Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Un pensiero da cacciare

A cosa mi serve
dirmi che poteva andare peggio
quando so benissimo
che doveva andare meglio.
Forse ad acquietare la mia rabbia?
Solo quando smetterò di respirare
non la sentirò più,
spero.
Forse
a farmi smettere di continuare a combattermi dentro
anche se non ho mai vinto?
Vorrei conoscerlo,
vederlo in faccia
questo peggio,
e poi spiegargli bene
quale era il meglio
che ho perduto.
Composta martedì 24 dicembre 2013
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    Il conto

    A quelli
    che hanno avuto un morto in casa
    non bastano le scuse e le medaglie.
    Loro
    vogliono il sangue.
    A quelli
    che hanno perso ingiustamente
    i frutti di una vita
    non bastano gli appelli alla fiducia.
    Loro
    vogliono vendetta.
    A quelli
    che hanno già dato
    non interessano i progetti per domani.
    Hanno perso il domani di eri
    ed il presente.
    I tanti,
    troppi
    che hanno pagato
    e pagano per gli altri,
    hanno diritto al sangue.
    Composta lunedì 23 dicembre 2013
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      In quei momenti

      Quando mi morì la vita
      non fui colto impreparato,
      o forse si.
      Io non li chiusi
      gli occhi,
      quando mi morì la vita.
      Li abbassai,
      per rispetto.
      Non ero disteso
      quando mi morì la vita,
      ero in piedi,
      come sempre sugli attenti.
      Fu quando mi morì la vita
      che vidi tutto in un momento.
      Non più pensieri
      ma immagini colorate,
      lame sottili e taglienti.
      Pellicole del film vissuto
      a scatenarsi come impazzite
      nella testa,
      diventata sfera
      di fragile cristallo
      oppure la testa dura
      di quando sbagli...
      Come era tardi per riconoscersi,
      e come era tardi per pentirsi.
      Come fu tardi
      per ogni cosa
      quando mi morì la vita,
      quando mi si spense il cuore.
      Composta lunedì 23 dicembre 2013
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        non ascolto più

        A chi mi parla di futuro
        che cosa devo dire?
        Non vedo neppure il mio prossimo minuto.
        Ed intanto frugo
        dove frugano
        le mani di tutti,
        ma non trovo più
        neppure le tracce
        del mio terzultimo decennio.
        Preso da sconforto
        lascio le mani al loro inutile lavoro
        e torno a sedermi
        sulla scomoda sedia
        della mia sala d'attesa.
        Composta domenica 22 dicembre 2013
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          dopo il diciotto di dicembre

          È cosi tanto che non ti vedo,
          ma ti riconoscerei
          anche fra migliaia di "mille".
          E sentirei ancora il tuo profumo di latte,
          piccolo cucciolo
          cresciuto da solo.
          E finalmente
          mi potrei commuovere
          e far scoppiare le lacrime che ho dentro,
          nascoste in questa cassa
          fatta di pelle e rughe
          che mi fa da corpo.
          E mischiarmi alla folla che fa il mondo,
          seguirti,
          senza più perderti di vista,
          sfiorarti la mano,
          come per abitudine
          come se ci fossi sempre stato.
          Composta venerdì 20 dicembre 2013
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            Diciotto dodici duemila tredici

            Abbi per te
            un giorno nuovo.
            Quel giorno che si riserva ai giusti,
            quel giorno lungo
            da far durare,
            il giorno che sposta un anno.
            Abbi quel giorno
            che ci si sente bene,
            che ci circondano gli auguri
            e i complimenti.
            Quel giorno
            che finisce al chiaro giorno nuovo,
            dell'"altro giorno".
            Quel tuo giorno
            che amo immaginare,
            mentre vago nel nero della mia notte.
            Composta mercoledì 18 dicembre 2013
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