Poesie personali


Scritta da: Simone Sabbatini
in Poesie (Poesie personali)

Succo

Me ne stavo all'aurora seduto godendo la pace nel cuore
ma un insetto straniero m'ha punto e oscurato la vista del sole.
M'ha iniettato un veleno vitale, un succo letale
che ti consuma dentro
ti corrode piano
che te lo senti contro.
Non c'è scampo dall'ape della vita
non ci sono sieri contro questa allergia
shock anafilattici terribili e lentissimi
lunghi come una magia
d'amarezze e delusioni,
l'illusione d'un respiro
una vita un sogno magari un po' d'amore.
Composta venerdì 10 febbraio 2012
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    Scritta da: Simone Sabbatini
    in Poesie (Poesie personali)

    Irreale

    Irrealizzabile...
    irrealizzat*.
    Irriverente,
    irrefrenabile,
    irrimediabile,
    irraggiungibile!
    Irresponsabile,
    irruent*, irredent*.
    Irreparabile.
    Irrispettos*,
    irriconoscente,
    irritante,
    irrisori*, irrilevabile, irrivelabile!
    Irrinunciabile...
    irrorante, irrorato
    irrisolvibile,
    irreprensibile.

    Irreprensibilmente
    irrisolvibilmente
    irroratamente
    irrorantemente
    irrinunciabilmente
    irrivelabilmente
    irrilevabilmente
    irrisoriamente
    irritantemente
    irriconoscentemente
    irrispettosamente
    irreparabilmente
    irredentemente
    irruentemente
    irresponsabilmente
    irraggiungibilmente
    irrimediabilmente
    irrefrenabilmente
    irriverentemente
    irrealizzatamente
    irrealizzabilmente
    irritat*.
    Composta martedì 29 ottobre 2019
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      Scritta da: Aquilablu59
      in Poesie (Poesie personali)

      Ehi io ci sono

      Amo le persone che non si fanno pregare,
      quelle che sanno ascoltare,
      quelle che con un sorriso ti accarezzano il viso.
      Quelle che non hanno bisogno di mentire,
      che sono se stesse perché hanno il coraggio di esserlo.
      Quelle che non hanno bisogno di maschere,
      perché sono vere.
      Che sono presenti, oltre il tempo e lo spazio,
      quelle che dicono: "ehi, io ci sono".
      Composta mercoledì 12 maggio 2010
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        Scritta da: Giulio Senzacqua
        in Poesie (Poesie personali)

        La Vanità

        Un grosso bruco sun’gerso  camminava
        passando su una tenera fojetta
        stava li per fassene na fetta.
        Quanno senti la fronna che se lagnava,
        perché fai questo? è nà viltà.
        So fresca e bella
        so piena di vitalità,
        vattene via ,vattene più in là
        non so pe te, non so quella …
        no me poi rovinà.
        Er bruco a sentir quanto detto
        rimasto un po’ sorpreso  da tanta vanità,
        alzatosi su due piedi retto,
        rispose alla fronna  con tanta falsità:
        bella mia, la vita non lo fatta io
        e tu lo sai quanno anch'io ce tengo,
        solo a vedette io svengo,
        e poi non è detto core mio,
        anzi te vojo  fa più bella,
        te vojo fa un piacere, te vojo ncornicià.
        Da oggi sarai nà stella,
        che tutte le fronne te devono ammirà.
        Chiese la fronna un po’ curiosa :
        perché tu sa fa questo?
        Me poi fa radiosa?
        me poi fa cambià d’aspetto?
        Certo  rispose  er bruco,
        ma dovrai soffri n' pochetto,
        ma se lo dovemo fa, famolo  presto
        l’ora è tarda e devo annà a letto.
        La fronna je rispose:
        Si famo presto
        non ti darò più noia.
        Er bruco defilato detto questo,
        se mise a contorna la foglia
        e poi je fa: che tavevo detto?
        Sembri n'antra, sembri fatta apposta,
        da oggi te poi vantà  ciai puro er merletto.
        Composta sabato 30 novembre 1985
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          Scritta da: Giulio Senzacqua
          in Poesie (Poesie personali)

          Du lumache e la politica

          Dù lumache, un giorno che pioveva,
          s’encontrano pè strada
          se guardeno, se salutano.

          Una delle due dice:
          certo che la vita nostra è pè la storia.
          Perché je rispose l’altra tutta curiosa.
          Come non vedi?  dove passamo
          lasciamo er segno.
          E' vero rispose l’altra, tutta impettita,
          chi mejo de noi sa fà questo.
          Nel frattempo passa n' omo
          se china e le riccoglie.
          Finite dentro ar secchio,
          se guardano, e una delle due dice:
          che te dicevo? è nà soddisfazione
          Ce vonnò riunì pè facce fa n’ discorso.
          Composta mercoledì 30 novembre 1977
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            Scritta da: Aquilablu59
            in Poesie (Poesie personali)

            Un alito di vento tra i colori dell'arcobaleno

            Quel muro alto che avevo alzato
            in tanti anni era crollato davanti a te.
            Ero in attesa da troppo tempo
            e ancora speravo nel sentimento.
            Puerile come un bambino,
            forse incantata in un mondo di fiabe.
            Percorrendo quell'illusione...
            ero già avvinta in quell'amore.
            Perduta la strada della ragione,
            iniziai ad assumere quella sostanza,
            come qualcosa di proibito.
            Dove era vietato non farne a meno,
            e mi sentivo ebbra di te.
            In quella assurda erotica tenerezza,
            sfiorai la fissazione, inciampando nella follia.
            Fu così forte l'uragano, inaspettato, violento,
            che non riuscii a trovare riparo.
            Come un fuscello mi trasportò.
            E poi venne l'arcobaleno,
            che in un alito di vento mi tramutò.
            Composta martedì 4 luglio 2017
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              Scritta da: Nataly Laganà
              in Poesie (Poesie personali)

              Il tredicesimo comandamento

              Quando furono scritte le tavole della legge
              deve esser successo un imprevisto,
              altrimenti non si spiegherebbe
              questo incredibile sinistro.
              Ci sarà una logica spiegazione,
              sarà finita la pietra...
              o son io che comprendo per negazione.
              Cambiamo questa vita tetra
              e ritroviamoci in un'altra dimensione.
              Chissà perché ci fa tanto spavento,
              riuscire a superare la paura di amare.
              Il tredicesimo comandamento
              è "non odiare".
              Composta sabato 25 aprile 2020
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