Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Il cambio dell'ultimo momento

avevo deciso di fare una fine importante,
poi mi sono chiesto:
"cos'è una fine importante?"
Mi sono risposto. "quella della quale si parla,
stampa televisione, persone".
Allora mi sono chiesto: "a che serve una fine importante?" Mi sono risposto: "serve a chi serve, non a che serve, serve a qualcuno per incolpare un'altro."
Ci ho riflettuto un attimo ed ho deciso di fare una fine molto anonima.
Composta sabato 3 novembre 2012
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    11 novembre 1976

    Dorme venezia,
    dormono le parole
    le acque.
    Dorme la mente,
    stanca
    dormono i sensi accanto al corpo amato
    dormono schiavi
    al fianco del padrone.
    Dormono le emozioni.
    Sveglia è la mia pazzia
    e questa musica
    sveglia è la mia fortuna
    seppur così lontana,
    sveglia è la mia disgrazia,
    sveglio è il passato ad incolparmi.
    Viva è la mia faccia
    a farmi schifo.
    Dorme venezia
    mentre sveglio son io
    ma per quanto ancora?
    Composta venerdì 2 novembre 2012
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      8 aprile 1978

      Chi l'avrebbe mai detto
      che le tue piccole labbra
      che appena si muovevano
      per recitare poesie mal studiate
      avrebbero dato oggi queste sensazioni strane
      e sarebbero state così svelte ed esperte nel muoversi.
      Fa un certo effetto sentire la musica di un tempo
      che sentivamo senza ascoltare,
      ballando.
      Fa un certo effetto sentirla mentre ti spogli,
      avrei dato tutto in quegli anni per averti
      oggi è bastato molto meno.
      Composta giovedì 1 novembre 2012
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        la zia sarta

        Ho ancora nell'armadio tutti i tuoi capricci,
        così tu li chiamavi,
        fatti di stoffa filo
        colori e tanta fantasia,
        e nel cassetto adesso dormono forbici e bottoni.
        Se chiudo gli occhi
        sento voci di donne nude,
        -questo mi rende grassa-
        -questo mi dona meno-,
        e quel trattare il prezzo
        sempre dopo aver chiesto il meglio.
        Sento tutti i profumi,
        talco ed essenze rare,
        e qualche odore
        sparso per coprir l'opposto.
        Storie origliate di appuntamenti andati male
        o a volte troppo bene,
        ennesima illusione per qualcuno.
        Gli abiti riportati sempre molto stanchi,
        a volte rotti perché tolti un po' di fretta,
        utili alla conquista,
        d'impaccio nel consumo,
        a volte qualche macchia
        che non andava via.
        Gli abiti da togliere veloci
        e quelli della "sera che lo lascio",
        quasi da lutto.
        Quelli per la truffa,
        da tenere sempre indosso
        per non deludere la vittima di turno.
        Che mestiere,
        tanta pazienza e tanta psicologia,
        arte,
        pur senza aver studiato,
        cucire ad ognuna quello che va cercando,
        e dare sempre la ragione a tutte
        come per un abbonamento.
        Tu invece,
        andata via solo a lavoro fatto,
        e tutto in gran silenzio
        più per stanchezza
        che per limite d'età,
        vacanza eterna che non si può rifiutare,
        fatta senza valigie
        e con un vestito solo,
        tu avevi scelto già da tempo,
        quello da lavoro.
        Composta giovedì 1 novembre 2012
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          Il grazie a distanza

          Niente mi importa di ciò che senti dentro,
          dei tuoi come o dei tuoi perché,
          mi fermo al tuo quando ed al tuo quanto.
          Chi sei,
          perché ci sei,
          non conta.
          Per me il diritto ad averti,
          per te il dovere di darti.
          Ma oggi che sto qui a pensare
          mi sei tornata in mente,
          e voglio farti il dono di un pensiero,
          poco
          per i tanti doni che tu hai fatto a me,
          come il non ridere dei miei vizi,
          o dei pudori del prima e dopo,
          o l'ascoltare
          o fare finta di.
          E voglio dire grazie a te,
          a tutte voi,
          anche in nome di chi non lo sa dire,
          forse sarete merce,
          come qualcuno dice
          o fredde opportuniste
          o disgraziate,
          per me non conta niente,
          perché se un po' rifletto
          e mi guardo intorno,
          anche in tante vite a due
          ne vedo tante con i difetti
          sempre addebitati a voi
          e mi viene da pensare
          che in fondo
          forse non sarete le migliori
          ma di certo non siete neppure le peggiori.
          Composta giovedì 1 novembre 2012
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            tu sei lo specchio

            io lo detesto
            quel tuo dire sempre si,
            dettato dall'amore
            più che dalla convinzione,
            quel tuo non darmi scuse per poter fuggire,
            quell'amore folle e cieco
            che quasi mi impaurisce.
            E lo detesto quel me che fugge
            stando sempre lì,
            che vola
            cade
            atterra,
            senza che nessuno noti nulla.
            Forse non ammetto che in te detesto me.
            Composta giovedì 1 novembre 2012
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