Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Cara collega

Lasciammo gli eccessi della notte
uscendo da due porte diverse.
Io con un pallido ricordo,
tu con la tua vergogna
che avresti scoperto di avere
soltanto al risveglio.
Io avevo le braccia stanche
per i forti abbracci,
tu le avevi le mani
sporche del mio corpo.
La tua cravatta
da donna in carriera pendeva da una sedia
nella tua casa di donna in carriera.
La mia cravatta,
assassina fallita
per l'eccesso di resistenza
di un collo abituato a campare
giaceva per terra,
nella mia casa d'artista fallito.
Forse ci saremmo incontrati di nuovo
nella stessa giornata,
magari nel nostro ascensore comune
all'orario di ingresso
oppure alla mensa.
Tu col tuo piglio deciso
di donna in carriera,
io con quell'aria svanita
di chi aspetta soltanto la sera
per andare a cercare in mezzo a molti qualcuno
chi passi la notte con lui
ed il giorno dopo
faccia finta di niente
o si scordi di averlo mai visto.
Composta venerdì 16 agosto 2013
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    La strada del passato

    Ecco che albeggia,
    e un cielo disperato
    segna la strada con la prima luce.
    Pietre sdraiate
    scese giù dall'alto
    o spinte a forza
    stanno lì per terra
    ad aspettare ancora guerre.
    L'edera abbraccia
    ciò che resta in piedi,
    quei quattro muri
    pregni
    di storie,
    incendi
    e tradimenti.
    Frugo fra l'erba,
    tocco le pietre
    col mio bastone nero
    alla ricerca del piccolo tesoro.
    Ecco che appare
    alla mia vista stanca
    quel chiodo fisso
    che mi scappò di testa.
    Lo tiro su
    e lo rimetto a posto,
    lì,
    da dove non dovrebbe scappare mai.
    Eccolo il chiodo,
    lo rimetto in testa.
    Riprendo il passo,
    tutto come prima.
    Composta venerdì 9 agosto 2013
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      Il giorno prima del giorno dopo

      Cosa ho fatto ieri sera per te ?
      Ho versato l' argento in un bicchiere
      per dare forma a pensieri bagnati
      e brindare ai ricordi scordati.
      Cosa ho fatto iersera per te,
      ho sdraiato nudo sul letto
      il mio corpo che invocava riposo
      ed ho bruciato dei fiori nel bosco sognato,
      bacche di cedro ad un dio di passaggio.
      Cosa ho fatto la notte nel buio,
      ho sperato che ci fossi tu.
      E passata la notte nel buio,
      cosa ho fatto stamani per casa,
      ho aspettato che tu non ti alzassi
      per evitare di dare il buongiorno.
      Sono sceso per strada in pigiama
      ed ho fatto la fila alla posta
      per spedirmi
      un telegramma gradito.
      Un buongiorno spedito per carta
      per evitare di dovermi parlare.
      Son tornato a rinchiudermi in casa
      a cucinarmi il pranzo per ieri.
      Promettendo a me stesso che un giorno
      farò fare la dieta al mio cuore.
      Mentre intanto
      in camera aspetta
      il mio vuoto dei giorni peggiori
      ed il tuo piatto stemmato
      sporco
      degli avanzi della tua cena di ieri.
      Composta venerdì 9 agosto 2013
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        Sulla scena del...

        Sono tutti lì
        sul luogo dell'accaduto.
        Uomini in divisa
        tengono un po' a distanza la folla dei curiosi.
        I cellulari in aria
        sono al servizio dei cretini.
        Girano intorno al corpo
        con fare professionale
        i poliziotti e il magistrato,
        i vigili del fuoco.
        Aspetta il furgone nero
        solo un po' più distante.
        È quello dei senza fretta,
        quello dei morti male.
        Quelli che vanno tutti sul tavolo di marmo
        stesi ben fermi
        per l'ultimo controllo,
        giusto per confermare:
        -il morto è morto,
        è morto per davvero-.
        Lo stato è lì presente
        e potrà senza dubbio dire:
        -c'ero,
        c'era un mio funzionario. -
        Ma tutti sanno che
        è lì solo a certificare.
        È certo che non c'era
        al momento di impedire
        che maturasse il gesto
        la voglia di morire.
        Come se gli fregasse qualche cosa
        a chi è partito così male
        ed a chi resta
        di come è morto ed a che ora,
        di chi sta lì a certificare.
        Quello che a tutti importa
        è quel "perché",
        per maledire non qualcuno a caso
        ma chi c'è da maledire.
        E come sempre accade
        in questo strano mondo
        tutto viene archiviato
        con un referto ed un verbale,
        lavoro da sbrogliare.
        Finisce in burocrazia
        l'ennesimo suicidio
        magari liquidato
        come gesto insano,
        un gesto sciagurato.
        Ma noi sappiamo
        che il gesto è provocato.
        Composta venerdì 2 agosto 2013
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          la minaccia del perdente

          Tu che sei ricco sulla mia povertà.
          Abbi paura
          non delle mie proteste,
          ma delle strade buie,
          non delle maledizioni,
          ma dei rumori alle tue spalle.
          Abbi paura per chi ti è caro,
          perché come tu hai colpito me
          e chi mi è caro,
          io
          prima della fine
          farò altrettanto con te,
          e con pieno diritto.
          E non avrò paura
          delle punizioni
          perché qualunque condanna
          sarà più leggera di quella
          che sconto adesso,
          e molto più leggera
          di quella che sarà toccata a te.
          Composta venerdì 2 agosto 2013
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            Tempo addietro

            Dove eri
            quando ero al meglio di me,
            quando potevo amare.
            Dove eri
            quando avevo bisogno d'amore,
            quando dicevo si a qualcuno
            sperando che fossi tu.
            Dove eri
            quando inventavo dispiaceri
            per affogarli in un bicchiere,
            quando cercavo bicchieri
            per affogarci i dispiaceri.
            Ed io dove ero
            quando mi camminavi accanto
            e non ti vedevo,
            quando dicevo "presente"
            ma sapevo di non esserci.
            Ho una fortuna oggi,
            anzi due.
            Non ho più il bisogno di farmi domande,
            di avere risposte,
            ed il bicchiere è rimasto con me.
            Composta mercoledì 31 luglio 2013
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              Scritta da: Alexandre Cuissardes

              Sono confuso

              È come
              se viaggiassi sempre col vaso in mano,
              in attesa dell'ultima goccia
              -quella che lo faccia traboccare -
              È come
              se scegliessi sempre le strade più lunghe
              per poter dire che mi manca il tempo.
              Tutto mi serve ad illudermi di poter scegliere.
              Ma niente è come vorrei.
              Non arriva mai quell'ultima goccia,
              le strade più lunghe non mi portano a niente.
              Giro su me stesso
              per guardarmi intorno,
              ma non vedo nulla.
              Forse
              perché tengo sempre la testa bassa,
              guardo la brocca che ho in mano
              e la goccia
              l'ultima goccia
              mi cade sulla testa.
              Composta mercoledì 31 luglio 2013
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                Scritta da: Alexandre Cuissardes

                I portici di Bologna

                Il tuo telefono continua a squillare,
                arrivano messaggi.
                Il tuo telefono trasmette la rabbia,
                il dolore di chi ti perde.
                Noi siamo in tre,
                quattro col telefono.
                Tu ti senti vincitrice,
                io non partecipo alla tua vittoria.
                Mi sento perdente,
                come chi continua a chiamarti
                a cercarti.
                So che se scappo
                mi rincorrerà
                il tuo urlo di disprezzo.
                So che se resto
                fra un po' sarò io
                quello che è lui adesso.
                L'uomo che ti chiama,
                quello che ti cerca,
                che ti serve
                perché tu possa far vedere alla prossima vittima di turno
                quanto è fortunato
                ad entrare nella lista,
                a soffrire per te.
                Composta sabato 27 luglio 2013
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