immaginava potesse fare così male.
    Prima era solo un semplice avvertimento,
    adesso è un obbligo,
    stare a casa e privarsi di ogni divertimento,
    già, sembra quasi come un castigo
    ricordare la normalità
    come se fosse qualcosa di irraggiungibile,
    ma quando tutto questo finirà
    sarà incredibile.
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      Scritta da: ELIO BLANCATO
      in Poesie (Poesie personali)

      Trauma Natale

      Stavo bene, molto bene,
      ero felice.
      Fluttuavo a destra e a manca,
      in su e in giù,
      ora non più.
      Ho freddo, tanto freddo,
      dove mi trovo?

      Rumori cupi, sordi,
      assordanti.
      Voci sovrapposte, sconosciute,
      moleste.
      Aria acre, nauseabonda.
      Luci algide, accecanti,
      in che girone sono finito?

      Mi palpano, mi tagliano,
      mi annodano.
      Mi girano, mi rigirano,
      mi bagnano,
      ma che fanno?
      Perché non smettono?
      Son forse matti?.

      Basta! Basta! Basta!
      Non ne posso più.
      Urlo, urlo a squarciagola:
      non toccatemi più,
      lasciatemi stare,
      riportatemi dov'ero.
      Lì si che stavo bene.

      Non c'è verso, non mi ascoltano,
      nessuno mi sente.
      Son forse sordi?
      No! Fan finta di niente.
      Tremo dal freddo e dalla paura.
      Ma perché sono qui?
      Accidenti! No! Non sarò mica nato?
      Composta martedì 19 maggio 2020
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        in Poesie (Poesie personali)

        I tanti enigmi

        Che vuoi che sia il tuo silenzio,
        che vuoi che sia il tuo rancore,
        che vuoi che sia la tua lontananza,
        che potrei dirti di ciò che tu già sai,
        che accade non ti riconosco più
        che vorresti per non portarmi quel tuo broncio che fa tanto male.
        Che posso dirti lo so dei tuoi capricci letali.
        Che posso fare nulla solo dirti vola e sappi volare.
        Composta martedì 19 maggio 2020
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          Scritta da: akira tek
          in Poesie (Poesie personali)

          Warning

          Se solo volessi vedermi anche tu

          quando vedo il mare
          ci cado dentro
          diventa un bicchiere d'acqua salata, amara
          m'immagino d'amarti ancora nonostante la tempesta
          voglio vederti gioire davvero prima di voltarti le spalle
          per non girarmi più e scomparire nella nebbiolina primaverile
          se solo volessi vedermi anche tu
          danzando sotto cassa ti vedo tra la gente che spunti
          oh ti riconoscerei ovunque
          la tua camminata non si confonde
          senza te non so stare sei la sostanza che mi toglie di dosso il male
          cado e mi rialzo migliaia di volte
          sono brava a rialzarmi, sai...
          nel mentre combatto nella dolce, esistenza ti vedo al mio fianco
          allora affondo la mia spada nel buio del prossimo,
          ancora una volta e per sempre...
          finche di tenebra attorno a me non ce ne sia...

          se solo volessi vedermi anche tu.
          Composta sabato 16 maggio 2020
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            Scritta da: Paolo Delladio
            in Poesie (Poesie personali)

            La tartaruga

            Timida, a sangue freddo
            me ne vò per la mia strada
            non frequento l'autostrada
            accada quel che accada
            brillo tra gocce di rugiada
            adagio ti narro una fiaba

            quanto mi è cara la pace

            il volo di 26.000 aerei al giorno
            oscurava il blu del cielo tempo fa
            60 litri al giorno il latte di una mucca
            raccolti in una stalla ancora tempo fa
            travolta da valanghe di chimici concimi
            la terra fu tradita e ferita mortalmente

            quanto mi è cara la pace

            io resto a casa e come sempre vado lenta
            aleggia nell'aria il profumo della menta
            il mondo è in pausa, gioco e son contenta
            la natura è rinata e la vita non si è spenta
            è giunto il tempo di un tempo che rallenta
            arrivo dalla preistoria e ciò non mi spaventa.
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              Scritta da: Lorenzo Brogi
              in Poesie (Poesie personali)

              La mia Città le nostre Città

              Scrivo di questa città svuotata,
              lasciata senz'anima,
              chiusa in casa dietro vetri traspiranti vita,
              delle sue storie, delle sue paure,
              delle sue tragedie.
              Scrivo dei nostri sogni infranti
              del saluto non dato, di quell'abbraccio promesso,
              di quell'addio sfumato, purtroppo per sempre.
              Ascolto lamenti lontani, sofferenze comuni, sogni mancati,
              sento un vuoto ripieno di affetto, una nuova identità,
              percepisco nel crepuscolo della sera un'immensa gioia,
              un altro giorno si accinge a scappare ed un giorno in meno ci attende per soffrire
              ma nello stesso crepuscolo un soffio di vita scompare ed un altro giorno così si è fatto criminale.
              Quante storie chiuse tra queste o quelle mura,
              quante vite che stavano scappando già da tempo,
              si ritrovano, smettono di negarsi,
              oppure continuano semplicemente ad ignorarsi o ad amarsi,
              quanti incubi ancora più tremendi di questo nemico invisibile,
              consumano la pelle, la lasciano livida,
              perché quelle mura ora diventano carcere senza ora d'aria.
              Quanti solisti della vita, attendono impassibili, impauriti, attempati,
              quanti soffrono la solitudine più profonda, la paura più oscura,
              di quante famiglie ancora dovrà essere udito il pianto
              perché un raggio di sole possa regalarci l'estate.
              Quanti angeli senza nome dovremmo ricordare,
              loro quelli della prima linea
              che non cedono un metro al nemico,
              loro che velati i loro sorrisi,
              ti irradiano di speranza,
              con loro il paese avrà un debito,
              l'unico debito da onorare realmente.

              Scrivo di questa città non più approdo,
              di banchine vuote e vie tacite,
              di giardini senza bimbi,
              di strade e piazze senza bimbi,
              di parchi e campi da calcio senza bimbi,
              scrivo di questa città e di tutte le altre
              che si fanno impiccare per non morire sperando che il boia sia clemente.
              Scrivo di questa Nazione stuprata nel suo orgoglio, violata ma ritrovata,
              della consapevolezza della grandezza di questa terra che è in ognuno di noi,
              che tutto sia monito, ricordiamoci per sempre che l'Italia ha risposto
              Presente.
              Composta martedì 31 marzo 2020
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