Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Sono venuti a trovarmi preti e segretari

Al vaticano
interessa la mia collezione di anime perse
e di peccati.
Per i peccati non tratto
ne ho ancora bisogno.
Servono a me
per migliorare
il mio puro pezzo di vita.
Per le anime perse,
mi darò alla ricerca,
ma con calma,
so che non sono lontane.
Al partito
invece interessa
la mia collezione di voti,
ma i miei sono voti da chiesa
non voti da seggio
e poi sono tutti ex.
Ma i segretari
sono così ignoranti,
non capiscono la differenza
fra voti e voti.
Provvederò
a farli contenti.
Composta mercoledì 25 settembre 2013
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    Rosso di sera

    Voglio quel vino
    che lascia tracce
    dense
    rosse e viola,
    quello da bere un po' per volta.
    Quel vino
    che allontana dalla vista
    i mali e chi gli ha provocati.
    Io voglio un vino intelligente
    che sappia prendersi cura dei dispiaceri,
    sappia proporsi
    quando vede il mio bisogno
    e farsi indietro
    quando sono pieno.
    E voglio un vino forte
    più del mio nemico forte,
    che mi lasci disteso
    ma felice,
    cacciato a calci in culo
    fuori dall'ultima osteria,
    come se fossi steso
    invece
    stanco per avere lottato
    e vinto
    contro il mio nemico forte.
    Vino
    che faccia arrivare un sonno così peso
    da non fare entrare i mostri dentro il capo,
    che mi faccia risvegliare
    con quel mal di testa
    che ti fa ricordare
    che una testa ce l'hai,
    quando vuole lei,
    quando fa male.
    Io voglio un vino
    fatto di uva buona
    per migliorare una vita
    fatta di mala erba.
    Io voglio un vino
    col veleno dentro.
    Composta martedì 24 settembre 2013
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      Alla stazione, le sei di mattina, la fila dei disperati

      Per te ho un sorriso
      uno di quelli rari.
      Giusto perché oggi
      ho deciso di volermi bene,
      di piacermi,
      ma solo
      per un minuto d' orologio.
      Oggi ti guarderò,
      col mio viso migliore,
      l' illustre sconosciuto
      ormai.
      Ecco,
      ora siamo di fronte,
      ti guardo
      mi guardo,
      di lato
      di fronte
      mi smorfio,
      ti smorfio.
      Ma adesso devo andare,
      il minuto è strisciato.
      C' un' altro dietro di me
      deve radersi,
      ti lascio al tuo lavoro.
      Specchio
      specchio delle mie brame
      ...specchio
      ..specchio delle mie brame...
      Composta martedì 24 settembre 2013
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        Il primo di novembre, le scuse, Venezia, Alessandra

        ci sono giorni
        in cui siamo destinati a pentirci
        di quasi tutto quello che diciamo o facciamo,
        soprattutto
        quando non apprezziamo il garbo disinteressato di qualcuno.
        Oggi è stato uno di quei giorni
        e tu sei stata la vittima
        del mio sparo di fucile assassino,
        del mio unico colpo in canna
        di cacciatore ammalato di fallimento.
        Non parliamone,
        non diciamoci niente,
        sappi che mi dispiace,
        che ti chiedo scusa.
        Sei rimasta prigioniera
        in uno di quei" miei giorni di gabbia.
        Composta martedì 17 settembre 2013
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          oggi, lunedì..

          È quasi mezzogiorno,
          non è la prima volta che succede
          in uno di quei giorni
          dal mio orario sballato.
          E non è la prima volta
          che chiudo gli occhi
          per il troppo sole
          ma non mi succede spesso.
          Di solito li chiudo solamente
          per non vedere i miei pensieri
          pararmisi davanti.
          Oggi no,
          oggi faccio una eccezione
          chiudo gli occhi per il sole,
          ... ammesso che ci sia.
          Composta lunedì 16 settembre 2013
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            con una accanto

            Mi hai svegliato di notte
            per chiedermi se ti amavo.
            Ho detto di si,
            senza aprire gli occhi.
            Ti sei messa di nuovo a dormire
            rasserenata.
            Io sono rimasto a farmi domande.
            Perché lo hai chiesto,
            perché ho detto si,
            perché non ho aperto gli occhi,
            perché sei nel mio letto.
            Composta mercoledì 11 settembre 2013
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